L’abbaglio del CSS, Cogesa al bivio dell’abisso

All’origine era Refolo, poi diventato Attritor-Mil: un’evoluzione tecnologica, si fa per dire, costata centinaia di migliaia di euro finora (tra acquisti e noleggio di tensostrutture) che avrebbe dovuto avere lo stesso scopo, quello cioè di produrre CSS (combustibile solido secondario) e allo stesso tempo di ridurre i conferimenti in discarica del 70% almeno, allungandone di decenni la vita.

Gli avvertimenti dei Comitati e non solo, sull’obsolescenza del sistema, però, non sono serviti a far desistere le governance della partecipata incapaci di guardare in prospettiva e di stare al passo con i tempi: tre anni fa l’autorizzazione e il finanziamento della Regione, solo a marzo scorso il permesso a costruire del Comune e le fondamenta per il capannone che dovrà ospitarlo già gettate.

Operazione che, dice ora il perito incaricato dal Cogesa, l’ingegnere Giovanni Cavallo, non serve, non è servita e soprattutto non servirà.

Dopo le pesanti censure sulla gestione della discarica, infatti, la relazione del tecnico incaricato getta un’ombra pesantissima sul futuro della partecipata, proprio in relazione agli investimenti previsti sulla linea del CSS che, in teoria, e solo in teoria, è destinato ad alimentare cementifici e centrali termoelettriche. Solo che, spiega il perito, di cementifici autorizzati in Abruzzo ad utilizzare il CSS come combustibile ce n’è uno solo, l’Italsacci di Cagnano Amiterno, che lo scorso anno ha utilizzato appena 8mila tonnellate di questo combustibile, in un contesto nazionale dove il consumo si attesta su una quota insignificante pari a 64.237 tonnellate, tanto più che di centrali termoelettriche autorizzate ad alimentarsi con il CSS non ce n’è una in tutta Italia.

Insomma “l’oro marrone” su cui aveva puntato Cogesa non ha mercato in Italia e per essere trasferito all’estero avrebbe bisogno di investimenti ingenti: spazi per lo stoccaggio e un sistema di imballaggio adeguato al trasporto ferroviario o su nave. “Non è prudente basare l’equilibrio economico-finanziario dello studio di fattibilità – scrive Cavallo – sull’ipotesi di collocamento del CSS a titolo non oneroso in impianti autorizzati o addirittura remunerativo”. Né si può conferirlo in discarica, perché per legge esso è una fonte energetica e non più un rifiuto.

Anche se fosse, aggiunge il perito, c’è il competitor di Cogesa, Deco, che da solo è in grado di soddisfare la domanda non solo del CSS (che deve essere certificato), ma anche della gestione dei rifiuti di tutto Abruzzo.

Il Cogesa, in altre parole, così come è, e soprattutto in vista dell’esaurimento della discarica, sua vera e unica cassaforte, non ha ragione di esistere.

Il perito disegna quindi tre opzioni, nessuna delle quali, a dire il vero, rassicurante: la prima, detta “inerziale” è quella di conservare l’impianto così com’è e inviare il sovvallo a terzi per la produzione di CSS: costo stimato 186 euro a tonnellata. “Lo scenario – scrive il tecnico – è sostenibile a condizione che il trattamento sovvallo presso terzi abbia un costo inferiore a 115 euro a tonnellata compreso il trasporto. La condizione – sottolinea e evidenzia in neretto – è considerata piuttosto improbabile”.

La seconda opzione è quella che prevede di realizzare l’impianto per il CSS e il suo conferimento a titolo oneroso presso impianti di termovalorizzazione: costo stimato 205,50 euro a tonnellata. “L’ipotesi è basata sulla disponibilità della discarica Vicenne che ha una capacità residua di circa 160.000 mc – aggiunge la relazione -. In mancanza della disponibilità della discarica il conto economico sopra esposto peggiora sensibilmente”.

