Sanità, livelli essenziali in decrescita. Paolucci: “Assenza di programmazione del centrodestra”

Nessun progetto e mancanza di governance. L’ex assessore alla Sanità regionale, Silvio Paolucci, suona il campanello d’allarme sulla situazione LEA (Livelli essenziali d’assistenza) abruzzese, rimarcando l’inversione di trend dopo dieci anni di dati positivi. I risultati sono stati pubblicati dal Quotidiano di Sanità nei giorni scorsi, e la griglia riporta la valutazione degli adempimenti delle singole regioni dal 2010 al 2019. “Nei numeri c’è purtroppo la conferma di quanto stiamo lamentando da mesi: dopo 10 anni i Lea in questa regione scendono, un primato di cui c’è poco da andare fieri e altrettanto poco da stare tranquilli – rimarca l’ex assessore alla Sanità – Vero è che senza un programma, senza una governance, senza una programmazione dell’offerta delle prestazioni sanitarie sia sulla rete ospedaliera, sia su quella della prevenzione e territoriale, questi sono i risultati”.

Paolucci lamenta, successivamente, il rischio di una migrazione fuori regione da parte degli abruzzesi. Il Capogruppo Pd in Consiglio Regionale, però, dimentica che anche lui faceva parte dell’esecutivo che ha tagliato la testa ai vari punti nascita abruzzesi, e non solo quelli. “Purtroppo ci aspettiamo che anche sul fronte della mobilità sanitaria passiva si manifestino gli effetti negativi di questo stato di cose – aggiunge Paolucci – e un trend che evidenzierà una migrazione molto consistente degli abruzzesi verso strutture fuori regione, perché anche in questo caso la programmazione è inesistente, esiste solo negli annunci del governo di centrodestra, ma non ha dato risposte alla domanda di cure espressa dalla comunità. Eppure 18 mesi di pandemia dovrebbero aver insegnato quanto fosse indispensabile assicurare tutte le altre prestazioni no covid, in vista della fine dell’emergenza legata al virus. Ciò nella realtà non è accaduto e per tale ragione è urgente un cambio di passo a metà legislatura: ci appelliamo all’esecutivo perché corra ai ripari, non è pensabile di lasciare come riferimento della propria attività governativa gli atti di programmazione della giunta precedente. Bisogna recuperare il tempo perduto ed evitare di perderne altro, perché stiamo parlando della vita e del diritto alla salute di migliaia di abruzzesi”.

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