Il film già visto: il Morrone brucia, probabile natura dolosa

Ferito, di nuovo, come quel brutto film di sei anni fa. Brucia, ancora, il monte Morrone: come un braciere nella notte, aspettando l’alba e quella finestra dalle sei alle nove di questa mattina che il direttore regionale della Protezione civile, Mauro Casinghini, definisce “propizia e operativa”. Che l’umidità è ancora fresca e il vento basso e da lì si capirà se il serpente di fuoco si riuscirà a placare.

Feriti di nuovo, gli uomini e le donne di questa terra e di questa montagna, che stazionano ai bordi della strada che porta a Bagnaturo, fino a San Pietro e poco più in là, dove l’incendio ieri pomeriggio è partito divorando veloce e sospinto dal vento caldo e dalla vegetazione secca, come non aveva fatto nel 2017. Guardano e indicano la montagna accesa: immagini deformate dal calore, dal fumo e dalle lacrime che gonfiano gli occhi.

Oltre cento ettari sono andati già in fumo, e tutto lascia pensare che il bilancio finale avrà altri numeri e ancora tanti giorni sul calendario. Ora che anche il meteo ha tolto la pioggia dalle previsioni e che bisognerà contare solo su uomini e mezzi. Cinquanta tra vigili e volontari, due elicotteri della Protezione civile, forse un Erikson da Capodichino (che ieri è stato dirottato altrove all’ultimo momento) e due aerei Canadair. Si tenta l’attacco alle fiamme, si studiano le strategie: chiudere la coda del fronte verso Sulmona, mettere in sicurezza le case a valle, presidiare la Casa Matta a nord, tentare di bloccare l’avanzata verso Roccacasale e verso la cima, per quel che si può.

Quel che è andato è andato, ormai, ed è molto, tra cui anche il simbolo della “resistenza” di sei anni fa, il rifugio di Colle delle Vacche, sembra ormai completamente divorato dalle fiamme. Con tavoli e sedie esterni nuovi e appena montati per il Ferragosto.

Come sei anni fa, di nuovo, il timore e quasi la certezza della mano dell’uomo, del dolo, dietro l’incendio: appena l’altro ieri un tentativo alla Caprareccia, poco distante, e domenica scorsa nello stesso punto, poco dopo la cava di Bagnaturo, da dove è partito ieri. Senza contare i segnali delle settimane scorse: a Santa Lucia, a Goriano e Prezza. Il procuratore capo Luciano D’Angelo ieri si è recato nell’ex cava dove sarà allestito questa mattina il quartier generale: in allerta ci sono tutte le forze dell’ordine per assicurare lo svolgimento dei soccorsi, ma anche per presidiare il monte ferito.

Si ricomincia con l’incubo, con quel brutto film di sei anni fa. Durato un mese e più, iniziato quest’anno con due settimane di anticipo.

La montagna è tornata a bruciare.

16 Commenti su "Il film già visto: il Morrone brucia, probabile natura dolosa"

  1. Si arriva sempre a scoppio ritardato ! Possibile che in questi anni non si sia capito come mai ciò venga messo in atto? Devono esserci grossi interessi, non può essere solo mano di qualche squinternato!

  2. Concetta Di Prospero | 26 Luglio 2023 at 07:32 | Rispondi

    Stanotte ci siamo sentiti male
    Sei anni fa no
    Perlomeno non alla Badia
    Ho ripensato a Plinio il vecchio alle esalazioni venefiche del Vesuvio…
    Ci lacrimano gli occhi da ore se risuccede di notte nel sonno si rischia l’asfissia
    Ci sentiamo pedemontani figli di un Dio Minore
    Portate soccorsi seri e consistenti
    Studiate eventualmente un piano di evacuazione
    Per ora sono morti migliaia di animali innocenti
    La Natura è offesa
    Rischiano però la vita le persone
    Una testimone sul posto

  3. Un’incendio appiccato nei pressi di cave dismesse, in basso, alle pendici del Morrone appena dietro le case della frazione di Bagnaturo, località facilmente raggiungibile dalla strada carrabile per Colle delle vacche e da una pista laterale, che non si riesce a controllare e spegnere in un paio d’ore, denota l’abbandono del territorio e la mancanza totale di vigilanza, nonché i ritardi nell’intervento in quanto impreparati, con pochi mezzi e uomini da attivare all’occorrenza.
    Di contro, si sono spesi decine e decine di miliardi di euro, letteralmente regalati per non fare un cazzo di nulla e starsene sui divani o a prendere l’aperitivo a cinque stelle a pigri e sfaccendati di ogni genere, per non parlare del regalo fatto a proprietari benestanti, costruttori, speculatori e banche per imbellire case anche di recente costruzione rimborsando addirittura il 110 per cento della spesa sostenuta.
    Ma in quale altro paese mediamente serio si potevano pensare provvedimenti del genere, che hanno contribuito ad aumentare il debito pubblico oltre ogni limite immaginabile, e non si è fatto nulla per una programmazione seria di interventi e manutenzione del territorio che avrebbe portato benefici alla sua messa in sicurezza e lavoro per milioni di persone.

