Insomma l’Abruzzo va sempre più giù, perdendo 12mila unità di lavoratori dipendenti e acquisendone 9mila indipendenti. Che spesso, poi, sono solo escamotage per celare, con l’apertura delle partite Iva (in Abruzzo c’è stato un exploit nel 2016) rapporti di lavoro a tutti gli effetti subordinati.
Dati che non possono non far riflettere sulla qualità del lavoro, oltre che sulla quantità. Quei lavoratori finti autonomi, sono spesso infatti un modo per togliere al lavoro valore e orari.
Basti pensare al ricorso che anche le amministrazioni pubbliche fanno all’esternalizzazione dei servizi a cooperative. Con tutto il calvario, e a Sulmona ne abbiamo un triste esempio, che questo comporta anche in relazione ai ricatti della politica.
Nel Paese dove è stato necessario ricorrere ad un decreto per evitare l’abuso dei voucher e dove persino i contratti nazionali vengono beatamente calpestati sotto il ricatto del licenziamento, d’altronde, non ci si può aspettare molto di più.
Quanto accaduto e accade alla Magneti Marelli di Sulmona, con lavoratori licenziati in tronco dopo trenta anni e altri presi per la gola con braciole e promesse di premi di produzione che valgono un cornetto Algida, è sintomatico di come un diritto si sia trasformato in una concessione. Così nei call-center, nelle fabbriche, nelle amministrazioni pubbliche.
Buon primo maggio.
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