Impianti sciistici: slalom tra il Covid

Che si potesse riaprire il 7 gennaio nessuno o quasi ci credeva, tuttavia gli operatori del circo bianco sono comunque pronti a ripartire, neve e freddo permettendo. La riapertura degli impianti da sci il 18 gennaio decisa ieri dal ministro Speranza non troverà impreparati gli operatori e in particolare quelli di Roccaraso che, in realtà, i motori li hanno scaldati già da tempo.

In Alto Sangro, infatti, i cannoni sparano già da tempo e le seggiovie girano già da mesi, anche se semivuote essendo riservate ai soli atleti iscritti alle gare Coni: “Quattrocento in tutto gli skipass – spiega Roberto Del Castello – a fronte di una macchina che gira a pieno regime. Lo scorso anno avevamo inaugurato la telecabina e ci hanno chiusi prima, quest’anno speravamo, visti anche freddo e neve, di poter anticipare l’apertura a novembre. Ora aspettiamo di poter aprire per cercare di limitare i danni”.

A Roccaraso, d’altronde, si dicono convinti di essere in grado di rispettare e far rispettare le misure di prevenzione: il 50% degli sciatori su ogni singolo impianto, ma anche meno: 2 persone anziché 3 sulle cabinovie (dove ce ne andrebbero 6 normalmente) e in 4 anziché in 10 sull’ovovia.

“Soprattutto però – spiega Del Castello – i nostri impianti godono di accessi e arroccamenti diffusi, con 27 biglietterie che poi sono quelle che creano assembramento”. Per il resto ci sono le mascherine e la necessità, soprattutto, di regolare l’afflusso nei punti ristoro e chalet, che sono quelli più a rischio.

Anche Campo di Giove è pronta ad aprire, anche se sulla Maiella manca la neve e senza quella non si può sciare qui, perché non c’è il sistema di innevamento artificiale. “Vedremo come mette il tempo nei prossimi giorni – commenta il vice sindaco Stefano Di Mascio – gli impianti sono già in concessione al gestore, non appena ci sarà la neve si provvederà alle autorizzazioni necessarie. Per quanto riguarda gli assembramenti qui non abbiamo grandi problemi di affollamento e gli skilift garantiscono il distanziamento”.

Chi non aprirà, ma non per il Covid, è invece Scanno che ha appena rilevato dal fallimento gli impianti: “C’è bisogno di interventi strutturali – spiega il sindaco Giovanni Mastrogiovanni – e poi di neve non se ne vede finora. Lavoreremo più in vista dell’estate per attivare il turismo legato non allo sci ma alla montagna in quota”.

Sempre Covid, vaccini e curva epidemiologica permettendo.

2 Commenti su "Impianti sciistici: slalom tra il Covid"

  1. Quindi il 24 a Pratola Peligna tutti pazzi a fare aperitivo… poi al Marvin tutti scriteriati a bere il Campari e sono fioccate le multe….. tra qualche giorno tutti a sciare, a fare le file per lo skipass e ad intasare il nostro già stressato pronto soccorso per i sicuri e prevedibili infortuni. Poi le scuole con i bus stracarichi e le aule piene di alunni….
    Poi a febbraio marzo di nuovo zona rossa…. poi a Pasqua la Madonna non scappa ed a giugno il bonus per andare in vacanza

  2. Intanto a Whuan hanno festeggiato in migliaia in piazza il nuovo anno

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