Scuole, nuovo studio geologico: i miglioramenti non bastano

Non è il nastro bianco-rosso e il sigillo messo dalla polizia dopo l’incendio di due settimane fa, né semplici ritardi burocratici, a preoccupare amministratori e non sul destino della scuola primaria Lombardo-Radice di via Togliatti. E, a dirla tutta, non solo di questa.
C’è di più, infatti, sulla messa in sicurezza delle scuole sulmonesi e più in generale degli edifici cosiddetti strategici o sensibili, ovvero uno studio geologico che riscrive e rivoluziona la risposta sismica del terreno e quindi anche degli indici di vulnerabilità degli edifici.
Con l’affidamento dei lavori della scuola di via Togliatti, infatti, la ditta appaltatrice ha commissionato un nuovo studio geologico che è stato effettuato utilizzando metodi e tecniche avanzati e da questo studio è emerso un panorama ben diverso da quello che era stato prospettato quando il progetto di miglioramento sismico venne presentato.
L’accelerazione, ovvero la risposta sismica locale, presenta infatti, con questo nuovo metodo di rilevamento, uno spettro molto più penalizzante rispetto a quello che si immaginava. Si parla di indici tripli rispetto a quelli passati.
In altre parole, hanno spiegato i geologi, in caso di sisma il terreno sottostante quella zona della città (sulla quale, è bene ricordarlo, si trovano gran parte delle scuole sulmonesi) avrebbe una risposta tre volte più amplificata di quanto previsto.
Questo vuol dire che l’indice di vulnerabilità di questo e degli altri edifici che vi si trovano, sono stati, per così dire, sovrastimati. La Lombardo-Radice, ad esempio, che pure era una delle scuole più sicure con il suo indice di 0,5 andrebbe con questo nuovo calcolo al di sotto degli indici tollerabili (0,2) e anche con il progetto di miglioramento sismico progettato i valori di sicurezza non aumenterebbero di molto, seppure nelle intenzioni iniziali del progetto si voleva portare l’edificio vicino ad un indice di 0,8, prossimo cioè all’indice di adeguamento sismico (1).
La portata della novità potrebbe avere risvolti incalcolabili, se solo si pensa che con molta probabilità anche le altre scuole, a partire dal liceo scientifico che aveva già evidenziato criticità in alcuni punti, ad una verifica con i nuovi parametri risulterebbero inadeguate sismicamente.
Domani l’assessore Nicola Angelucci si recherà all’Aquila con i dirigenti presso il Provveditorato alle opere pubbliche proprio per capire come poter uscire da questa situazione. Nello specifico il nuovo studio pone problemi burocratici alla Lombardo-Radice, perché insomma in teoria bisognerebbe rifare il progetto e calarlo, risorse permettendo, sulle nuove necessità di miglioramento sismico legato ai nuovi indici di reazione del terreno. In alternativa bisognerà accontentarsi di fare lavori sulla scuola senza però garantire un adeguato miglioramento dell’edificio.
Di certo il cantiere, che doveva essere riconsegnato a settembre e poi a gennaio scorsi, non sarà così presto riaperto e la scuola ridata agli studenti che, nello scatolone dell’ex Croce Rossa (messo che sia più sicuro), stanno svolgendo le lezioni tra mille problemi: dalla mancanza di una palestra a quella di uno spazio mensa.
Più in generale, senza uno studio di microzonazione sismica di terzo livello, avviato e poi interrotto per la mancanza dei fondi che la Regione aveva promesso, tutta la città resta poggiata su un grosso punto interrogativo. In teoria tre volte più fragile di quanto si pensasse.

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