Majella in fiamme, quaranta ettari di pineta in fumo. “Azione dolosa”

Quello che è stato evitato a Ferragosto con un grosso dispiegamento di forze e ordinanze mirate, è avvenuto, sta avvenendo, in queste ore, molto probabilmente per la mano di un piromane. Sull’origine dolosa dell’incendio che si è sviluppato poco prima di mezzogiorno a monte di Pacentro, tra Grotta Rubini e Vallone Mileto, in piena zona del Parco nazionale della Majella, il sindaco Guido Angelilli ha pochi dubbi: “La zona dove è stato acceso il fuoco – spiega – si trova ad oltre mezz’ora di cammino, impossibile da raggiungere in auto. Non è stato un mozzicone di sigaretta, insomma, ritengo che ci sia il dolo dietro quanto sta accadendo”.
Le fiamme aiutate dal vento si sono estese su un fronte di diversi chilometri, divorando almeno quaranta ettari di pineta, fino a lambire la Camosciara.
Sul posto sin dai primi minuti i vigili del fuoco, la protezione civile e diversi volontari. Il sindaco di Pacentro ha subito attivato le ruspe per rimuovere le barriere che da quattro anni bloccano la strada di collegamento con Passo San Leonardo: “Di fronte a questa emergenza non c’è divieto che tenga” spiega.
La zona impervia, tuttavia, è stato possibile raggiungerla solo con gli aerei: un Canadair ha effettuato il primo lancio verso le 14:20 e, con una frequenza di circa mezz’ora, ha finora già effettuato sei lanci, rifornendosi dal lago di Barrea.
Pesante il bilancio dei danni che al momento è solo parziale: l’incendio sembra essere ora sotto controllo, ma molto dipenderà dalla direzione che prenderà il vento.
“Mi auguro che le forze dell’ordine riescano a trovare i responsabili di questa azione criminale – aggiunge Angelilli – a che sia riservata loro una punizione esemplare”.
Già nei giorni scorsi, d’altronde, poco più a valle, a Sulmona ma sempre lungo la strada per Pacentro, erano stati domati sei diversi focolai accesi da un presunto piromane e nulla esclude che la mano possa essere la stessa.

(le foto sono di Fabrizio Carbone)

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