
Dei tre Canadair annunciati in pompa magna l’altro ieri e ieri, da sindacoassessorepresidente, infatti, oggi all’opera ce n’era quasi uno.
In realtà alle pendici del Morrone questa mattina se ne erano presentati due, per lavorare sul doppio fronte di Sulmona e Pacentro. Qualche lancio e poi, alle 11:50, lo stop: uno è volato a Genova e l’altro, dopo il rifornimento a Pescara, si è fermato per un’avaria. Avaria anche per uno dei due elicotteri dei vigili del fuoco in azione, a cui si è aggiunta l’opera di quello dell’esercito.
Attualmente, dunque, su entrambi gli incendi di Pacentro e Sulmona stanno lavorando due elicotteri e un Canadair chiamato in sostituzione.


A spegnere materialmente l’incendio, insomma, non c’è nessuno, perché così hanno deciso i tre Dos (direttore operazioni spegnimento) dei vigili del fuoco che coordinano le operazioni: troppo complicato, dicono, salire ai margini del fronte e tagliare il rogo, ovvero fare l’unica cosa efficace per spegnere un incendio boschivo e cioè “batterlo”, rimuovendo la terra ed evitando l’effetto brace, quello che da un momento all’altro, come accaduto ieri, potrebbe far riaccendere le fiamme.

Stamattina il procuratore capo Giuseppe Bellelli ha fatto un breve sopralluogo, ma l’indagine operativa è stata affidata dal sostituto Aura Scarsella (titolare del fascicolo per incendio doloso) alla polizia giudiziaria della forestale-carabinieri che oggi è tornata a monte per restringere l’area di innesco, alla ricerca di indizi utili a scoprire i responsabili di questo attentato al patrimonio naturale dei Parchi.
Non sarà semplice, mentre il Morrone continua a bruciare e la macchina dei soccorsi affanna. “Io, speriamo che piova”
Quando non si fa un piano di prevenzione, ovvero canadair a disposizione e si decide a chiamata vengono solo se sono liberi, chess é p’ la Majella weh!