Palestre inagibili per le società sportive, ma non per gli studenti

Undici fari fuori uso, riscaldamento non funzionante, acqua calda assente e quella fredda dal “color ruggine comunque non potabile”. E ancora infiltrazioni dal tetto, assenza dei bidoni per la raccolta differenziata e il defibrillatore non revisionato. La Volley Sulmona fa l’elenco delle cose da fare, ancora, al Palasport di via XXV aprile, “interventi che ci auguriamo vengano fatti entro l’estate in modo da permettere un regolare riavvio della stagione agonistica il primo settembre”.


Una situazione ciclica, a dire il vero, se si considera che l’impianto di illuminazione, ad esempio, era stato ripristinato solo la scorsa estate.
“Provvederemo entro l’estate – assicura l’assessore allo Sport, Pierino Fasciani – le società sportive, nel frattempo, pensino a saldare i debiti con il Comune per l’uso degli impianti. E’ nostro interesse comunque mettere a punto non solo il Palasport, ma anche tutti gli altri impianti comunali, perché l’obiettivo è quello di esternalizzare la gestione in autunno del palazzetto, come di tutti gli altri impianti sportivi e ovviamente non possiamo mettere a bando strutture con problemi”.


Nell’attesa, però, i disagi si fanno sentire, anche per la non disponibilità di alcune palestre che normalmente venivano utilizzate dalle società sportive. E’ il caso della palestra Serafini e di quella della Lola Di Stefano, chiuse nell’autunno scorso per la vicenda delle agibilità e riaperte solo per i bambini, ma non per gli adulti delle società sportive che vi si allenavano. In altre parole le due palestre sono “sicure” per gli studenti delle primarie di primo e secondo grado, ma insicure e inagibili per gli esterni. Un paradosso che non lascia molto tranquilli i genitori e che ha costretto quest’anno la scuola di tiro con l’arco a trasferirsi a Pratola, quella delle arti marziali a prendere uno spazio privato e gli sbandieratori a trovare un’altra sede.
Per renderle agibili, dicono dal Comune, ci vogliono almeno 20mila euro: una cifra tutto sommato irrisoria che non si è riusciti e voluto ritagliare tra le pieghe del bilancio nel corso di un lungo anno.

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