Scuole, la Lombardo-Radice è da abbattere. A gennaio arrivano i palloni

Meno male che a gennaio ci sarà il pallone ad indorare la pillola, una tensostruttura (due in realtà, perché una andrà a servizio dei Musp) dove fare ginnastica che renderà la sede provvisoria dell’ex Croce Rossa un po’ meno provvisoria. Anche perché provvisorio, dopo oltre un anno e mezzo, quello scatolone giallo nella zona artigianale, non lo è di fatto più. Anzi: gli studenti della Lombardo-Radice dovranno restare in questo edificio a lungo, perché la sede centrale di via Togliatti dovrà, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, essere abbattuta e ricostruita.
E’ quanto ha deciso la giunta l’altro giorno su proposta dell’assessore ai Lavori Pubblici Nicola Angelucci che ha provveduto a formalizzare una richiesta al ministero e alla Regione per cambiare il progetto, anzi stracciarlo.
“Rischiamo di spendere 1,6 milioni di euro per un miglioramento sismico – spiega Angelucci – che alla fine dell’intervento ci riconsegnerà una scuola con un indice di vulnerabilità dello 0,6. Basso, troppo basso, per giustificare una spesa del genere, soprattutto trattandosi di un edificio di nessun interesse storico che può essere facilmente abbattuto e ricostruito, magari ridimensionandolo ad un solo piano, ma alla fine realizzando una struttura adeguata sismicamente con indice 1”.
Le carte sono in viaggio dopo un anno di contrattazione anche con l’ufficio del Provveditorato, sperando che il ministero approvi la modifica del finanziamento che, però, era vincolato a dei tempi di realizzazione scaduti da un po’.
La storia della sede di via Togliatti, d’altronde, è una storia sfortunata: risultata la scuola sismicamente più resistente dopo le verifiche del 2016, infatti, su di essa erano partiti nel giugno del 2017, dopo anni di attesa, alcuni lavori che dovevano durare pochi mesi. Tant’è che gli studenti neanche sospettavano di dover traslocare.
Poi sono cominciate le complicazioni: il progetto al Genio civile che era solo per le demolizioni e non per i miglioramenti, un incendio doloso rimasto impunito e da ultimo, nel febbraio scorso, una nuova relazione geologica che triplicava l’indice di accelerazione del terreno rendendo di fatto inutile il progetto di miglioramento che era stato previsto.
Da qui la corsa prima a trovare più soldi (500mila euro reperiti dai soldi dell’assicurazione della Lola di Stefano – il cui progetto esecutivo è stato approvato l’altro giorno dalla giunta -) e ora la decisione di lasciare perdere tutto, per provare a fare una nuova scuola.
Ci vorrà del tempo prima che arrivi il via libera, semmai dovesse arrivare; ma secondo Angelucci “è l’unica strada percorribile e logica – aggiunge – non me la sento di spendere una cifra così importante per ottenere un risultato appena soddisfacente se tutto va bene”.

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