TerrA dice no all’ampliamento della cava sopra le sorgenti del Pescara

lemilleeunabruzzo.com

Il comitato TerrA – Territori Attivi – esprime tutte le proprie perplessità in merito al progetto di ampliamento di una cava nel Comune di Popoli. Andrebbero ad aggiungersi all’estensione attuale della cava altri 20 ettari per un totale di 2,7 milioni di metri cubi, da scavare fino al 2042. Una delle criticità più grosse però è che questo stabilimento sarebbe a monte delle sorgenti del Pescara, che danno vita al bacino imbrifero più importante d’Abruzzo. La zona e ricca di sorgenti è falde, la cava è posta in piena zona di ricarica di falda mentre solo dalle sorgenti del fiume Pescara sgorgano ogni secondo 7.000 litri di acqua.

“Quell’acqua cristallina – scrive il comitato TerrA – sembra essere imbrigliata tra strade, ponti, elettrodotti eppure esprime una purezza selvaggia che ospita e sorregge una vita esuberante e sorprendente. Ci saranno ancora parole per giustificare le inadempienze legislative che dovrebbero tutelare le sorgenti, le falde acquifere e i bacini imbriferi; permettendo la realizzazione di ulteriori nuove cave o l’ampliamento delle cave già esistenti? Infine, e se dovesse verificarsi un imprevisto o un incidente? Ricordiamo che l’ingegneria e la geologia non sono infallibili e tanti disastri si sono fondati sull’eccesso di sicurezza degli esperti coinvolti. Mettendo in secondo piano il sacro principio etico e deontologico, che dovrebbe essere proprio e ineluttabile per chi si occupa di scienza e di amministrazione pubblica: il principio di precauzione”.

Infine TerrA manda un appello: “Vengano rivalutate le priorità in una maniera più adeguata alle consapevolezze ambientali che urgono all’umanità del terzo millennio! Che siano additati
coloro che permettono questo nuovo attacco alle sorgenti del Pescara appoggiandosi alle inadempienze burocratiche dei piani di salvaguardia”.

S.M.

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