Vaccinando in bicicletta

Per raggiungerli tutti, o quasi, il governo ha mobilitato anche i carabinieri e l’esercito che ieri, ad esempio, ha fatto tappa a Campo di Giove. Vaccinare i fragili è d’altronde la priorità e per chi tra loro, tanti, è impossibilitato a recarsi con le proprie gambe nei centri vaccinali, le dosi devono arrivare a domicilio.

E se da una parte ci sono “i carri armati”, dall’altra c’è anche chi la sua missione la fa più “umilmente” su due ruote. Stefania Gatta, medico di base di Sulmona, così, ormai da settimane il suo particolare porta a porta lo fa in bicicletta: da casa si è portata la sua borsa frigo, perché quella fornita dalla Asl è troppo grande e ingombrante e non entra nel cestino della sua e-bike. Pedalata assistita, certo, ma comunque missione faticosa, perché prima dell’inoculazione c’è la fase della persuasione: operazione delicata e basata sulla fiducia e nella quale i medici di base recitano un ruolo fondamentale, proprio per il rapporto diretto con i propri pazienti.

“Da un paio di giorni come medici di base – spiega Maurizio Cacchioni, responsabile per la Valle Peligna del sindacato Fimmg – stiamo dando una mano al centro vaccinale dell’Incoronata e dal primo giugno cominceremo a vaccinare nei nostri studi. Il nostro compito, però, è anche e soprattutto quello di fare i vaccini a domicilio e soprattutto scovare e convincere chi ha timore a sottoporsi alla puntura”.

Tornando alla dottoressa su due ruote, la sua è stata una scelta di efficienza e comodità: “Vado sempre in bici a dire il vero, anche quando faccio le visite – spiega la dottoressa Gatta – mi resta più facile per muovermi in centro, parcheggiare senza problemi e, perché no, promuovere anche la   mobilità sostenibile”.

E che il tempo, in questo caso, è particolarmente prezioso, essendo necessario somministrare i vaccini entro un arco temporale definito. Così la dottoressa Gatta la mattina, in sella alla sua bici, si reca nella farmacia dell’ospedale, carica qualche dose di vaccino e inizia il suo giro. Se finisce prima torna di nuovo in ospedale per un altro carico (video).

Lo sforzo per le vaccinazioni dei fragili a domicilio ha dato finora risultati importanti: medici di famiglia, carabinieri, esercito, medici volontari del Distretto di base e del servizio prevenzione, hanno già coperto in poco più di un mese (ovvero dal 13 aprile) circa l’80% della platea tra Valle Peligna e Alto Sangro, ovvero 700 persone circa su un migliaio e di queste oltre il 50% (circa 600) ha ricevuto anche la seconda dose.

Missione quasi compiuta, insomma, se non fosse per i buchi che a volte, spesso, si producono nelle forniture: ieri, ad esempio, è saltata la seconda dose ad un centinaio di anziani a Scanno che dovevano riceverla. E senza dosi, stai bene a pedalare.

3 Commenti su "Vaccinando in bicicletta"

  1. Romanticismo vaccinale.Bellissimo tocca il cuore.Evviva L’Italia con compreso Mattarella, Evviva l’esercito con i carri armati ariete dove ancora non ci montano il common-rail benché sia un brevetto anche italiano, Evviva la dottoressa Gatta con la bicicletta nuova.

  2. Peggio di film dell’orrore

  3. Della serie “VACCI A CASA”. Ottima idea.

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