Pnrr, il patrimonio progettuale dei Borghi

Il podio, e soprattutto i 20 milioni di euro, se l’è aggiudicato Rocca Calascio, ma il patrimonio progettuale frutto di uno sforzo fuori dal comune per piccoli centri non andrà disperso. Il presidente della Regione, Marco Marsilio, ha annunciato ieri che gli altri sedici progetti rientrati nella graduatoria del bando del Pnrr “Turismo e cultura 4.0”, per la rigenerazione di piccoli siti culturali, non andranno al macero. “Proporrò martedì alla giunta una riflessione sull’opportunità di inserire nella programmazione 21-27 dell’FSC, il Fondo di Sviluppo e Coesione, una linea di intervento (che peraltro era già presente nella nostra programmazione) basata sulla identità dei luoghi e sulla valorizzazione delle emergenze storico, architettoniche e archeologiche della nostra regione – ha detto Marsilio -. In questo senso, e anche nella logica della complementarietà dei fondi della programmazione nazionale ed europea con i fondi del Pnrr che vengono raccomandati come requisito per l’impiego delle risorse, ci sforzeremo di garantire un finanziamento a parziale copertura dei progetti, per non vanificare lo sforzo prodotto, contando anche sul vantaggio di poter far partire la nuova programmazione con progettualità già avanzate che possono garantire maggiore velocità nella spesa”.

A quanto ammonterà questo sforzo non è ancora dato sapere, ma a prescindere dai fondi a breve e medio termine, la sfida del Pnrr ha permesso a questi piccoli centri di tracciare nettamente un orizzonte di sviluppo e di cose da fare. Non più, insomma, parole vuote e propositi, ma progetti nero su bianco, che hanno costi definiti, obiettivi e partner anche illustri.

Nella lista dei 17 progetti selezionati, in Centro Abruzzo ce ne sono 2: quello di Pacentro piazzatosi al quarto posto in graduatoria e quello di Anversa degli Abruzzi, piazzatosi al decimo posto. Si tratta, in entrambi i casi, di progetti molto ambiziosi e intelligenti, che potrebbero rappresentare, una volta realizzati, una vera e propria svolta per i due paesi, ma anche di riflesso per tutto il territorio. Quanto basta, insomma, per metterli in cassaforte e ricordare bene la combinazione quando si tratterà di intercettare risorse pubbliche che, in un modo o nell’altro, quando c’è l’idea e il progetto, non mancano mai.

Il progetto di Pacentro si chiama “BArT 360°” ed è costruito su cinque ambiti di intervento, con 26 partner (di cui 6 pubblici), tra università, associazioni e grandi società di progettazione. Esso spazia da interventi di conservazione con il recupero del convento (da trasformare in un polo funzionale dell’arte e un ostello residenza per artisti da 24 posti), del castello (per spazi espositivi e matrimoni) e del borgo murato; alla sezione dedicata alla creatività con la realizzazione di un museo diffuso tra i vicoli, uno dedicato al Geoparco, uno alla memoria popolare e con un villaggio dedicato ai videomaker e alle loro produzioni. C’è poi l’ambito dell’accoglienza con il sostegno alle imprese locali, il riuso dell’immobile Ex Zio Carlo e dell’ex centrale elettrica per farci ristorante-caffetteria book shop, percorsi della salute, marketing territoriale sul turismo esperenziale e modelli partecipativi di accoglienza. L’innovazione con un museo virtuale di realtà aumentata per ricostruire e vivere ambientazioni del borgo, il cablaggio 5G e una piattaforma digitale sul paradigma del Metaverso. E infine la sostenibilità con un percorso turistico-didattico che parte dal centro e si snoda lungo la riva del fiume Vella che permetterà di conoscere la diversità di ambienti umidi (boschi ripariali, acquitrini, etc.) e promuovere una maggiore consapevolezza della loro importanza ecologica; un centro didattico naturalistico, con elementi interattivi di scoperta della natura (megafoni della natura, lenti d’ingrandimento, cannocchiali, etc.) e di pannelli tradizionali o in modalità interattiva e un sistema di accessibilità con l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’uso di wheelchair bike, bici elettriche e taxi sociale.

Molto ambizioso e lungimirante anche il progetto presentato da Anversa degli Abruzzi e che si basa sul recupero e la rifunzionalizzazione, in termini turistici e laboratoriali, dell’Aia delle Piagge: il vecchio borgo ai piedi del paese che unisce il centro storico alla Riserva del Cavuto. Anche qui partner di rilievo nazionale e una serie di precisi obiettivi finalizzati a trasformare e ridare vita a questa zona del paese, un temo location di artigiani e allevatori. La traccia è simile a quella proposta da Pacentro: un centro di ricerca e didattica, un eco albergo e residenza per artisti, un eco ostello che sia anche luogo di formazione, unità residenziali, orti e giardini dei frutti mediterranei, un parco di piante acquatiche e un giardino di piante aromatiche, la ristrutturazione del centro visite del Wwf, ma anche della chiesa della Madonna della Neve, concorsi internazionali, summer school, cooperative di comunità, mobilità sostenibile.

1 Commento su "Pnrr, il patrimonio progettuale dei Borghi"

  1. Marco Sciarra | 12 Marzo 2022 at 07:32 | Rispondi

    Un lungo elenco di “aria fritta”…
    E un dubbio assale chi legge: se queste iniziative imprenditoriali sono valide e si reggono da sole perché non vengono realizzate tirando fuori i soldi dalle proprie saccocce?
    Fateci caso… questi Amministratori sono tutti intenti a scervellarsi su progetti e idee per spartirsi i famigerati 200 miliardi a debito assegnati all’Italia, come famelici LUPI su una carcassa, e non si accorgono che metà della popolazione non ha più i soldi per pagare i rincari delle bollette e del carburante.
    La nave affonda… e loro ballano e fanno festa.

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