La sveglia silenziata

La levataccia alle quattro del mattino, dodici ore fuori casa e il ritorno per l’ora di cena. Poi subito a letto, non prima di ripuntare la sveglia per l’alba del giorno seguente. Questa è stata la vita di Emanuele Incani, cinque giorni ogni settimana per tre anni, fino al 2019. Lui, come tanti altri ex pendolari che il lavoro lo hanno nella Capitale, ha deciso di mettere un punto. Valige in mano e via, verso Roma. Per viverci assieme alla famiglia: moglie e due figlie. Un nucleo familiare composto da quattro persone che ha lasciato la patria di Ovidio per trasferirsi all’ombra del Colosseo. Per una vita che non sia costantemente sui mezzi; per opportunità, servizi e prospettive.

La storia di Emanuele è il paradigma dello spopolamento di Sulmona, che neanche tre giorni fa è ufficialmente scesa sotto i 22mila abitanti, secondo l’Istat. Che poi, il dato dell’Istituto nazionale di statistica è relativamente recente. Il calcolo si riferisce al mese di novembre 2023, ed è l’ultimo possibile da prendere come riferimento sul sito internet dell’Istat. Emanuele e la sua famiglia, inoltre, fanno parte di quei “residenti fantasma” che solo sulla carta sono ancora compresi tra i 21.933 abitanti rimasti Sulmona. Infatti, non hanno ancora cambiato la propria residenza. Loro come molti altri, che nella teoria sono cittadini, ma nella pratica vivono ben lontano dalla Valle Peligna. Un dato che non fa altro che aggravare la statistica e fa sentire tutti un po’ più soli in questa valle che spinge sempre più all’emigrazione. Anche perché i collegamenti sono ormai ridotti all’osso. Verso il versante adriatico permangono gli eccessivi tempi di percorrenza sui binari, con la velocizzazione della linea per Pescara esclusa dai fondi Pnrr. Molto più completa l’offerta ferroviaria che collega Sulmona con la capitale, ma con tempi biblici considerando che il treno che impiega meno tempo (quello delle 06:19 di Trenitalia) copre l’intera tratta in 2 ore e 26 minuti. Appena due le corse su gomma in direzione Roma offerte da TUA: quella delle 05:00, attiva dal lunedì al venerdì, e quella delle 18:30 dei giorni festivi. Fotografia di un territorio sempre più isolato.

“Pensavo che con lo smartworking il trend si sarebbe invertito – ci spiega Emanuele -. Purtroppo così non è stato. Vedo tanti giovani neoassunti, provenienti dalle aree interne, che hanno opportunità di lavorare in smart. Loro preferiscono rimanere a Roma. Non vogliono tornare a casa. Lì non vedono prospettive”.

E proprio le prospettive occupazionali mancano in Valle Peligna e, più in generale, in tutto l’Abruzzo. Il terzo trimestre del 2023 si è chiuso con un tasso di disoccupazione regionale pari al 7,8%. Ancor più alto è quello giovanile, al 16%. Situazione che si aggrava ancor di più nel comprensorio peligno, dove l’unica via di fuga sembra, appunto, quella di fuggire lontano dalla Maiella. Non è catastrofismo, ma la realtà dei fatti: una generazione di attuali 40enni e 50enni, si è trovata costretta ad andare via dal comprensorio, portando con sé bagagli e famiglia. Quelli sono abitanti persi. E lo sono per sempre, con i loro figli che difficilmente torneranno in pianta stabile dove ci sono le proprie radici.

“Ogni tanto il fine settimana torno a Sulmona – spiega Emanuele -. Una volta al mese vengono anche le mie figlie. Qui, però, non tornerebbero a vivere. E’ impensabile per loro che ormai fanno parte del tessuto sociale romano”.

Una generazione persa che equivale ad un’emorragia per la città che appena dieci anni fa contava 25.000 residenti. Già, perché quella generazione non si recupererà con la natalità locale, appena sufficiente per mantenere in vita il punto nascite dell’ospedale SS. Annunziata. Anche qui lasciamo parlare i dati: appena 94 parti tra gennaio e novembre 2023. Un dato che viene superato dai decessi già nel mese di aprile, con un numero di morti che a novembre 2023 si attesta a 282: il triplo, in pratica. In negativo anche il saldo migratorio interno (-103) e quello di iscritti come residenti per altri motivi (-39). Conti alla mano, da gennaio a novembre 2023 Sulmona è passata da 22.200 abitanti a 21.933, nei quali sono contati anche coloro che, come Emanuele e famiglia, a Sulmona non vivono. Una perdita di circa trecento anima e che proietta la città verso il calcolo fatto da Aldo Ronci, che vede Sulmona con 16.000 abitanti entro il 2041.

