Riapertura scuole, CGIL L’Aquila: “Mondo scuola vittima sacrificale del Governo”

Mentre tutta l’Italia trema per i contagi sempre più alti il mondo scolastico tira dritto senza alcun ripensamento. Anche in Abruzzo le scuole riapriranno lunedì 10 gennaio, dopo uno slittamento di 3 giorni dovuto a un’ordinanza regionale. Mille i dubbi sul ritorno in classe. La variante Omicron fa paura a tutti: dai presidi, ai docenti, passando ovviamente per gli alunni.

Difficile, se non impossibile, il rinvio delle lezioni o la ripresa con la didattica a distanza. Nonostante la percentuale che fuoriesce dagli screening regionali sul mondo scuola sia del 2,4% la campanella suonerà comunque tra meno di 48 ore. La CGIL della provincia dell’Aquila, intanto, ha fatto sentire la propria vicinanza al mondo scolastico criticando le scelte varate dal Ministero dell’Istruzione per il rientro in aula. “La FLC CGIL della provincia dell’Aquila – si legge nella nota – alla luce della situazione pandemica che, anche sul nostro territorio, ha assunto in questi ultimi giorni misure davvero preoccupanti e, soprattutto, alla luce dell’incontro odierno tra i rappresentanti sindacali nazionali e il Ministero dell’Istruzione esprime solidarietà e sostegno ai dirigenti scolastici e a tutto il personale scolastico che da lunedì 10 gennaio 2022 si troveranno ad affrontare una situazione drammatica, senza indicazioni operative chiare e lineari; senza alcuna soluzione a problemi che la pandemia ha solo messo in evidenza e che, proprio perché ormai strutturali, hanno mostrato l’indegno risultato dell’indebolimento di un intero sistema operato negli ultimi decenni”.

Mascherine FFP2 (che i membri del personale scolastico pagano di tasca loro), screening a tappeto e massimo controllo sulle assenze. Sono queste le richieste che il sindacato rivolge ai vertici del mondo scuola. “Ancora una volta – prosegue la nota – si è scelto di sacrificare la scuola e di farne una vetrina di incapacità. Nei mesi scorsi la narrazione che tutto andasse bene a favore del mercato, ha fatto annullare la più elementare delle misure di contrasto: il distanziamento personale all’interno dei locali scolastici, annullato non per ingenuità ottimistica, ma al fine di tornare a numeri di alunni/e nelle classi ben oltre quelli che la cautela avrebbe richiesto. A numero di alunni corrisponde numero di insegnanti e si è scelto di non aumentare il numero degli organici. Ricordiamo che per ottenere la proroga dei contratti covid per il personale ATA, oltre il 30 dicembre, è stato necessario uno sciopero. Senza quello sciopero ed il suo risultato, le scuole avrebbero dovuto ad inizio gennaio rivedere la propria organizzazione a fronte di mancanza di personale. Si è scelto di risparmiare sulla scuola ancora una volta e questa volta sulla pelle (ed è proprio il caso di dirlo e ce ne dispiace) del personale scolastico, dell’utenza e delle famiglie. Si è detto di fare scuola con le finestre aperte, senza prendere in considerazione investimenti per la ventilazione dei locali”.

“E’ chiaro – conclude il sindacato – che a distanza di poche ore dalla riapertura (date differenziate, stabilite dai governatori regionali in assenza totale di indicazioni chiare ed uniformi da parte di un CTS ormai assente, in pieno clima di esercizio di autonomia differenziata che torna a far parlare di sé) la scuola rischia di non riaprire o di chiudere immediatamente dopo vista la crescita esponenziale dei contagi e visto anche l’alto numero di personale scolastico già in quarantena o in malattia. Riteniamo che il personale scolastico non possa essere ostaggio e vittima sacrificale dell’incapacità del governo; ricordiamo che al personale scolastico non vengono neanche forniti i migliori dispositivi di tutela individuale, al momento individuati nelle mascherine ffp2, in dotazione soltanto a insegnanti della scuola dell’infanzia e a coloro che lavorano a contatto con studenti che non possono indossare la mascherina. Ci troviamo di fronte ad un enorme e globale ‘Io speriamo che me la cavo’ che non è più sostenibile, se mai lo fosse stato. Ribadiamo il nostro impegno, anche sul territorio provinciale, a far sì che sulla scuola si faccia chiarezza e si investa quanto necessario per la restituzione della dignità alla pubblica istruzione e per l’esercizio sereno e diffuso del diritto allo studio che la pandemia non ha annullato”.

2 Commenti su "Riapertura scuole, CGIL L’Aquila: “Mondo scuola vittima sacrificale del Governo”"

  1. Pink little ball | 8 Gennaio 2022 at 18:24 | Rispondi

    Peccato che molti sindacati scuola (compreso quello che scrive) abbiano nei mesi evitato accuratamente di entrare nelle scuole, chiedendo semplicemente di interagire a distanza… mentre lavoratori ed alunni continuavano a stare IN PRESENZA. Tragicamente

  2. Signori il 90 per cento dei lavoratori da ormai 18 mesi lavora in presenza spesso in condizioni non facili e sovente costretto ad utilizzare i mezzi pubblici per recarsi sul posto di lavoro. La facciamo finita con questo piagnisteo di presidi e professori?

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