Le belle d’Abruzzo a Montecitorio

“La testimonianza della palpitante bellezza di trentadue luoghi della nostra regione. Un atto di amore e di consapevole appartenenza”: così l’editore Paolo Di Siena parla di “Qui in Abruzzo”, il volume che con le fotografie di Giancarlo Malandra e prefazione di Emma Pompilio e Donatella Di Pietrantonio, è stato presentato oggi a Montecitorio alla presenza di autorità politche e istituzionali, a partire dalle trentadue fasce tricolore in rappresentanza dei protagonisti della pubblicazione.

Tra loro anche il sindaco Gianfranco Di Piero: Sulmona d’altronde non poteva mancare tra le belle d’Abruzzo, per storia, architettura e ricchezza. Al capoluogo peligno, d’altronde, sono dedicate più pagine con spettacolari fotografie dei suoi monumenti più importanti, tra cui due pagine dedicate solo al ritratto di Santa Maria della Tomba.

Il volume, uscito ad ottobre, sarà presentato il prossimo 16 dicembre nell’Aula consiliare di palazzo San Francesco: “Un volume di grande importanza – ha commentato il sindaco di Sulmona – che, tra i luoghi più significativi e suggestivi della regione, annovera la Città di Sulmona che primeggia, tra le altre, per la sua storia ed il suo patrimonio di cultura e di arte”.

3 Commenti su "Le belle d’Abruzzo a Montecitorio"

  1. Sulmona mitica. Nessun dubbio che avrebbe primeggiato sulle altre.

  2. Amedea Di Stefano | 6 Dicembre 2022 at 18:34 | Rispondi

    Ma se Sulmona è così bella e preziosa, come in effetti è, perché la politica regionale e nazionale la colpisce, la isola e la danneggia continuamente? Solo a me sembra una grande ipocrisia?

    • In Spagna ;e la Spagna ha i conti in ordine con un debito al 99% del PIL; tutta la fascia interna eccetto Madrid, è completamente spopolata, con grandi aree di paesi fantasma ed abbandonati a favore delle coste, ed ove lo stato non ci spreca denaro per investimenti improduttivi quando non nocivi e mafiosi.Soltanto l’Italia (tra le più corrotte nazioni del mondo)sta spendendo alla cieca caricando di debiti le future generazioni, per lo spreco di risorse nelle zone interne in incessante via di abbandono.Questa è la realtà,Sulmona era, ma nel medioevo,mentre ora con i nuovi tempi Sulmona non è più nulla, perché è in zona interna e montagnosa ,segue quindi il declino delle aree marginali, restando quindi abitata da un residuo di persone,sia vecchi e pensionati od altri un po’ variamente inadeguati,e ciò sino al completo abbandono.

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