Occupazione ad oltranza per gli agricoltori del Parco Sirente Velino, che scrivono anche al ministro

Hanno trascorso lì la notte e continueranno ad oltranza con la loro protesta gli agricoltori del Parco Sirente-Velino che ieri sono tornati ad occupare, per la seconda volta, la sede dell’Ente a Rocca Di Mezzo. Una protesta sostenuta da Confagricoltura e dovuta soprattutto al mancato pagamento degli indennizzi derivanti dai danni provocati dai cinghiali.

Sulla vicenda è stato informato anche il ministro attraverso una nota inviata proprio questa mattina: “Vogliamo coinvolgere il mondo politico- tuona Vinicio Blasetti, uno degli agricoltori-, per questo ho scritto al ministro e per conoscenza anche al premier Gentiloni. D’Alfonso si deve muovere- aggiunge.- Noi durante questa protesta abbiamo bloccato le aziende, ciò vuol dire milioni di euro fermi per noi”. “Il danno non sono i danni- si sfoga Blasetti-. Il danno è la certezza di non raccogliere, è l’impossibilità di avviare programmazioni aziendali, è l’impossibilità accedere alle misure del P.S.R. è la perdita dei rapporti con il mercato agricolo. Il danno è la mala politica che sorda e cieca al mondo agricolo, unica salvezza per le aree interne. Forse l’assessore Pepe dovrebbe dimettersi- conclude-, non prima di aver rimosso il direttore del dipartimento e sostituito le figure oggi assegnate alla gestione della fauna!”.

“Più volte, nelle scorse settimane- racconta Concezio Gasbarro Presidente di Confagricoltura Abruzzo -, Confagricoltura ha sollecitato l’Assessore ai Parchi e riserve, Donato Di Matteo, e l’Assessore Agricoltura, Dino Pepe, e anche i loro uffici, ad attivare le procedure atte a indirizzare la Direzione del Parco Regionale Velino Sirente nell’adoperarsi per l’eliminazione del cosiddetto “de minimis” dalla liquidazione dei danni da fauna selvatica subiti dagli agricoltori, confortati in questo da quanto l’Unione Europea con specifica nota (agri.ddg3.i.2(2017)2307088 ) ha trasmesso al Ministero dell’Ambiente, ribadendo la non applicabilità della limitazione dei risarcimenti ‘a tutte le aree protette sia esse nazionali che regionali’”.

Alle richieste, però, non sono seguite risposte così siamo costretti ad usare modi inusuali” prosegue Gasbarro che chiede l’interlocuzione diretta con il Presidente della Regione D’Alfonso “a cui nei giorni scorsi è stato inviato un decalogo di iniziative per risolvere definitivamente sia il problema dell’abbattimento dei cinghiali che quello dei risarcimento”.  Oltre alla deroga al regime del de minimis, gli agricoltori chiedono di modificare le leggi regionali 10/04 e 10/03 con l’intento di responsabilizzare il mondo venatorio sul problema dei danni alle colture agricole che devono essere risarcite dagli ATC il cui presidente, secondo Confagricoltura non deve essere eletto solo tra i rappresentanti della caccia, ma anche tra gli agricoltori stessi. Il controllo delle popolazioni, inoltre, dovrebbe essere effettuato, secondo i protestanti, anche nelle aree protette ampliando la caccia selettiva in tutta la regione sotto il controllo dell’ATC. Gli agricoltori, infine, lanciano anche l’input per il censimento di caprioli e cervi.

Alla protesta oggi si sono aggiunti anche i sindaci, primo fra tutti il neo-eletto all’Aquila Pierluigi Biondi.

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