Infine “l’opzione zero” che prevede un resettaggio completo del TMB per farne cioè un impianto specializzato nel recupero di frazioni non trattate da altri (da Deco in particolare): l’esempio è quello dei materiali preziosi da estrarre dal RAEE, ma, avverte il perito, “sono settori che richiedono ingenti investimenti che il settore pubblico potrebbe avere interesse a sostenere”.

“Opzione estrema” la definisce l’esperto, da prendere in considerazione “una volta accertata l’insostenibilità economico-finanziaria dei primi due scenari”. Il che sembra solo una questione di tempo, magari giusto i quattro anni utili ad esaurire il buco della discarica.

27 Commenti su "L’abbaglio del CSS, Cogesa al bivio dell’abisso"

  1. Finalmente lo avete capito che il CSS non è la soluzione

  2. Esiste l’opzione “meno uno” paventata da tanti (o forse già realizzata?): la vendita di COGESA ad un colosso romano.

  3. … NO… vi sbagliate tutti… esiste UNA sola soluzione:
    chiudere questo Carrozzone insostenibile e dichiararne il fallimento gestionale e politico!
    Non bisogna avere paura, i rifiuti raccolti, verranno inviati allo smaltimento presso altri impianti autorizzati, ( non è difficile poi, basta copiare il capoluogo), qualsiasi sia il costo che, state tranquilli Peligni, sarà sempre inferiore a quello che paghiamo adesso e che pagheremo ancora di più nel futuro e ne guadagneremmo in salute e inquinamento del territorio.
    È notizia di qualche giorno fa, a TERAMO nel corso del 2024 partirà gradualmente l’introduzione della misurazione a tariffa puntuale dei rifiuti Urbani… praticamente i vari mastelli avranno un codice a barra, e i rifiuti pesati… chi più produce più paga.
    Non si hanno notizie del Comitato anti discarica Morrone e quali valide future iniziative sta portando avanti per fermare o ridurre Noce Mattei… forza e coraggio, e che diamine fatevi sentire non rimanete silenti.

  4. Nino nanco, mi perdoni e i 200 dipendenti, che moltiplicando per figli e/o mariti e/o mogli arriviamo a 1000 (mille) persone che vivono con questa società non ci pensa? Spero vivamente che risolti i debiti e quant’altro si possa riportare Cogesa dove merita, cercando di ampliarla e dare lavoro ad altri ladri di famiglia. Una buona giornata

    • E agli altri trentamila abitanti della vallata che si devono accollare i danni ambientali ed alla salute e che devono ripianare i debiti con gli aumenti delle tariffe, non ci pensa?
      E poi, la raccolta dell’immondizia e la pulizia delle strade dovranno essere sempre fatte, quindi, una buona parte del personale potrebbe essere tranquillamente riutilizzata.

    • … perdonami… hai dimenticato di citare i nonni, zie e nipoti e arrivate a 5.000… ma che discorsi fai, visto che ci lavori mi sai dire quanti di Voi provenite dagli organici dei Comuni soci?
      E poi il servizio di raccolta comunque va fatto, e questi sono posti di lavoro… ma se poi ne fai solo una questione di posti e non quella ben più importante dell’inquinamento dell’aria e del suolo, possiamo allargarla di altri 100 Ettari e prenderci i rifiuti di mezza Italia… così oltre ai dipendenti e contando figli, mogli, amanti, nonni, zie, nipoti e pronipoti, risolviamo finalmente la problematica della disoccupazione dell’intera Valle Peligna… e se poi mettono in funzione non una, o due o tre ma una decina delle famose “ Stufette Pirolitiche”, vivrete tutti più felici e contenti…