Uno spopolamento irreversibile, causato dalla politica in ogni suo piano della scala piramidale: dalle scelte a livello nazionale, fino alle politiche regionali e locali.

E’ tempo di puntare la sveglia per il territorio, così come faceva Emanuele ogni mattina per prendere quel bus verso Roma.

23 Commenti su "La sveglia silenziata"

  1. Per fermare quella che ormai è una vera e propria emorragia demografica ciò che realmente serve è creare un’economia locale (evidentemente non basta il confetto): non avrebbe alcun senso trasformare Sulmona e i centri circostanti nell’ennesima “città dormitorio”, di gente che di mattina scappa a Roma o all’Aquila o a Pescara e poi torna solo per dormire.
    Il punto, dunque, non è velocizzare i collegamenti ferroviari tra Sulmona e Pescara da una parte e Sulmona e Roma dall’altra (interventi che, peraltro, sono decisamente meno importanti e meno prioritari rispetto agli interventi, oramai indifferibili, che da decenni reclama il nostro bistrattato capoluogo); il punto, come detto è creare condizioni perché la gente possa vivere e rimanere nella zona.
    Certo è che se, a livello nazionale e regionale, si potessero le condizioni per un esteso sviluppo del nostro capoluogo, poi – per ovvio riflesso – i benefici di estenderebbero anche a Sulmona e ai vari centri peligni.
    È forse questo che il nostro Governatore Marsilio proprio non riesce a capire.

    • Luigi Gagliardi | 18 Febbraio 2024 at 08:19 | Rispondi

      Esplicita il tuo piano o le tue idee per creare le condizioni per rimanere in loco.
      Che intendi per sviluppo? Cosa porteresti sul territorio?

  2. “…il nostro bistrattato capoluogo…”: ma che stiamo su “Scherzi a parte”?

  3. Come capisco e condivido la scelta del signor Emanuele. Ho perso il lavoro da qualche mese, ho inviato e portato personalmente curriculum ovunque. A qualche imprenditore locale, quelli tanto decantati su queste pagine, ho anche scritto una mail chiedendo se avessero preferito ricevere il C.V. personalmente da me o via mail e non mi hanno nemmeno risposto. Un gran bel futuro aspetta questa valle

  4. Personaggi politici di dubbia moralità …..la questione morale che a molti sembra di seconda importanza e’ invece fondamentale !
    Dove non c’è meritocrazia non c è sviluppo .
    Ognuno è causa del suo male …..alle prossime regionali mi raccomando votate i soliti politici poltronisti 👍👍

  5. Questa è la situazione che vive Sulmona ed in questo servizio si intuiscono le amare prospettive future.
    In questi giorni quando vedo
    gli spot elettorali non so se piangere o ridere

  6. Come Emanuele ci sono autobus pieni di pendolari, e dietro di loro altrettante famiglie. Persone che hanno scelto di rimanere in valle, di stabilirne le radici e gli affetti, persone che spendono gli stipendi nella valle, quegli stipendi che non sono garantiti qui. Bisognerebbe apprezzare lo sforzo di tanti che come Emanuele si alzano alle 4 e ritornano alle 20.00. Ripagare tale sforzo con più corse, con collegamenti più organizzati e logisticamente più sensati tra Sulmona Avezzano e Roma è il minimo che un’amministrazione possa fare.

  7. La cosa peggiore è pensare che gli uomini possano avere la capacità di combattere fenomeni di portata storica. Signori cari i giovani non restano ne’a Sulmona, ne’ nelle aree interne dell’Emilia Romagna e ciò accadde per un motivo molto banale: processo di urbanizzazione conglamato e legato in larga parte alla specificità delle nuove professioni. Non è che se porti tre fabbriche riduci lo spopolamento perché quei giovani che partono non hanno alcun interesse a fare gli operai (altrimenti non si spiegherebbe come Popoli abbia comunque perso 800 abitanti negli ultimi 12 anni) Se a questo aggiungi che in pochi fanno figli, il senso dell’ineludibile risulta chiaro. Per rallentare (solo per rallentarla) l’emorragia abbiamo solo una possibilità: un collegamento rapido con Roma e Pescara. Se l’incani di turno vive a centocelle o a Battistini per raggiungere il suo lavoro alla parte opposta di Roma non impiegherà meno di un’ora comunque meno del tempo impiegato attualmente per arrivare dalla valle Peligna a Roma. Se incani o chi per lui potessero prendere un treno rapido alle 7:30 del mattino ed essere a Roma termini alle ore 09:00 probabilmente resterebbero a vivere a sulmona dove per molti aspetti la qualità della vita è superiore rispetto a quella di tante periferie romane.

