Serie di furti nella notte, colpiti anche il Cup e il Cim


Una serie di furti sono stati messi a segno a Sulmona dove, nella tarda serata di ieri, tre appartamenti, due situati in via Troilo ed il terzo nella vicina via Giammarco, sono stati presi di mira dai ladri. Le abitazioni, situate tutte al primo piano, sono state messe a soqquadro dai malviventi che però le hanno abbandonate con un magro bottino tra le mani.

Durante la notte, intorno alle 2, è stata forzata la porta d’ingresso del Cup della palazzina De Chellis dove i ladri hanno provveduto a rovistare tutti gli uffici della Asl a partire dagi sportelli al piano terra, dove si effettuano le prenotazioni, per poi salire ai piani superiore dove insistono diversi uffici. A piano terra si trovava anche la cassaforte che i ladri hanno aperto utilizzando il codice di accesso, rimediato probabilmente in precedenza, sottraendo circa 3mila euro. Cassaforte che pare non essere stata forzata bensì aperta digitando il codice, un particolare che preoccupa gli inquirenti intenzionati a capire come sia stato possibile per i ladri essere a conoscenza del numero segreto. Dagli uffici della Asl potrebbero essere stati prelevati, però, altri beni sensibili come ricettai che si teme possano finire nel giro della droga, nonché un danno importante è stato subito  dagli uffici letteralmente devastati.

Un altro tentato furto è avvenuto qualche ora dopo, alle 5, nella nuova sede del Cim di viale Mazzini dove, però, i ladri sono stati costretti a fuggire per l’immediata attivazione dell’allarme. Allarme che è suonato alle 2.30 anche nella sede Asl dove i carabinieri sono sopraggiunti a razzia ormai fatta.

Sono i militari, quindi ad indagare sul furto al Cup dove stanno effettuando proprio adesso i rilievi, mentre gli utenti sono in attesa di poter effettuare le proprie prenotazioni.  Sugli altri casi indaga la polizia.

Questi quattro episodi si sommano a quello di ieri a danno di una macchinetta cambia soldi in una lavanderia cittadina, al doppio furto avvenuto in due appartamenti il 4 novembre scorso dove sono state sottratti armi e gioielli e a quello a danno della Sosta Celestiniana dove sono state rubate quattro slot machine.

S.P.

2 Commenti su "Serie di furti nella notte, colpiti anche il Cup e il Cim"

  1. “art.624 del codice penale, il quale dispone che “chiunque s’impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 154 euro a 516 euro”. Ora leggete qua:
    Quattro anni di carcere sono una pena importante, che in genere viene inflitta per reati di una certa gravità. Ma ora il tribunale di Milano stabilisce che anche davanti a sentenze di questa entità il condannato possa evitare il carcere, andando direttamente in affidamento ai servizi sociali senza nemmeno passare per la prigione. Una sentenza innovativa, contro la quale la Procura probabilmente ricorrerà in Cassazione, ma che sembra costituire un passo avanti del fronte garantista nella eterna lotta tra fautori della rieducazione e teorici della repressione.Va da sé che se il ladro viene fermato in flagranza, il suo reato per il codice penale non supera i 4 anni. Ergo ,al massimo viene affidato ai servizi sociali che poi gli trovano anche il lavoro. Ma questa è ancora una nazione? Secondo me c’è una ubriacatura di democrazia,sbandierata da certe forze politiche come progresso. Cari derubati,c’è il rischio che in galera ci andiate voi, colpevoli di esservi fatti derubare. Peccato che molti cittadini non leggono e perciò non sanno cosa succede in questa Italia. Nel caso specifico è come dire:ladri di ogni ordine e grado, datevi da fare,fatevi sotto.Tanto poi la legge del cxzzx,non vi torcerà un capello.

  2. Aldo Tassinari | 11 Febbraio 2018 at 11:30 | Rispondi

    Mariano se consideri che abbiamo le carceri sovraffollate, con il 70% di stranieri e non ci sono soldi nemmeno per far uscire le volanti dalle caserme secondo te possiamo permetterci di buttar dentro i tossici locali? Considera che a Sulmona sanno tutti chi spaccia e chi compra ma evidentemente forse a qualcuno sta bene così. Nella Valle Peligna ormai basta che si fa business prendendo tutta l’immondizia della Regione (e non solo) e stiamo a cavallo. Propongo Sulmona da città del confetto a città del rifiuto!

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