Tra telefoni muti e speranze, riparte la vaccinazione Pfizer

Con l’arrivo oggi di 8mila dosi di Pfizer la provincia dell’Aquila ha ripreso con passo più spedito la campagna di vaccinazione, soprattutto nei confronti di quelle fasce che sono rimaste scoperte perché non destinatarie di AstraZeneca. Si tratta degli over 80 e dei fragili, insomma, che nella provincia dell’Aquila sono ancora circa 6mila da coprire, con una particolare difficoltà per le persone non deambulanti per le quali la somministrazione procede piuttosto lentamente. 

Solo nell’area peligna oggi sono 650 le inoculazioni previste: 350 a Sulmona, 250 a Pratola Peligna e una cinquantina a Scanno nella seduta itinerante della settimana. 

“Entro una decina di giorni – spiegano dalla Asl – se la fornitura si manterrà costante contiamo di chiudere con le due fasce a più alto rischio (over 80 e fragili), dando anche una buona sfoltita alle fasce degli over 70 e over 60”.

Insieme a Pfizer, infatti, sono in arrivo anche diverse dosi di AstraZeneca (che possono-devono essere inoculate agli over 60), mentre da ieri, finalmente, dopo una lunga sosta nei magazzini, è stata somministrata anche la prima tranche (quasi un terzo) delle 900 dosi di Janssen, il monodose di Johnson&Johnson cioè raccomandato, anche questo, per gli over 60 e che è stato ieri inoculato all’Aquila e ad Avezzano. 

“Con questo ritmo – continua la Asl – contiamo per fine giugno di aver coperto tutti gli over 60 e i fragili, dopo di che spetterà al governo stabilire tempi e modi per la vaccinazione delle categorie più giovani”.

I problemi e i disguidi amministrativi, però, continuano ad esserci: dopo il caso degli errori di registrazione e tempi per la seconda dose, infatti, diverse segnalazioni arrivano anche per il call center dedicato ad avvertire i cittadini. Non si tratta solo del fatto, ormai noto e presente sin dall’inizio, che è quasi impossibile contattarlo, ma anche del cattivo funzionamento delle linee. Anche quando si viene chiamati, infatti, capita che la voce non si senta dall’altro capo del telefono e che per questo si perde l’occasione per poter ricevere il vaccino in “fascia di riserva”. Il telefono insomma resta muto e molti, dopo aver tentato inutilmente di ricontattare il numero dedicato, temono di essere così scaricati in coda alle liste o addirittura di essere saltati.

1 Commento su "Tra telefoni muti e speranze, riparte la vaccinazione Pfizer"

  1. perché a Pratola un anziano con grave insufficienza venosa deve essere obbligato a subire AstraZeneca pur essendoci dosi di Pfizer? L’unica
    alternativa proposta è quella di non vaccinarsi.

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