      • Se il problema è l’inquinamento allora niente più auto che sono una delle maggiori fonti di inquinamento. Chiusura totale del centro e tutti a piedi a respirare aria pulita.
        Altrimenti la questione ambientale è solo una scusa che vale solo quando fa comodo.
        Se poi bisogna chiedere i cd carrozzoni potremmo iniziare dal comune tanto servizi non ne offre e leggendo gli articoli di questa testata fanno solo danni. E allora chiudiamo tanto esistono altri comuni dove possono andare a lavorare. Tanto che ci frega a noi del loro lavoro campiamo di aria pulita. La facilità con cui molti forti dell’anonimato parlano di cose che palesemente ne conoscono ne capiscono sparano soluzioni con teorie da bar dello sport con la vita e il lavoro degli altri è imbarazzante. Il vero inquinamento tossico della nostra città è la stupidità, la mia compresa, la stupidità della maggior parte dei cittadini che ha solo una mentalità distruttiva da piccolo paese di pastori. La più grande rovina di Sulmona sono gli abitanti

        • Chiudere il Cogesa è una delle priorità di questo territorio.
          Il resto è aria fritta.
          Sulmona non è mai stata terra di pastori, ma di artigiani.

          • Franco Di Cesare | 1 Dicembre 2023 at 07:47 |

            La prima causa di inquinamento sono i riscaldamenti accesi e non le automobili.
            Per il corso di Sulmona è già vietato entrare con le auto per molte ore nei giorni feriali, e ancor di più nei festivi.

  5. *padri di famiglia( scusate ho commesso l’errore nel digitare).
    NB Cogesa deve essere. Ampliata facendo assumere altre persone del territorio, è troppo importante per questo territorio. Buona giornata

    • Che caxxo di ragionamento è ?? Se è destinata a saturarsi la ampli solo per i posti di lavoro senza pensare alle conseguenze ambientali ?
      Allora piazzate una trivella al centro di Piazza Garibaldi avess sci’ lu petrolje

  6. L’INFERNO SABAUDO.
    Questo è diventato il Sud della mafia e della corruzione grazie alle leggi di prepotenza sabauda. Fanno gli investimenti a casaccio e senza necessità, TUTTI GLI ENTI,NON SOLO IL COGESA,MA TUTTI DA REGIONE, PROVINCIA, COMUNI,non per reale necessità,ma per appaltare e contrattare, perché poi nelle leggi è sottinteso che l’amministratore ha il potere di aggiustare l’appalto al compare che gli dà la tangente… Tutta la spesa pubblica italiana avviene,non per il bene dei cittadini, ma per far ottenere le tangenti a chi la gestisce e solo per questo gli amministratori hanno la frenesia di spendere PERCHÉ…..SONO SOLDI LORO, Rendendo nelle statistiche l’Italia un paese tra i più corrotti nel mondo ancora più di un paese in guerra come l’ Ucraina.

  7. La “questione” COGESA è lo scandalo politico “PIU’ ECLATANTE” degli ultimi anni qui in vallata, per mala e allegra gestione, e dei politici (dai TOP ai TAPP, agli auto “squagliatisi” che sono i peggiori e i fautori) nessuno vuol parlarne, tantomeno darne chiarimenti sul perché sia avvenuto, e le rare esternazioni ne è un inutile parlarne e preoccuparsene.
    L’agonia si trascina da anni e di soluzioni “non se ne vogliono e non se ne devono prendere”, tutti loro aspettano che siano altri a farlo, non vogliono prendersi le loro responsabilità, è tutto un rimando caricato sulle spalle dei contribuenti.
    Si va avanti con il “piano delle consultazioni elettorali”, per il loro futuro “gestionale politico”, rimando dopo rimando, nella quasi certezza di non dover rispondere di nessuna colpevolezza. Cercando di “sfasciare a più non posso” dove si tenta di rimettere un minimo di ordine con “ora” fisso l’obiettivo delle regionali con l’obiettivo di racimolare il “rischio zero, la tutela garantita, il volemose bene”. C’è sempre tempo per far bene!

