Guerra nel Pd, Di Masci: “Dio ci salvi dalla Salvati”

Siamo solo al primo atto in casa Pd. Lo scontro, figlio di posizioni in evidente contrasto, non ultima sulla bretella ferroviaria che apre tra i Dem più di una crepa, si fa scena tra il circolo sulmonese e la consigliera Roberta Salvati nonché presidentessa della stessa sezione. Vengono a galla, i nodi e i nomi, quasi senza sorprendere che prima o poi potesse accadere, che quel doppio Pd sui due fronti opposti, uno alla maggioranza e uno alla minoranza, in fondo non potesse avere lunga vita e finisse ai ferri corti.

Alla Salvati che striglia quei Dem protagonisti di “inopinate e superficiali critiche rivolte all’amministrazione comunale” arrivano le precisazioni dell’altro Pd, quello di Di Masci che sentenzia “la Salvati è isolata all’interno della sezione” rimandando alla consigliera tutte le scenette e i burattini del comunicato in cui ha appellato l’attuale segretario Sergio Dante col nome di Bruno e del figlio Alessio.

Il Bruno Pd non si fa passare la mosca sotto al naso definendo imbarazzante la posizione della consigliera-presidentessa Dem “a noi – riferendosi a se stesso e a Fabio Ranalli –  la Salvati dice che dobbiamo passare alla maggioranza”. Lapidario no del consigliere di minoranza che ha precisato “i cittadini hanno votato la Casini e io resto all’opposizione a controllare”.

(foto Centroabruzzonews)

Ma è ben altra la freccia nell’arco di Bruno, perché ora a rimarcare l’isolamento della Salvati potrebbe essere proprio il rinnovo del direttivo Pd sulmonese nel mese di ottobre. “Una decisone presa all’unanimità dal circolo” spiega e sottolinea che lui a quella riunione non si è presentato per evitare l’accusa storica di influenzare le decisioni. “Il Pd non è spaccato è lei che è rimasta sola, è lei la dottoressa, che fa l’avvocata difensora delle cause perse – e prosegue – a breve andrà con il movimento civico, dio ci salvi dalla Salvati”, questione di tempo insomma per Di Masci.

Il consigliere si toglie altri sassolini dalle scarpe e sulla caduta di Ranalli, Peppino, l’ex sindaco dice “Non è caduto a causa di soli due consiglieri, mio figlio e Fabio Ranalli, gli altri che hanno firmato ce li ha lei in maggioranza, è lei che per coerenza dovrebbe stare all’opposizione”.

Alle accuse di essere diventato troppo “tenero” nel contrasto con l’amministrazione fa sapere  “sono stato accusato di essere perfino troppo propositivo come fai sbagli. La Nannarone mi ha dato del ‘vecchietto’ ma io non sono caduto nella trappola”.

Si dice inoltre ancora basito sulla risposta di ieri dell’ingegner D’Eramo e degli assessori  per i lavori fermi sulla gradinata di Santa Chiara: “Che risposte sono dopo un anno e tre mesi dalla mia prima richiesta, una presa in giro, vergognoso” pronto a prendere le registrazioni del vecchio consiglio e delle spiegazioni date allora.

Sul lavoro della sindacatura Casini si tace, è stato ad osservare evitando di attaccare perché qualcuno, fa sapere “avrebbe potuto dire che lo facevo perché avevo perso. Ma  – conclude – le cose non sono cambiate, ci sarebbe troppo da dire, problemi, difficoltà oggettive, a breve presenteremo richiesta di consiglio straordinario su ciò che non funziona: scuole, bretelle, sanità”.

Anna Spinosa

2 Commenti su "Guerra nel Pd, Di Masci: “Dio ci salvi dalla Salvati”"

  1. Dio ci salvi dai dinosauri e dai suoi figli!
    Nepotismo, non è un neologismo inventato ieri, ma a quanto sembra, inapplicabile per certe caste.

  2. Bruno potrebbe dare molto a Sulmona, se solo non avesse cosi tanto da chiedere.

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