“Il mio è gesto dall’alto valore simbolico, volto a sottolineare che questa è un’opera decisa a Roma sulla pelle dei territori dove deve essere costruita – ha detto Annamaria Casini – stiamo agendo per vie legali, domani definirò il pool di avvocati che organizzerà il ricorso al Tar”. Questo presuppone però necessariamente la marcia indietro sulle dimissioni.
Inoltre la sindaca ha rilanciato sulla mobilitazione: “Bisogna collegare alla lotta dei cittadini iniziative delle istituzioni di tutti i territori interessati perché le dimissioni sono un atto forte ma dobbiamo trovarne altre per fare raccordo con i cittadini”. Insomma la Casini deve aver fatto tesoro del rischio isolamento che avevamo segnalato qualche giorno fa, quando a metà del guado si chiedeva un cambio di passo nella battaglia.
Sono poi intervenuti Fernando Galletti dell’amministrazione dei Beni Separati Paganica – San Gregorio ribadendo la fragilità del territorio letteralmente “sgretolatosi” con il terremoto. Mattia Fonzi di 3.32 che ha sottolineato come al fianco della via istituzionale vada affiancata una “forte mobilitazione popolare nei territori”.
Giovanna Margadonna dei Comitati cittadini per l’Ambiente sostiene che in questi mesi “è mancata una decisa iniziativa politica volta ad impedire l’opera. È un’opera che risponde alla mera logica del profitto non c’è alcuna pubblica utilità”. Infine anche il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi solidale con i cittadini in lotta si è reso disponibile a fare anche una delibera di consiglio.
Savino Monterisi
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