  8. Un territorio dove le imprese vengono vessate dalla PA e munte con periodicità puntuale dagli enti preposti. Occorre una defiscalizzazione totale per cui decide di spostare la residenza e domicilio reale nella valle peligna. Poi vediamo come cambia l’aria. Qui abbiamo troppi politici che provengono dalla PA e quindi con stipendio sicuro che non riescono nemmeno a capire il linguaggio delle imprese e quindi non sono capaci di ascoltare il territorio.

  9. Sia benedetto Schiappa, che ci ha permesso di viaggiare per Roma ogni giorno in maniera “quasi” vivibile.

  10. “Al 1 Gennaio 2023 risultano iscritti nelle anagrafi comunali dell’Emilia-Romagna 4.460.030 persone.
    Rispetto alla stessa data del 2022 si contano 2.024 residenti in più, con un aumento percentuale dello 0,05%”

    “In Abruzzo la popolazione residente al 1 Gennaio 2023 è pari a 1.269.860 unità, cioè 6.090 in meno rispetto al 2022, quando i cittadini erano 1.1275.950”
    Evidentemente quello dello spopolamento è un fenomeno che si può contrastare.
    La strada migliore per farlo non credo sia il completo disinteresse per le aree interne, come in Abruzzo accade, anche se portano pochi voti, perché poi, come per un cane che si morde la coda, la chiusura di attività produttive, uffici e servizi, e la conseguente desertificazione, porterà al ribasso i dati economici di tutta la regione.
    E questo, per qualsiasi compagine politica, sarebbe un pessimo risultato.
    È un ovvietà, ma se trovassero lavoro, tanti giovani resterebbero ben volentieri a vivere nelle loro città.
    Quindi, considerata la gravità del fenomeno per l’Abruzzo, la priorità della politica regionale dovrebbe essere un tavolo permanente di supporto alle aree maggiormente in difficoltà per cercare strategie utili a consentire uno sviluppo maggiormente uniforme dell’economia regionale.

  11. sub lege libertas | 18 Febbraio 2024 at 13:49 | Rispondi

    Capisco bene il caro amico Emanuele, sono 16 anni che mi muovo da Sulmona verso Roma e posso constatare che in questo arco temporale abbiamo fatto notevoli passi indietro, soprattutto dopo il periodo Covid che ha dato il via al taglio dei collegamenti.
    Ci sono fasce orarie completamente scoperte, che rendono difficile la vita dei pendolari.
    Consiglio a tutti i candidati alle regionali di affrontare anche questi temi nella loro campagna elettorale, occorrono oggi delle certezze per poter fermare questa emorragia demografica.

  12. … Un’ ovvietà…

  13. Sono ornai 4 anni che risiedo a Sulmona ma vivo fuori regione per lavoro ,adesso ho preso la decisione di comprare casa, farò parte dei giovani che salutano Sulmona , nella mia classe liceo eravamo in 21 ci siamo ritrovati in una cena, in 16 viviamo fuori Sulmona.

  14. Senza speranza | 18 Febbraio 2024 at 21:36 | Rispondi

    Colpa della cattiva politica incapace di valorizzare il territorio , attrarre investimenti, aiutare le famiglie fornendo servizi, incentivare il turismo , rendere attraente restare nei piccoli borghi … così ci si accontenta di barattare un posto da netturbino ! Si sceglie la strada facile piuttosto che battersi per il bene comune … e quando una azienda viene saccheggiata, chiude o fa i bagagli , la cosa passa del tutto inosservata! Perché finché non ci tocca, va bene così …

  15. Si è ottimisti a pensare che si arrivi a 16.000 residenti nel 2041. Anche se la proiezione matematica lo certifica, secondo me ci si arriva molto prima. Lo spopolamento delle zone dell’alto Sangro parte dagli anni 80/90. Purtroppo questo è il risultato di politici che si sono succeduti in questi anni che non hanno una visione programmatica e strategica del territorio. Sarebbe necessario da parte di tutti essere meno legati alle ideologie del partito, ma pensare in primis allo sviluppo del territorio tutto.

