Un vocabolario per le aree interne: cento parole per l’uguaglianza dei territori selezionate da Radici Edizioni

Trecentocinquantadue pagine con cento lemmi per raccontare le aree interne, raccolti da sessanta contributors. Sono i numeri del “Vocabolario delle aree interne”, edito dalla casa editrice abruzzese Radici Edizioni, che dal prossimo 16 maggio sarà disponibile in libreria e nei punti vendita online. Una guida nata dall’idea di Nicholas Tomeo, dottorando in Ecologia e territorio presso l’Università del Molise.

Un’opera originale, realizzata con approccio divulgativo, che ha coinvolto docenti, attivisti, operatori territoriali e giornalisti. Un dizionario sia critico che ragionato, utile per chi vuol parlare delle aree interne con cognizione di causa. Anche perché l’argomento, nella sola penisola italiana, riguarda ben 13 milioni di cittadini. Quindi occhio all’uso, e all’abuso, dei termini selezionati per narrare i territori.

L’intento dichiarato dal curatore, fin dalla quarta di copertina dal curatore, è quello di “riportare la “questione” delle aree interne di nuovo al centro del dibattito, facendolo però spostando l’attenzione su un nuovo approccio, che metta in prima linea la cooperazione al posto della competizione, per capire come e dove è ancora possibile agire al di là del catastrofismo da un lato e della retorica dei borghi più belli dall’altro”.

Il tour di presentazione, che durerà tutta l’estate, prenderà il via il 16 maggio a Castiglione Messer Marino. Le altre due date già programmate sono il 24 maggio, a San Pio delle Camere, e il 28 maggio a Roma, con il curatore, Vito Teti e Rossano Pazzagli durante la quarta edizione di Villa Lais Legge.

Il comitato scientifico a capo del progetto di Nicholas Tomeo è composto da Lina Calandra (Università di L’Aquila), Augusto Ciuffetti (Università Politecnica delle Marche), Gabriella Corona (Ismed/CNR), Marco Giovagnoli (Università di Camerino) e Rossano Pazzagli (Università del Molise).

“Il vocabolario fa prendere posizione ad alcune persone, su alcuni temi e concetti che riguardano le aree interne”, spiega il giornalista e docente Savino Monterisi, che ha curato il lemma “ritorno”. “Io ne avevo il bisogno – prosegue -. Le parole sono dei campi di battaglia e assumono significato in base al contesto e al periodo storico. Spesso le parole vengono distorte. La parole per eccellenza è borghi, cha ha subito una trasformazione radicale. Prima del Covid era quasi un sinonimo di paese. Dopo la pandemia, quasi con un’operazione ideologica, ha assunto una certa idea di quello che devono essere i paesi. Un’idea ben contraddistinta, molto estrattiva e per questo dal mio punto di vista molto criticabile. E il vocabolario delle aree interne serve a mettere ordine proprio per questo”.

Per Monterisi il ritorno “è un moto: verso un luogo dell’intimo, dell’affetto, dell’appartenenza, lasciato in passato e nel quale si è deciso di tornare. Si torna nei paesi, nelle aree marginalizzate e demograficamente rarefatte, nei territori periferici e nelle terre alte. Tornare è invertire una rotta, riavvolgere il nastro che porta a casa, riannodare fili che si erano intrecciati o perduti. Talvolta si torna perché quello è l’unico luogo pronto ad accogliere. Andarsene dai paesi è piuttosto semplice e comunque dovrebbe essere un diritto garantito; poterci tornare a vivere non lo è affatto. Oggi questa mobilità circolare è impedita e interrotta, è unidirezionale. Chi torna lo fa con grande sacrificio personale o in virtù del privilegio: una casa a disposizione, una famiglia, un lavoro smart, delle risorse finanziarie. In questa articolazione, il ritorno resta negato a chi non è in grado di sostenerlo economicamente.
Il ritorno in realtà non esiste, esistono diverse traiettorie di ritorno e creano una trama molteplice. Riguardano scelte di vita, chi le compie insegue un approdo o una riconciliazione, il bisogno di casa o di radicamento, cerca il contatto con la natura o un ritmo di vita meno frenetico”.

Gli autori delle singole voci del vocabolario sono: Federica Alfano, Ivan Allegranti, Ferdinando Amato, Ottavia Aristone, Monica Bolognesi, Barbara Borgi, Isabella Calvi, Giulia Candeloro, Chiara Caporicci, Sara Carallo, Laura Centemeri, Alessandro Chiappanuvoli, Sabrina Ciancone, Diana Ciliberti, Marta Cristianini, Carlo D’Angelo, Giulia De Cunto, Marco Del Fiore, Claudia Della Valle, Mirco Di Sandro, Mario Di Vito, Andrea Fantini, Anna Fera, Giulia Ferrante, Fabrizio Ferreri, Andrea Fulgenzi, Nicola Gabellieri, Sarah Gainsforth, Sabina Gala, Arturo Gallia, Matteo Giacomelli, Demetra Giovagnoli, Antonella Golino, Roberto Ibba, Esterina Incollingo, Davide Lucantoni, Veronica Macchiavelli, Enrico Mariani, Nicola Martellozzo, Luca Martinelli, Giada Mastrostefano, Barbara Mercurio, Maria Molinari, Savino Monterisi, Francesco Saverio Oliverio, Davide Olori, Giovanni Parisani, Cecilia Pasini, Giacomo Pettenati, Paolo Piacentini, Tommaso Rimondi, Stefano Rinaldi, Maddalena Rossi, Francesca Sabatini, Lorenzo Sallustio, Rita Salvatore, Sara Sartori, Stefano Sartorio, Federico Sofritti, Raffaele Spadano, Annalisa Spalazzi, Filippo Tantillo, Jacopo Trivisonno, Agnese Turchi, Francesca Uleri, Manuela Vinai, Valeria Volpe, Karina Zabrodina.

Commenta per primo! "Un vocabolario per le aree interne: cento parole per l’uguaglianza dei territori selezionate da Radici Edizioni"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*