Il “mistero” dei tagli finisce al Tar, la ditta contro l’ordinanza del Parco

E’ stata fissata al 17 aprile 2019 l’udienza per il ricorso presentato al Tar Abruzzo dalla ditta Zappa Benedetto Srl contro il Parco Regionale Sirente Velino nei confronti della Regione Abruzzo, della Stazione Ornitologica Abruzzese (Soa) e dei comuni di Molina Aterno e Castelvecchio Subequo (non costituiti in giudizio). Alla base del ricorso i tagli degli alberi avvenuti a gennaio scorso lungo le Gole di San Venanzio in piena zona Sic, Zps, Riserva regionale e Parco, un’area altro che protetta, blindata dalla normativa. Leggi nazionali ed europee che secondo l’Ente Parco la ditta non ha rispettato procedendo al taglio “convulso” e illegittimo (tanto che neanche l’apposito ufficio regionale ne sapeva nulla) mettendo in serio pericolo specie vegetali ed animali protette, il tutto utilizzando mezzi cingolati lungo le sponde del fiume e chi più ne ha più ne metta deturpando in modo irreparabile l’habitat con “effetti per decenni”. Insomma il Parco aveva chiesto “la riduzione in pristino e la ricostituzione di specie vegetali a spese del trasgressore”. E’ a questo che nello specifico la ditta appaltatrice dei lavori si è opposta dopo aver ricevuto mandato dal Genio Civile della Regione di procedere ai tagli con “somma urgenza” a seguito di una lettera da parte di Rete  Ferroviaria Italiana che segnalava le condizione di pericolo per la circolazione dei treni sulla tratta L’Aquila-Sulmona.

Le cose che non tornano nella vicenda sono davvero tante: la mancanza di una Valutazione di incidenza ambientale (VIncA), obbligatoria per qualsiasi intervento sui siti Natura 2000 e non c’è urgenza che tenga: non sono cioè previste deroghe di alcun tipo, confusa pare con la Valutazione di impatto ambientale (Via), questa si non necessaria; l’assenza di molti degli attori coinvolti alla riunione convocata in tutta fretta il 2 gennaio scorso per il 5 presso il comune di Molina, che però non valeva come un “silenzio assenso” (ma a questo punto preso come tale) poiché, a parte tutto, il Parco si aspettava la VIncA per rilasciare un parere che poi sarebbe stato negativo a leggere le memorie, soprattutto in considerazione dei tagli a raso le cose si potevano fare diversamente insomma. A maggior ragione perchè ad essere tagliati sono stati in quell’occasione anche gli alberi sull’altra sponda del fiume “strumentalizzando” la questione distanze secondo Soa, senza alcun tipo di intervento e relazione da parte di tecnici specializzati in grado di valutare quale pianta tagliare e quale no (valutazione di stabilità), tutte considerate indistintamente “pericolanti”. Sollevata la polemica da parte di alcuni cittadini, intercettatata dalla Soa, il polverone sulla “cattiva” gestione ambientale si è presto alzato così da condurre l’associazione ad un esposto ed il Parco stesso a bloccare i lavori, ormai conclusi, e ad ordinare di far tornare tutto come prima (come se si potesse).

Zappa nel suo ricorso, invece, sembra strutturare la sua difesa proprio sulla somma urgenza intimata dalla Regione che quindi gli consentiva di non valutare l’incidenza dei suoi interventi su specie vegetali ed animali. Non solo. La ditta solleva anche l’incompetenza del direttore Oremo Di Nino nel sottoscrivere l’ordinanza che a suo parere sarebbe stata prerogativa del presidente. In attesa della prossima udienza l’ordinanza del Parco resta al momento sospesa. Sullo “scempio” erano intervenuti anche il Comitato TerrA, i Comitati Cittadini per l’Ambiente ed Altrementi parlando di “Abruzzo sotto attacco” dal punto di vista ambientale e chiedendo alla magistratura di fare chiarezza.

Simona Pace

2 Commenti su "Il “mistero” dei tagli finisce al Tar, la ditta contro l’ordinanza del Parco"

  1. Come sempre nell’italietta le rsponsabilita’ sono altrui,nel caso dell’ azienda chiamata,quindi incaricata, da chi? Ecco i responsabili,loro dovevevano premunirsi di tutti i nulla osta..naturalmente i politici e i manager da loro indicati giocano a nascondino,meglio tra cani non si mordono,finira’ come sempre:pagano i contribuenti,pedate,e poi pedate ai cialtroni responsabili di certo non la ditta e i suoi dipendenti,o no?

  2. La solita (cercata e voluta) approssimazione gestionale degli enti amministrativi locali, sempre e solo dopo l’intervento e l’interessamento di qualcuno e sempre a posteriori e a cose compromesse e ormai irreparabili e questa volta a danno delle sponde dell’Aterno (troppe e).

    Improbabile quanto strano che nessuno, dal Comune ai carabinieri forestali, dal cittadino e perchè no al titolare della ditta operante, ma anche alle associazioni ambientaliste abbia notato lo scempio che si stava realizzando, senza che nessuno si sia preoccupato di allertare qualcuno per chiedere lumi o per fermare i lavori.

    Un foglio di carta, a quando pare non condiviso da tutti gli enti coinvolti e da coinvolgere è bastato alla ditta a compiere il disastro dei tagli degli alberi, si li dove era autorizzato (???) ma anche la dove non lo era (???) e cioè l’altra sponda del fiume… e si, perchè la ditta, spinta da amore per la tutela della natura (o forse per il legname – anche se ahimè ammalorato sempre a loro dire) è andata anche oltre i suoi compiti e doveri.
    Forse più semplicemente è stato solo un semplice “taglia taglia” gestito male e applicato nella zona (intesa come visibilità) sbagliata 😉 , qui in questa zona marginale dell’Abruzzo interno (ma lo è ormai tutto l’intero Abruzzo interno), dove un foglio detta legge… e dove una ditta ne fa l’applicazione a suo uso e costume senza nessun controllo di nessuno, ma nessuno nessuno organo e nel “silenzio assenso e consensoooo ” dei più ignobili.

    E per fortuna ancora non c’è la temuta legge forestale… sai quante querce secolari scompariranno nel fitto di un bosco perchè tutte ammalorate e pericolose… nascoste alla vista dei più.. boschi percorsi da sole mulattiere (se vi sono) e non dalle strade statali “percorse” oltre che dagli autoveicoli e anche dai mezzi di sorveglianza ( ed è chiaro quale!!!) anche da ingenti contributi di messa in sicurezza (e li i soldi si vedono bene come vengono spesi.. eccome).

    Ahhh.. Il recupero legname è assicurato… in una giornata come tante nell’inverno subequano quei tronchi ordinatamente accatastati per tipologia e pezzatura si volatilizzeranno come la nebbia… se non prima (per farli essiccare nella stagione estiva) … e nessuno che percorrà la statale se ne accorgerà…

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