    • Condivido il suo post, ma più che lo slegarsi dalle ideologie del partito (che tramuterei in ordini di partito),basterebbe essere più lungimiranti nell’operare per il “bene e interesse comune” e l’essere meno coinvolti nel “personale”.
      Inutile dire che le mie sono parole al vento.

  16. Senza far torto ad alcuno lasciatemi dire gli abbandoni comunque hanno un peso diverso.
    VOGLIA DI ANDARSE intitola una cosa cje mi auguro di pubblicare appena poswibile.
    E’ la narrazione di quanto oramai una generazione dei mihliori a lasciarci. E’ triste ma perchè fargli il torto xi fermarli!.

  17. Ci serve solo il lavoro… lavoro e ancora lavoro, da parte di aziende solide e strutturate che potenzialmente potrebbero investire nella Conca Peligna… ma dubito che ne troveremmo… non verrà più nessuno, dopo che abbiamo contribuito a distruggere e far scappare a gambe levate quelle che vi si erano insediate negli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso.
    Lo spopolamento sarà irreversibile, ci travolgerà e sarà molto più veloce di quello preventivato, con il calo della popolazione i servizi peggioreranno, gli immobili si svaluteranno per l’offerta che supererà, e di molto, la domanda.
    Altro che linea veloce Roma- Pescara… quando il traffico merci e passeggeri viaggia perlopiù sulla dorsale ferroviaria, autostradale e navale adriatica… non raccontiamoci le favole… la politica ci aveva già declassato anni fa, dalla sanità ai trasporti… e il loro massimo esponente voleva tagliarci anche la linea autostradale, deviandola con le famose gallerie nei pressi delle Gole di Popoli… a noi avevano riservato lo smembramento di Colle Macerre con la mega cava… il cementificio… l’incenitore dei rifiuti ospedalieri… oltre che riempirci di monnezza puzzolente a Noce Mattei… diventeremo la “ capitale regionale “ dei rifiuti.
    E non disperiamo… altri “ sciacalli” arriveranno, con le loro industrie inquinanti.
    I politi “ strillano” per le infrastrutture… e non sono capaci di far ripristinare qualche corsa in più da e per la capitale… dopo le 18:40 se non fosse per ‘ SAN ‘ PRONTOBUS saremmo costretti a dormire sotto i portici della Stazione di Roma Termini, o in alternativa a spendere tutto lo stipendio nei B&B o nelle stanze dormitorio con 6/8 posti di letto e un solo bagno.
    Ma un’arma ce l’abbiamo… non ci lasciamo incantare per l’ennesima volta dalle sirene e ideologie politiche, e restituiamo le tessere elettorali… ci vuole solo un po’ di coraggio… ma è quello che manca, siamo diventati una Valle di conigli.

  18. Cari candidati Presidente di Regione, Consiglieri Regionali se non anche Assessori Regionali… vi si stanno sturando le orecchie???
    O già è tutto previsto e resterà irrisolto per altri 5 anni?

  19. Certamente non dipende tutto dai trasporti. Molto fa la chiusura culturale della valle ripiegata a esaltare a se stessa le proprie eccellenze.
    Io, “fuggita” oltre 30 anni fa, se avessi trovato anche solo un barlume di vista sistemica e prospettica, una mentalità lontana dal “a chi sci la figlia tu”, un briciolo di servizi di base in più per l’infanzia, probabilmente con i miei due figli piccoli, 10 anni fa, sarei potuta tornare dall’Emilia, tanto ricca quanto inquinata.
    Avrei avuto forse l’aria pulita delle montagne ma nessuna offerta pediatrica, nessuna proposta culturale, scolastica, artistica, scientifica per i bambini, parificabili a quelle emiliane.
    Sulmona si può amare per tutta la vita, e io la amo, ma non è il luogo da vivere per tutta la vita, e questo diventa chiaro se hai già messo un piede fuori durante il periodo degli studi universitari. Il tema dei trasporti è solo uno dei tanti.
    Apprezzo tutto ciò che pochi coraggiosi stanno tentando di fare per invertire la rotta e faccio il tifo per loro.

  20. La mancanza principale dei sulmontini è quella di avere una mentalità egoistica, non sanno il significato di cooperare o meglio non lo applicano. Ne abbiamo avuto vari esempi di politici locali di ogni schieramento. Il problema principale è la mancanza del lavoro poi tutto il resto. A chi dice di stare attenti alle prossime votazioni chiederei: di tanti candidati consiglieri a Sulmona (una marea) chi salviamo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*