Giro d’Italia, Sulmona sui pedali assistiti

E’ un Giro parallelo che ha anche e soprattutto un valore etico: quello della sostenibilità. Il Giro-E, dove E sta per elettrico, partirà per la sua nona tappa da Sulmona, passando per Pratola, Raiano, Castelvecchio, Ovindoli fino a Rocca di Cambio-Campo Felice. L’appuntamento è per le 9,30 di domenica prossima in piazza Garibaldi: balli, eventi e la solita allegria che porta con sé il Giro d’Italia, per poi mettersi sui pedali assistiti alle 11. Una settantina gli atleti coinvolti, tra cui, per questa tappa, anche tre sulmonesi (Paolo Pennestrì, Roberto Di Pietro e Aurelio Di Pietro) e un pratolano (Antonio Rossi), che correranno lungo 97 chilometri di tappa “una delle più belle di questa edizione” ha tenuto a sottolineare il direttore del Giro-E Roberto Salvador, collegato in video questa mattina da Faenza nella conferenza stampa di presentazione dell’evento tenutasi a palazzo San Francesco.

Tanti i partner per questo appuntamento organizzato da un Comitato promotore: dalla Banda di Introdacqua che tornerà ad esibirsi “come fosse una ripartenza dopo tanto tempo di reclusione”, l’associazione Giostra, quella Music and Dance, l’Asd Gravity Accademy, la Federazione handbike, la Fondazione Isal ed Esa energie e la Fondazione Carispaq che ha finanziato l’evento.

La competizione prevede tratti di strada percorsi in gruppo compatto (in tutto sono 7 gruppi, capitanati da un ex professionista) e alcuni tratti dove sono previste prove speciali di regolarità, con lo sprint finale riservato ai capitani. Quattro ore durante le quali i ciclisti saranno chiamati comunque a pedalare: “La bici elettrica arriva fino ai 25 kmh – spiega Aurelio Di Pietro – il resto lo fanno i muscoli. Insomma bisogna essere allenati”.

Al di là dell’aspetto agonistico, però, il Giro-E è una sorta di fiera itinerante delle ultime tecnologie applicate alle biciclette elettriche, ambasciatore di una nuova cultura della mobilità che mette al primo posto la sostenibilità. Un tema su cui il Centro Abruzzo può e deve puntare dal punto di vista turistico, perché il cicloturismo è uno dei settori in maggiore crescita negli ultimi anni e perché le nostre montagne (un po’ meno le nostre strade) si prestano bene al messaggio di un diverso modo di muoversi per svago.

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