Rifiuti: tariffe difformi dal contratto, L’Aquila rivuole i soldi indietro

Se non fosse nero su bianco, con tanto di pec, ci sarebbe da pensare ad una bufala, ma la lettera con cui l’Asm chiede di riavere indietro i soldi, sotto forma di credito d’imposta, al Cogesa è carta che canta. Stonata, a dire il vero: perché i prezzi stracciati di cui ha usufruito dal 2018 per conferire i rifiuti a Sulmona e diventati un caso politico, amministrativo e legale (con l’intervento ora della Corte dei Conti), non hanno eguali nel mercato. Tant’è che nel nuovo contratto – ancora da sottoscrivere – a partire da gennaio 2023, il prezzo ipotizzato (e ancora molto basso) è di 136,50 euro a tonnellata, a fronte dei 120 richiesti da Cogesa per il biennio 2021-2022, come approvato due anni fa dall’assemblea dei soci.

La partecipata dell’Aquila, però, non vuole pagare neanche quelli, pretendendo ora dal Cogesa la restituzione delle somme versate in eccesso rispetto ai 105,66 euro a tonnellata “secondo tariffa contrattuale”. Cifra, tra l’altro, che non si capisce da dove sia uscita, essendo il prezzo anche nel vecchio contratto, quello del 2018, fissato comunque a 110 euro tonnellata.

Fatto è che, a conti fatti, tra quello che vorrebbe pagare Asm e quello che ha fatturato Cogesa c’è una differenza di 15 euro a tonnellata: oltre 600mila euro nei due anni contestati (2021-2022).

Lo sanno bene gli aquilani che, d’altronde, nel settembre 2022 avevano avanzato un’ipotesi di accordo per 115-117 euro a tonnellata, proposta rimasta senza risposta come, d’altronde, le sei richieste di confronto avanzate alla governance nel 2021 per discutere dell’aumento unilaterale fatto dall’assemblea (ovvero da 110 a 120 euro a tonnellata).

Dal canto suo l’amministratore unico di Cogesa, Franco Gerardini, ha risposto per le rime agli aquilani, dicendosi stupito, se non altro perché meno di due mesi fa c’era stato un incontro tra le parti nel quale si era disegnato un percorso che prevede il pagamento di 120 euro a tonnellata fino al 2022 e un conguaglio quando sarà approvata la nuova tariffa per il 2023.

Percorso per il quale gli aquilani dovrebbero ringraziare, visto che, dopo l’argine ai conferimenti imposto da Gerardini, il capoluogo sta portando il 20% dei suoi rifiuti talquale a Chieti, al costo di 165 euro a tonnellata.

Gerardini avverte Asm: presto sarà inviato il nuovo contratto, con le ipotesi tariffarie concordate a fine gennaio (ovvero il conguaglio della tariffa aggiornata che dovrebbe essere fissata a 136,50 euro), perché attualmente L’Aquila sta scaricando i rifiuti senza neanche avere un accordo firmato. E se l’accordo non dovesse arrivare è pronta già la diffida: un mese di tempo per trovarsi un’altra discarica.

13 Commenti su "Rifiuti: tariffe difformi dal contratto, L’Aquila rivuole i soldi indietro"

  1. L’Aquila non smette il sabotaggio …
    Che voglia far fallire l’azienda per impossessarsene ? Ormai conosciamo il modus operandi che ha come unica missione l’espoliazione di ognuno di quelli che considera suoi feudi !

  2. Perché il nuovo A.U. ( a dire il vero revocato da una quarantina di Sindaci il controllo analogo, in attesa di assemblea) non fissa i 165 euro a tonnellata come Chieti? Grazie

  3. Bel regalo che qualcuno ci ha fatto con l’ingresso degli aquilani in cogesa. Poi parlano pure…

  4. 105,66 euro a tonnellata, ma con iva o senza iva?
    ahahahah queste ‘battute’ dell asm mi fanno ridere…
    prima si era parlato di fatture non pagate poiché elaborate con un costo aumentato senza l accordo con loro…
    vedremo cosa dirà la Corte dei Conti
    ma per questi contratti esiste un link dove consultarli?

  5. Ma perché non si chiude sta caxxo di discarica puzzolenta di Noce Mattei?
    Comitati anti hub, che tanto parlate di salute e che tanto rompete per il metanodotto, dove siete? Asserviti alle 5 stelle spuntate?

  6. Mentre Voi vi incazzate da voci giornalistiche e di corridoio si vocivera di un accorfo tra chi ha permesso agli Aquilani di portare i loro rifiuti e chi contesta tale prassi e il relativo prezzo. Per favore smettiamola di farci prendere per i fondelli, la Politica in questa citta’ e in Italia ormai e’ solo una lotta di poltrone. Vogliamo scommettere chi gestira’ lo Spazio Ovidio?

    • Quelli che hanno concesso a L’Aquila di portare i loro rifiuti qui e quelli che contestano la prassi e il prezzo sono le stesse persone, i sindaci in quanto assemblea dei soci. Solo che ogni tanto soffrono di vuoto di memoria selettivi

  7. la peggiore amministrazione comunale degli ultimi vent’anni ha consegnato definitivamente la società Cogesa nelle mani degli Aquilani.
    Complimenti al gruppo dei migliori per la lungimiranza e la velocità nelle scelte…
    Avanti migliori|||

  8. Elisabetta Bianchi | 20 Marzo 2023 at 10:27 | Rispondi

    la questione è: chi decide il prezzo?

  9. Scusate ma solo qui a Sulmona non si capisce mai niente e non si riesce a venire a capo di nulla. Contratti, prezzi ci saranno scritti quando sono stati fatti gli accordi, quindi che senso ha fare commenti su cose di cui non siamo a conoscenza realmente. Tutti salutoni…

  10. Saputoni non salutoni

  11. Qui è semplicemente una questione da uffici legali e non una questione di tifo o di campanilismo o di insensata (e immotivata) avversione verso il nostro amato capoluogo.
    Se c’era un contratto, un Giudice ne dovŕà innanzitutto valutare i termini di coerenza alla normativa nazionale (i contraenti non possono derogare dai termini di Legge in qualunque materia: civilistica, ambientale ecc.) e, appurata la validità del contratto, verificherà il rispetto da parte dei contraenti.
    Qui invece l’articolo e ovviamente il suo autore sono faziosi. È dai tempi delle proteste dello “Jamm mo'” (2,3 febbraio ’57, allorché certi uffici distrettuali furono giustamente trasferiti dal paesello al capoluogo) che a Sulmona non si fa altro che sparlare dell’Aquila, verso cui almeno i cittadini (se non proprio l’amministrazione sulmonese) dovrebbero invece ammirazione e gratitudine.

  12. Ammirazione e gratitudine!!!Come umorista niente male.Potresti iscriverti a la sai l’ultima.

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