La Asl si difende ritenendo ininfluenti le irregolarità rilevate ai fini delle svolgimento delle attività ricordando come non sia stata presa in considerazione la richiesta di differire di 30 giorni l’ordinanza sndacale, un “tentativo” per tutelare in parte i pazienti “con patologie così delicate” e costringendo la Asla trasferire il servizio in ospedale per non sospenderlo, soluzione che “non consente di assistere al meglio i pazienti ai quali vanno somministrate terapie in modo continuativo: disagio che potrebbe ripercuotersi negativamente sugli utenti”.
“La nostra priorità assoluta”, dichiara il manager della Asl, Rinaldo Tordera, “è quella di tutelare la salute di pazienti fragili e con patologie croniche che hanno bisogno di un’assistenza costante, puntuale e meticolosa che solo la sede di viale Mazzini, ampia e organizzata sul piano logistico, può assicurare. E’ nostro dovere fare del tutto per offrire la migliore assistenza possibile a malati e famiglie”.
A sostegno della Asl sono accorse anche le associazioni dei paziente che chiedono di ripristinare il servizio nei locali di via Mazzini.
S.P.
Commenta per primo! "Chiusura Cim, la Asl ricorre al Tar contro il Comune"