Non c’è somma urgenza che tenga, la V.Inc.A (valutazione di incidenza ambientale) doveva essere richiesta senza se e senza ma. Ad affermarlo è il servizio valutazione ambientale del dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche ambientali della Regione Abruzzo. Il Genio civile regionale, insomma, sarebbe dovuto passare di lì prima di fare strage di alberi alle Gole di San Venanzio (zona protetta perché riserva regionale, zona Sic e parte del Parco Sirente Velino) per tutelare il transito ferroviario. Le leggi sono state, dunque, palesemente violate (la regionale 3/2014 e la direttiva comunitaria sulla valutazione di incidenza per la tutela di habitat e specie di interesse comunitario).
Non per nulla il Parco Sirente Velino, all’indomani del “tabula rasa”, era intervenuto con una ordinanza di blocco ai lavori per l’assenza del nulla osta e dunque della V. Inc.A, intimando anche il ripristino dell’area. Ente che, però, non si era presentato alla conferenza dei servizi convocata tra le parti il 5 gennaio scorso e che non ha risposto al Genio che l’11 dello stesse mese annunciava l’inizio dei lavori. Dalla sua il Parco afferma di non aver ricevuto comunicazioni. Nel frattempo il Genio aveva dimenticato di avvertire anche un altro ufficio regionale competente in tagli boschivi che, quanto meno, avrebbe dovuto ricevere
“Gli interventi di Parco e Regione sono uno schiaffo per il Genio Civile regionale a cui abbiamo anche chiesto un accesso agli atti perché vogliamo andare fino in fondo” dichiara Augusto De Sanctis, presidente della Soa. In pericolo, deturpato, è stato un habitat di “enorme pregio” con fondi pubblici (55mila euro per il taglio). “Quello che sorprende- aggiunge De Sanctis- è come sia stato possibile che nessun organo di controllo, ad esempio i carabinieri forestali, si sia accorto di quanto stava avvenendo nonostante il taglio riguardasse aree limitrofe ad una strada statale, perfettamente visibile da chiunque passasse anche guardando dal finestrino”. C’è da riflettere “sulla capacità di deterrenza e di sorveglianza che si esercita nelle aree protette in Abruzzo” conclude. E intanto quegli alberi, ormai morti, giacciono lì lasciando in bocca un amaro retrogusto in tema di gestione ambientale nell’Abruzzo “regione verde d’Europa”, sotto attacco per il comitato Terra. Il danno è stato fatto.
Usciranno mai i colpevoli?