Telefoni e attrezzi per tatuare dietro le sbarre: maxi operazione nel carcere di Sulmona

E’ stato necessario far passare al setaccio tutte le celle del carcere di via Lamaccio, a Sulmona, per scovare quattro telefoni cellulari in possesso di alcuni detenuti collocati nella casa circondariale di Sulmona. Quello che, sulla carta, dovrebbe essere un carcere di massima sicurezza ha mostrato nuovamente delle falle, con l’ennesimo rinvenimento dietro le sbarre di device elettronici, utilizzati per comunicare con l’esterno.

Il ritrovamento è avvenuto in mattinata, con una lunga e complessa operazione avviata alle 05:00 e durata 5 ore. L’intero edificio è stato setacciato da 150 agenti penitenziari, coordinati dal comandante Miriam Di Desiderio, provenienti da Lazio, Abruzzo e Molise. Dopo il ritrovamento dei quattro dispositivi, è stata allertata la Procura della Repubblica di Sulmona. I possessori verranno denunciati. Assieme ai dispositivi per le comunicazioni è stato rinvenuto materiale utile per effettuare tatuaggi, ovviamente vietato da possedere all’interno delle celle. Un’operazione imponente, che scaturisce da ripetute infrazioni all’interno del carcere. Appena due settimane fa, sempre nel perimetro della casa di reclusione, era stato rinvenuto un sacco contenente otto telefonini e 200 grammi di droga (hashish), probabilmente caduto da un drone adibito al trasporto della merce.

Appena un anno fa, un detenuto era stato trovato in possesso di ben tre dispositivi all’interno della propria cella. Nel giro di pochi giorni, le ispezioni avevano portato al ritrovamento di venti telefoni cellulari dietro le sbarre. Ad aprile 2023, un agente penitenziario, molisano ma da 15 anni a Sulmona, è stato arrestato per aver introdotto tre telefonini all’interno della struttura. L’uomo era stato colto in flagrante, a seguito di un’ispezione condotta dai colleghi il giorno stesso.

Troppi episodi gravi in poco tempo. Una situazione che ha portato il ministero a vagliare l’ipotesi di schermare il carcere di Sulmona, impedendo le telefonate. Nella struttura verrebbe introdotto uno jammer (ovvero un disturbatore di frequenze) potente in grado di interrompere qualsiasi segnale di comunicazione etere su tutto il perimetro della Casa di reclusione.

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