I sassi di Tresca

Il palco era di quelli difficili e prestigiosi, fianco a fianco con il presidente di giuria Peter Greenaway (gotha della cinematografia e non solo britannica) e Terry Gilliam, l’unico americano – rinnegato – dei Monty Python, che con L’uomo più buono del mondo condivide il linguaggio dell’animazione. I concorrenti finalisti nella sezione documentario erano tutti di altissimo livello: appena cinque, selezionati sui 150 partecipanti, tra i quali l’opera di Angelo Figorilli e Francesco Paolucci che Il Germe ha presentato in anteprima a Sulmona a gennaio scorso. La location tra le più prestigiose, che della Cultura è diventata Capitale europea: a Matera la storia di Carlo Tresca e di Sulmona, ha tenuto banco, suscitato interesse e discussione.

Ieri, nella serata finale, il vincitore del Matera Film Festival, nella sezione doc, è stato The Promise di Leonardo Avezzano, storia del sogno di un palestinese che vuole scalare l’Everest, un sogno che l’attualità della cronaca, oggi, rende ancor più onirico. Ma il docufilm targato Sulmona (L’uomo più buono del mondo) porta comunque a casa una delle più grandi soddisfazioni, quella di essersi confrontato e di essere approdato, nonostante abbia già girato il mondo (da Sulmona agli Stati Uniti), in una competizione vera e non di nicchia. Tra i migliori cinque. Un grande Festival con un pubblico eterogeneo che si è appassionato alla figura dell’anarchico sulmonese che in molti non conoscevano neanche, anche se la sua storia ritorna, quasi per un destino inatteso, in quella di The Beat Bomb, documentario in concorso sulla Beat Generation dove le storie narrate si incontrano con quelle della famiglia Tresca.

“Eravamo in gara con documentari bellissimi. Ha vinto The Promise strameritatamente ma per noi Matera è stata importante comunque. Per la prima volta L’uomo più buono del mondo è stato proiettato davanti a un pubblico che non conosceva la storia – ci dice Angelo Figorilli – e la reazione è stata molto bella. Applausi e partecipazione al dibattito col pubblico. Carlo Tresca emoziona e accende la discussione”.

“Questo è un documentario che abbiamo profondamente amato – ha detto Maria Vittoria Pellecchia della commissione selezionatrice del Matera Film Festival – perché racconta la storia di un uomo che ha dedicato la sua vita al pensiero libero e alla lotta contro tutti i dispotismi”.

Un uomo partito, fuggito, da Sulmona e che ha inventato la rivoluzione e la lotta di classe negli Stati Uniti, trascinando e guidando folle oceaniche di lavoratori e scardinando il potere, fino alla sua morte, al suo assassinio, ottanta anni fa, su una strada di New York.

Un lavoro che è stato costruito sul doppio binario della narrazione storica e del ricordo, dove i protagonisti sono Tresca e il suo rapporto con Sulmona e che vede il contributo illuminante di Maurizio Maggiani. Lo scrittore doveva venire a gennaio scorso ospite a Sulmona per l’anteprima, ma fu costretto ad inviare un messaggio video dall’ospedale nel quale era stato ricoverato.

Ora, però, ha promesso di venire in Abruzzo: il 21 ottobre prossimo al cinema Massimo a Pescara, dove L’uomo più buono del mondo sarà di nuovo evento: “Una occasione rara per ascoltare lo scrittore dal vivo – aggiunge Figorilli – raccontare la sua passione per l’anarchico sulmonese diventato una leggenda del movimento operaio americano”.

Commenta per primo! "I sassi di Tresca"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*