Caso Guido Conti, verso una nuova archiviazione

Non ci sarebbero indizi particolari o talmente sconvolgenti da far mutare la posizione della procura della Repubblica di Sulmona sul caso della morte del generale Guido Conti. L’inchiesta riaperta nel luglio scorso dopo l’opposizione avanzata dalla famiglia, si avvia infatti a conclusione con il deposito, avvenuto venerdì scorso, degli ultimi referti delle analisi suppletive fatte dal Ris di Roma sul mozzicone di sigaretta ritrovato vicino al cadavere di Conti e sul sangue di cui erano imbrattati i suoi abiti.


Secondo indiscrezioni, infatti, il magistrato titolare dell’inchiesta, Aura Scarsella, sarebbe decisa a chiedere per la seconda volta l’archiviazione del caso, non essendo emersi a quanto pare fatti nuovi o comunque tali da far ritenere che possa essersi trattato di un’istigazione al suicidio o ancora di un omicidio.
“Attendiamo la richiesta della procura e una volta valutati gli atti – commenta l’avvocato della famiglia, Alessandro Margiotta – decideremo se presentare eventualmente una nuova opposizione. Ci devono convincere che si sia trattato di un suicidio spontaneo”.


Un caso complesso quello della morte dell’ex generale dei carabinieri-forestali, trovato cadavere, con un colpo di pistola alla tempia, la sera del 17 novembre del 2017 sul monte Morrone, nel territorio di Pacentro, lungo una strada chiusa al traffico.
Una vicenda che continua a serbare misteri: dai rapporti con il nuovo lavoro dell’ex generale sul sito di Tempa Rossa della Total in Basilicata, ai dati del computer cancellati dallo stesso Conti qualche giorno prima della sua morte, fino alle telefonate furibonde che il generale ebbe, come raccontato da alcuni testimoni, qualche giorno prima di quel fatidico 17 novembre.

Commenta per primo! "Caso Guido Conti, verso una nuova archiviazione"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*