Mini dirigenti, atto unilaterale della giunta. I sindacati pronti allo scontro

Il provvedimento era stato paventato, ma i dipendenti del Comune e i sindacati non pensavano potesse essere davvero assunto. Perché quello che ha consumato la giunta comunale di Sulmona con la delibera approvata l’altro giorno, è un atto senza precedenti nella storia dei rapporti sindacali nell’ente pubblico. Una delibera unilaterale con la quale la giunta Casini sottrae dal fondo decentrato per il personale 50mila euro (oltre ai 27mila già previsti), senza il consenso previsto dei lavoratori, e per coprire le retribuzioni di dieci posizioni organizzative, i cosiddetti mini dirigenti tanto cari alla politica.

L’atto è stato motivato dall’esecutivo con la necessità di evitare il malfunzionamento dell’ente, vista anche l’assenza di due dirigenti e il bisogno di trovare qualcuno che faccia correre le carte, ovvero che possa assumersi la responsabilità di firmare atti dal valore fino a 40mila euro.
Una giustificazione che certo non convince i sindacati, che fanno notare come le posizioni organizzative manchino a palazzo San Francesco da diversi anni, così come la metà dei dirigenti.

Per questo le organizzazioni sindacali, come annunciato, sono pronte a proclamare lo stato di agitazione del personale, a rivolgersi al prefetto e molto probabilmente a denunciare la giunta Casini per comportamento antisindacale.
Anche perché l’atto di forza non ha tenuto neanche conto della mediazione raggiunta nell’ultima riunione, quando lo stesso assessore Stefano Mariani aveva proposto ai dipendenti di prelevare solo 40mila euro dal fondo.
Poiché non si è raggiunto l’accordo, insomma, il Comune ha deciso di prendersi “tutta la torta”, riportando a 50mila euro il prelievo che andrà ad incidere, per accontentare le dieci Apo, sulle progressioni economiche orizzontali, sulle indennità e sugli straordinari di tutto il resto dei dipendenti.
Di fatto quasi un quarto di tutto il fondo, sarà destinato a dieci persone (con incentivi che varieranno dai 5mila ai 16mila euro l’anno), mentre i restanti 150 e più dipendenti dovranno dividersi il resto.
A palazzo San Francesco si apre ora un fronte sindacale molto duro, che certo non aiuta a rasserenare i rapporti nel già teso clima degli uffici.

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