  4. Condivido pienamente le parole di Sfiduciato.

  5. L'Avanguardista | 26 Luglio 2023 at 10:03 | Rispondi

    In Italia esiste una corposa normativa antincendio per edifici e attività di vario tipo.
    Se il verde montano è un bene pubblico inestimabile perché non pensare a tutta una protezione antincendio di questi grandi spazi con infrastrutture opportunamente localizzate, strade montane asfaltate che colleghino con più rapidità e permettano ai mezzi antincendio di salire sopra.
    In una parola PROTEZIONE ANTINCENDIO.

  6. Ma la nannarone che fine ha fatto con il comitato giustizia per il morrone? La mafia stavolta non c’entra?????

  7. Ora la Nannarone, come anni fa, scriverà subito al Ministro, accuserà il presidente del Parco di essere il principale responsabile dell’incendio, farà una ( ridicola) richiesta di accesso agli atti, ci metterà in guardia contro il rischio mafia ed altre minchiate del genere . Oppure starà zitta, memore della figuraccia che ha fatto. Tanto più che il suo obiettivo era solo quello di attaccare vigliaccamente il sottoscritto, del Morrone non glien’è ma fregato niente.
    PS
    Il fatto che persona di tal genere tenga in bilico l’amministrazione comunale da il segno del degrado politico di questi tempi

  8. L'Avanguardista | 26 Luglio 2023 at 16:03 | Rispondi

    Ho forti dubbi sul fatto che chi viene pagato per spegnere incendi abbia anche interessi ad accenderli. In qualche notizie indietro del Germe si ricorda la morte del pilota del CAN19 nell’incendio del 2007 presso Acciano.
    Ci sono certamente interessi speculativi di chi vorrebbe usare a fini edilizi parte di queste aree oltre la norma del divieto di legge sulle aree percorse da incendio.
    Ci sono certamente piromani che avrebbero bisogno di una buona visita dallo psicologo.

  9. Molta sfiducia | 26 Luglio 2023 at 18:29 | Rispondi

    “Ogni anno l’evasione fiscale in Italia ci costa quasi 1.700 euro a persona, poco più di uno stipendio medio a testa”… “Ogni anno, per l’evasione fiscale, circa 100 miliardi di euro continuano a mancare alle casse dello Stato. Con quegli stessi soldi il paese potrebbe pagare tre leggi di Bilancio”… “Nel programma della coalizione di cento-destra non viene mai menzionata la parola” evasione fiscale “. Il contrasto all’evasione fiscale compare invece nei programmi di tutti gli altri principali partiti.”… Sai quanta prevenzione si potrebbe fare con tutti quei soldi..

  10. Molta sfiducia... ma di parte | 26 Luglio 2023 at 20:15 | Rispondi

    … “ compare” soltanto… nella fase pratica, poi, i fatti hanno sempre certificato il nulla assoluto… i “ famosi “ cento miliardi” sono tutti da dimostrare altrimenti sono solo chiacchiere per dare a credere… invece di certificato ci sono gli oltre 200 miliardi di sperpero di denaro pubblico e caricati a debito sulla pelle di tutti gli Italiani, per il 110% … per il RDC… per la pandemia e per i milioni di mascherine farlocche, tamponi e banchetti a rotelle… questi politici son tutti uguali la differenza esiste solo per chi gli crede…

  11. Molta sfiducia | 26 Luglio 2023 at 22:46 | Rispondi

    Il tax-gap è l’indicatore dei dati sull’evasione fiscale. Misura l’impatto del mancato adempimento degli obblighi di versamento di imposte e contributi, contenuto nel NADEF, il documento in cui il Governo Italiano ogni anno aggiorna le previsioni economiche e finanziarie. Dati e numeri reali, non certamente chiacchiere per dare a credere.

  12. … aah, ecco… le famose chiacchiere di chi ha la pancia piena, molto piena… con lauti stipendi e prebende di ogni genere… e campa sulle spalle di chi ogni mattina si sveglia e deve correre, sudare, rischiare e sacramentare per cercare di mettere insieme il pranzo con la cena e far quadrare tutti i conti per pagare tasse e contributi così da assicurare il pagamento dei lauti stipendi ai “ pancia piena”… e quando non ce la fanno più a pagare tutte le gabelle imposte… finiscono nella NADEF come evasori… il famoso tax gap indica una cifra di circa 100 miliardi.
    Ma questi numeri e dati sono reali? O sovrastimati e di molto?
    https://www.startmag.it/economia/evasione-fiscale-italia-100-miliardi/

  13. In realtà nel 2019 per la prima volta il tetto dell’evasione fiscale è sceso sotto i 100 miliardi, recuperando svariati miliardi, ora sta tornando ad aumentare. Il fatto che solo i poveri evadano per necessità, mi sembra una visione un po’ romantica, esistono migliaia di grandi evasori ed evasori totali che proprio poveri non sono. Anche nel pubblico esistono sprechi enormi, per burocrazia, corruzione, privilegi vari. Quindi? giusto non fare niente per cercare di migliorare la situazione del paese e limitarsi a puntare il dito su chi è più furbo? Ma tanto poi sia i furbi che gli evasori votano e quindi va bene così…

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