  8. Lavoro mi scusi ma i 200 e più dipendenti assunti per logiche politiche perche’ dobbiamo pagarli noi Cittadini? Ma perche’ non pubblicare gli stipendi e vedere quanto costa alla collettività questo Carrozzone destinato al disastro? I dipendenti per una struttura del genere secondo un Report Nazionale dovrebbero essere nell’ordine del centinaio e gli altri che fanno? Lo sa di quanto aumenterà la bolletta per ogni famiglia? Che la paghino quelli che hanno assunto fregandosene delle reali necessità.Basta per favore….

    • Tutti filosofi, virtuosi, illuminati però ce scurdem la munnezz k facem sai k c’è pozza chiud lu coges po la munnezz c esc dall recchi!!!

  9. Antonio, quindi lei licenzierebbe 100 padri di famiglia?

    • Il quesito non va posto in tali termini.
      Una azienda e i loro azionisti, per ridurre i costi, licenzierebbero una parte di dipendenti che non danno alcun contributo al ciclo produttivo?
      Nel caso di Cogesa gli azionisti sarebbero tutti coloro che pagano la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti.

  10. Che squallore….la governance….i sindaci con i debiti che non si presentano nemmeno alle riunioni….squallore che genera squallore e’ che puzza…soluzioni aumentano i rifiuti, fanno i f…..i con il c….o nostro.
    Governance….incapaci..incapaci…non siete all’altezza nemmeno di fare l’acqua calda.

  11. Lavoro se dipendesse da me farei ben altro a coloro che ci hanno portato a tale condizioni. Comunque i 100 padri di famiglia potrebbero benissimo essere inseriti con precedenza in altre realtà Aziendali come d: altronde avviene giornalmente.

  12. il problema non è tanto l’aver puntato su una tecnologia obsoleta, il problema è averlo fatto con i soldi della comunità. la COGESA per tornare a splendere deve essere ridimensionata e deve tornare al servizio dei soli comuni Peligni. non c’è alternativa. ricordatevi come era 10 anni fa. la strada della multiservizi è ormai oggettivamente naufragata, e con essa tutte le speranze di chi l’ha voluta far ingrossare così.

  13. L'Avanguardista | 30 Novembre 2023 at 17:43 | Rispondi

    La SALUBRITA’ dell’AMBIENTE NON HA PREZZO, mentre qui si parla troppo di affari e di soldi.
    Un sistema che funzioni deve pensare a tenere salubre l’ambiente di un insieme di paesi appartenenti ad una entità territoriale: la Valle Peligna.
    Far pagare il rifiuto a peso significa che il cittadino per risparmiare lo getta in campagna e nei tanti anfratti del nostro territorio.
    Occorre far pagare a persona perché ogni persona produce rifiuti, e non in base ai mq di casa o al peso.
    I rifiuti edili come calcinacci, guaine bituminose, vernici e simili, devono essere conferiti gratuitamente perché se devi pagare anche per le piccole quantità, il cittadino lo butta in campagna.
    Se può essere trasformato in combustibile ben venga.
    Se questo combustibile non ha mercato in Italia, cosa di cui dubito visto gli interessi che ha la mafia nel settore, lo si mandi all’estero che lo richiede.
    Se non è conveniente fare un sistema di stoccaggio e imballaggio per questo, si mandi il rifiuto a chi ha sistemi del genere.
    DECO, la principale in Abruzzo, è stata ormai acquisita al 100% dalla romana ACEA, ma se tutto deve finire nelle mani di grandi società lontane dal territorio cosa rimane qui…???

