Novantamila scuse in più per restare al sud.

Novantamila. Sono i giovani al disotto dei 36 anni che da domani potranno crearsi un lavoro, o mettersi in proprio, a condizione che vivano o siano pronti a spostarsi al sud. E nel “sud” c’è anche l’Abruzzo. Parte infatti il 15 Gennaio la presentazione delle domande per accedere a questo incentivo per la creazione di nuove imprese da Pantelleria a Civitella del Tronto. Ci sono voluti circa sei mesi per mettere in campo questa misura, proposta dal Governo ed approvata dal Parlamento in fase di conversione del secondo dei “decreti mezzogiorno” varati nel 2017. L’attuazione è in mano a Invitalia che per aiutare i giovani candidati ha aperto una apposita pagina web.

Ciascun giovane che non abbia compiuto i trentasei anni, potrà chiedere fino a 50 mila euro per avviare una nuova impresa più o meno in tutti i settori. Non sarà possibile usarli per la libera professione né per aprire un negozio. Insomma bisogna “fare” e non vendere qualcosa. Beni o servizi. In realtà all’inizio la misura fu pensata solo per incentivare la nascita di imprese manifatturiere, poi, grazie ad una intensa attività di lobbying di diversi settori, lo spettro delle attività ammissibili è stata ampliata. 15 mila euro saranno a fondo perduto e ce li mette Invitalia, gli altri 35 arriveranno come prestito a tasso zero, garantito all’80% dallo Stato e che devono essere restituiti in otto anni. Insomma il rischio, seppur minimo c’è, perché pur sempre di imprese si tratta. Ma non finisce qui. La normativa prevede la possibilità che le imprese che nascono con “Resto al Sud” possano utilizzare gratuitamente spazi fisici e terreni pubblici non utilizzati e messi a disposizione attraverso un censimento fatto dai Comuni che devono aver già pubblicato (sennò sono inadempienti) una apposita lista.

La concessione del finanziamento è ad esaurimento. Si parte con le immissioni il 15 Gennaio e si finisce quando finiscono i soldi. A disposizione ci sono un miliardo e duecento cinquanta milioni di Euro. Quanto basta per accogliere circa novantamila domande. Un po’ meno se contiamo la possibilità, per i giovani, di aggregarsi fino ad un massimo di quattro, per arrivare a 200.000 Euro di sostegno. Chi ha i requisiti, viene finanziato, praticamente senza una valutazione di merito sul progetto. E’ sufficiente stare nei parametri. Tutto il resto è buona volontà, precisione nel compilare la domanda e voglia di fare.

E se ci sono dubbi? La legge ha dato il compito ad una serie di strutture pubbliche e no profit di affiancare i giovani nel percorso imprenditoriale: fondazioni, università ed amministrazioni locali che si sono registrate sul portale di Invitalia metteranno a disposizione gratuitamente il proprio know-how per tutte le persone che hanno idee e voglia ma non sanno districarsi nella burocrazia, hanno bisogno di colmare delle inefficienze o delle mancanze formative oppure ancora hanno bisogno di trasferimento di competenze tecniche e tecnologiche. Per chi cerca scuse per lamentarsi, invece, non c’è incentivo che tenga.

 

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