Nuovo contenzioso alla Lombardo-Radice: appalto e lavori fermi. Tre mesi lunghi sette anni

Tre mesi durati sette anni, finora. Perché i tempi di riconsegna della scuola Lombardo-Radice di via Togliatti agli studenti e alla comunità, sono tutt’altro che certi. L’accordo transattivo che nel novembre del 2022 l’allora assessore ai Lavori Pubblici, Franco Casciani, aveva detto di aver portato a compimento e ribadito dall’atto commissariale firmato dal sindaco Di Piero ad agosto scorso con cui si dava mandato per la demolizione del vecchio edificio già a partire da settembre, infatti, è rimasto lettera morta. Anzi la ditta di Andria, appaltatrice dei primi lavori di miglioramento sismico, è in procinto ora di aprire un contenzioso con il Comune, con i tempi per la costruzione del nuovo Polo scolastico che restano una grande incognita.

La storia di questo plesso scolastico è l’emblema, d’altronde, di un’inefficienza burocratica e amministrativa che rasenta il paradosso. Unica nel suo genere, ma non isolata.

La scuola, che era quella ad avere l’indice migliore dopo le verifiche post-sisma del 2016, venne chiusa a giugno del 2017 per piccoli interventi, si disse allora, che sarebbero dovuti durare tre mesi. Gli studenti, insomma, sarebbero dovuti tornare dopo la pausa estiva in via Togliatti.

Poi l’imponderabile, se non fosse questo termine routine al Comune di Sulmona: il progetto fatto risulta sbagliato e nel 2018 il Comune decide di cambiare linea: non più interventi di messa in sicurezza, ma demolizione e ricostruzione. Sul piatto 1,7 milioni di euro, in parte frutto di un finanziamento Cipe (1,2 milioni di euro) e in parte (500mila euro) stanziati dal Comune. Consegna prevista a primavera 2020. Passa il tempo, la pandemia, la crisi energetica e i soldi non bastano più, anche perché nel frattempo i fondi Cipe rischiano di sparire. Si tenta con il Pnrr, ma anche questa carta non viene ammessa. L’ultima opzione, così, diventa quella di utilizzare i 4,5 milioni di euro a disposizione per il nuovo Polo scolastico delle materne di via XXV aprile (fondi che risalgono alla giunta Federico), per un’unica nuova scuola in via Togliatti. Bene, ma non benissimo. Comunque qualcosa, una scuola, almeno, per gli studenti della primaria Lombardo-Radice che, nel frattempo, trasferiti nel capannone dell’ex Cescot nella zona artigianale, con aule ricavate nei corridoi e senza palestra per un lunghissimo periodo, perde progressivamente iscritti.

Per far partire i lavori, però, bisogna risolvere i rapporti con la ditta di Andria, che ha un contratto di appalto firmato. Di qui l’ipotesi di transazione: la ditta appaltatrice realizza la demolizione (complessa perché la tipologia dei materiali sono quasi tutti da recupero) compresa nei 400mila euro mancanti al budget che si era aggiudicato, per poi lasciare via libera per una nuova gara per la costruzione del nuovo plesso. Cosa fatta, anzi no. La ditta di Andria ci ripensa, nessuno è in grado di spiegare perché, e i lavori, tanto di demolizione, quanto di costruzione, restano bloccati.

E così resteranno fino a quando non sarà chiarito il contenzioso. Perché senza l’accordo tra le parti, l’alternativa è la rescissione del contratto, con il pagamento delle penali e un contenzioso formale. Solo dopo si potrà passare all’appalto per la costruzione del nuovo plesso che, ormai, tanto nuovo e innovativo rischia di non esserlo più. Di certo gli studenti del 2017 quando la scuola tornerà in via Togliatti saranno quanto meno alle superiori, se non all’università.

9 Commenti su "Nuovo contenzioso alla Lombardo-Radice: appalto e lavori fermi. Tre mesi lunghi sette anni"

  1. Che roba !

  2. Ma a Sulmona esiste ancora la Procura della Repubblica?
    Attenzionateli tutti, per favore, e cominciate da chi negli anni ha trascurato la normale manutenzione di una scuola a soli due piani, realizzata in cemento armato pochi decenni orsono con il tetto piatto, a terrazza.
    Se non fai la dovuta e necessaria manutenzione al lastrico solare, poi è ovvio che avrai delle infiltrazioni d’acqua.
    Si vedono anche dei pannelli solari posizionati sul lastrico solare… vuoi vedere che per ancorare i relativi supporti hanno danneggiato l’originaria copertura?
    Dove si è visto mai che per non dare una risistemata al tetto e magari anche a tutto il resto, si butta giù un edificio di cemento armato che “ era quella ad avere l’indice migliore dopo le verifiche post-sisma del 2016” ?
    E poi una domanda: ma che terremoto distruttivo ha subito la Valle Peligna nel 2016?
    È proprio il caso di dire che in Italia è stato fatto un nuovo Santo, “ SAN TERREMOTO”, il protettore e benefattore di tutti i costruttori, tecnici e politicanti asserviti… che unitamente a “ SAN MAGNO “ dovrebbero essere elevati a protettori perenni di questa Nazione.
    Altro che San Francesco che andava perdendo tempo con il Lupo e si trastullava con gli uccellini.

  3. E di Palazzo Portoghesi non si parla più—

  4. É una vergogna indicibile ! Neppure la decenza di fare il proprio mestiere con dedizione …i cittadini dovrebbero difendersi facendo causa ai tanti inetti che ne danneggiano la vita quotidiana.

  5. Queste sono le vere porcherie ! Una scuola bella e comoda lasciata morire così ….
    Una mortificazione per l intera comunità .
    Ripeto queste sono le cose che vanno attenzionate e raccontate con dovizia di particolari
    ….non le ville dei privati cittadini !

  6. Poi ci si chiede perché un territorio si svuota, i giovani vanno via.. ecc. ecc.
    Di tutto questo non c’è mai un responsabile: siamo in Italia, signori miei e così è se vi pare!

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