  14. L'Avanguardista | 30 Novembre 2023 at 18:08 | Rispondi

    Occorre dire che già nel 2018 si pose il problema di portare in Abruzzo i tanti rifiuti di Roma Capitale, e per questo di costruire inceneritori, di aumentare la capienza delle discariche.
    Abruzzo pattumiera di Roma e sede di discariche abusive per rifiuti campani, vedi quelle trovate dalla GdF a Chieti e Vasto.
    Ora l’ACEA romana acquisisce prima il 65% dell’abruzzese DECO e poi la restante parte fino al 100%, perché questo interesse…???
    Per poter portare qui legalmente enormi quantità di rifiuti da Roma e forse senza neanche l’autorizzazione della regione, chissà.
    E’ forse per questo che si riempiono le nostre discariche.
    Abruzzo regione verde d’Europa…???

  15. Tutti filosofi, virtuosi, illuminati però ce scurdem la munnezz k facem sai k c’è pozza chiud lu coges po la munnezz c esc dall recchi!!!

  16. Piccole storie brevi. Uno una volta non aveva voglia di fare la raccolta differenziata e iniziò a mettere tutto al secco residuo. Quando il Cogesa iniziò a vedere che i suoi operai non servivano più per plastica, carta e vetro, non seppe più cosa fargli fare. Tutto quel secco però pesava tanto e tanto costava e non potendo obbligare le personea collaborare, ne potendole multare, cominciò a litigare con il sindaco. Il sindaco rispose che il proprio popolo che lo aveva eletto non aveva proprio voglia di differenziare e neanche lui poteva multarlo ne tantomeno obbligarlo, perciò preferì pagare il secco come si faceva una volta. Propose così di rimettere i cassonetti e le campane tanto amate che facevano comodo a cani e porci, ma il Cogesa non poteva perché ormai tutti quei lavoratori in eccesso cosa li metteva a fare? Per fortuna in quel momento passava di lì Gesù Cristo che udì il litigio. Disse loro: “ma perché litigate così tanto? Ho una soluzione ai vostri mali!”. Ogni fine settimana invece di fare la spesa ai centri commerciali, andate a zapparvi la terra e vedrete che l’immondizia scompare e insieme ad essa scomparite voi e tutto ciò che gli uomini si creano da loro. Fine della storia.

    • L'Avanguardista | 1 Dicembre 2023 at 18:24 | Rispondi

      Signor Usain c’è ancora gente che non capisce l’importanza della differenziata: questa serve per avere materiale di base come alluminio, plastica, ferro, carta, ecc…, per produrre semilavorati e poi oggetti. Altrimenti dovrei tornare a prenderla nelle cave, cioè scavare il terreno, estrarre i minerali ferrosi, la bauxite, gli idrocarburi per le plastiche, per non parlare di litio, rame e altri nei RAEE, abbattere alberi per la carta, attraverso processi che sono devastanti per l’ambiente.
      E’ a questo che serve la differenziata e se la faccio correttamente di residuo non resta quasi nulla. Se in valle siamo ricicloni quais al 100% le discariche si sono riempite perchè qualcuno da fuori è venuto a scaricare per anni da noi.

  17. Persino la matematica diventa un opinione in questa valle.
    Prego gli infedeli di leggere sempre, e sempre di professare la beata fede in Maometto. Occorre +cervello e -chiacchiere, +azioni e -recitazioni drammaturgiche da casa.

    https://ricicloni.it/media/edition/pdf/dossier-CR-Abruzzo-2022_web1537244486.pdf

  18. SULMONA 24.454 abitanti. 73,0% riciclato e -1,5% rispetto all’anno prima, i dati peggiorano. Ogni persona produce 108,2 kg di secco residuo ogni anno. Il benessere. Significa che le persone guadagnano, hanno reddito e il reddito si trasforma in alimenti acquistati all’industria. Plastica. Plastica e plastica che non finisce nella plastica. La paghi prima e la ripaghi dopo al setaccio. Solo gli stupidi non arrivano a chiudere il proprio cerchio. Un danese ci fa le barzellette con noi italiani. E senti solo i soliti stupidi commenti della propria piazzetta. Andate a zappate disse Gesù Cristo e non rimarrà nulla di voi che soltanto il ricordo delle vostre debolezze.

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