Giovane energia

Di aver trovato la tavola apparecchiata non lo nega e anzi ne va orgoglioso, ma la sua è diventata ormai un’avventura imprenditoriale a parte. Quando lo scorso anno lo intervistammo, fu lui a raggiungerci nell’ufficio del padre: oggi è il padre a passare per un frugale saluto.

Due anni di rodaggio e preparazione del terreno e, nel luglio scorso, il passo grosso. Più o meno in concomitanza con la nascita del suo primo figlio.

Riccardo Santacroce a 35 anni è amministratore di tre società: la Qonexo fondata nel 2021 come società di servizi internet, la Sari creata nel 2022 che è il serbatoio di know how e personale e, da ultimo, nel 2023 la Santacroce Energie, che raccoglie l’eredità dell’azienda fondata dal padre Vincenzo (prima Gran Sasso Energie) che si occupa di acquisto, commercializzazione e gestione di energia, con sette sportelli sul territorio: Sulmona, Pratola Peligna, Popoli, Raiano, Prezza, Castelvecchio Subequo e Tocco da Casauria. Un fatturato in tutto da quasi 3 milioni e mezzo di euro, destinato però a crescere e consolidarsi, anche perché il primo bilancio di Santacroce Energie non è di fatto ancora chiuso e già conta da solo 2 milioni di euro. “Siamo partiti dal cliente zero lo scorso anno, attualmente gestiamo circa seimila utenze – spiega Riccardo – ma da qui a tre anni l’obiettivo è arrivare a 20mila utenze e ad un fatturato di 10 milioni di euro anche grazie alla, ormai prossima, integrazione della connettività nell’offerta di luce e gas”. L’esperienza trentennale nel settore che ha ereditato e vissuto da quando era ragazzino, d’altronde, gli ha permesso oggi di risalire la filiera e porsi allo stesso livello dei colossi nazionali: “Siamo attivi lungo tutta la filiera commerciale del gas e del power (energia elettrica), per questo ci occupiamo direttamente dai nostri uffici di approvvigionarci della materia prima necessaria ai nostri clienti, siano essi clienti residenziali o all’ingrosso. Occupandoci direttamente da Pratola del trading e della logistica, non abbiamo bisogno di intermediari, in quanto acquistiamo direttamente dalle principali borse europee, in modo particolare quella italiana PSV (Punto di Scambio Virtuale) e quella olandese TTF (Title Transfer Facility) per il gas e sul GME (Gestore Mercati Energetici) per il power. Inoltre, stiamo siglando dei PPA (Power Purchase Agreement) con produttori locali per acquisire energia 100% green prodotta al 100% nel nostro territorio. Questo ci permette di essere competitivi con i prezzi, con il valore aggiunto di avere una struttura leggera e versatile, attenta al territorio e ai propri clienti”.

Nell’ultimo anno, d’altronde, ha assunto cinque persone, le ultime tre un paio di mesi fa, per un totale ad oggi di trenta dipendenti, la maggior parte dei quali assunti da Sari che come società di consulenza e BPO (Business Process Outsourcing) offre il suo know how anche all’esterno presso aziende terze avviate o in corso di avvio nel settore dell’energia, fermo restando che il primo cliente è lui stesso, ovvero le altre società del gruppo. “Non è facile trovare le professionalità di cui abbiamo bisogno e ancora più difficile è trovarle in zona – confessa – ho impiegato un anno e mezzo per trovare una figura per il controllo di gestione e l’ho trovata a Torre dei Passeri. In questa fase aziendale, in cui la crescita è dirompente, abbiamo bisogno di figure che siano da subito ingaggiabili su più fronti e purtroppo il mercato del lavoro offre figure senza i requisiti oppure con i requisiti e con tanta esperienza, che magari vogliono rientrare in Valle Peligna dalle grandi città, che però, essendo fortemente skillate in alcune aree specifiche, poco si adattano ad una start-up come la nostra che, per via della forte crescita, non ancora definisce il perimetro dei vari dipartimenti aziendali. Anche su altre figure, come i promotori commerciali, però, non è facile trovare personale sebbene ci siano varie posizioni aperte, non riusciamo a coprirle, con la conseguenza che dobbiamo rimandare l’apertura di nuovi uffici e rinunciare all’ingresso su nuove aree”. Difficoltà evidenti, in realtà, anche in altri settori, ma che non fanno scoraggiare Santacroce: “Rimango comunque molto fiducioso circa le opportunità che il territorio riserva – continua -. Infatti, alle volte succede anche che, grazie al semplice passa parola, riusciamo ad intercettare persone pronte a mettersi in gioco ed a scommettere sulla nostra azienda. Sono proprio queste le situazioni che portano un territorio a tirare fuori tutto il suo potenziale, motivo questo per cui noi vogliamo continuare a puntare sulla nostra gente”.

Intuito e idee chiare che Riccardo Santacroce, ingegnere con due master (in Gestione e strategia d’impresa ed Energy Trading e risk management), ha maturato da una parte crescendo nel settore e dall’altra affinando gli studi che, oggi, gli consentono di dare un nuovo imprinting alle società.

“Qui, nella nostra area e in generale nel Centro-Sud Italia, non c’è una vera e propria cultura imprenditoriale – continua Riccardo – non lo dico con accezione negativa è un dato di fatto, infatti ci si trova più delle volte davanti a imprenditori-artigiani: delle vere e proprie eccellenze nel proprio mestiere, ma con un approccio focalizzato in modo esclusivo sul proprio business, quindi non troppo avvezzi al network ed alla condivisione di idee e pensieri finalizzati alla crescita comune e territoriale. Ritengo, invece, che le nuove generazioni nell’ottica del passaggio generazionale, possano davvero contribuire ad un cambio di passo in questo senso, perché hanno avuto modo di formarsi, di farlo anche in modo professionale sulla conduzione dell’azienda, ma soprattutto hanno avuto modo di confrontarsi con interlocutori nazionali e internazionali, che per forza di cose conferiscono una visione più aperta, orientata alla partnership come veicolo di crescita”.

Pensieri che Riccardo Santacroce è pronto a modulare nel suo recente incarico, diverso dalla sua impresa: dal primo maggio scorso, infatti, è stato nominato consigliere di amministrazione della BCC di Pratola Peligna, uno dei due nuovi ingressi nella direzione della banca locale, sicuramente tra i più giovani nella storia dell’istituto di credito pratolano. “Per me questa nomina rappresenta un vero e proprio onore, in una banca che rispecchia anche il mio motto aziendale e di vita: quello, cioè, di una banca del territorio e per il territorio. Credo così tanto in questa area a tal punto da aver convinto anche mia moglie a trasferirsi qui da Pescara – commenta scherzosamente Riccardo Santacroce -. Voglio dare il mio contributo in primis mettendo a disposizione la mia esperienza professionale, esattamente come farebbe un imprenditore con la sua azienda, con la stessa passione e la stessa determinazione. Chiaro è che da imprenditore sono consapevole delle insidie che stanno dietro un’impresa, per questo cercherò di mediare le esigenze di chi vuole crescere, favorendo l’accesso al credito a chi vuole investire sul nostro territorio”.

A livello imprenditoriale c’è molto da fare, ma anche ampi margini di crescita: “Uno dei problemi con cui mi scontro quasi ogni giorno è la scarsa propensione a fare rete – aggiunge Riccardo -. Spesso non ci conosciamo neanche tra di noi e per questo la rubrica del Germe sull’impresa si sta rivelando molto utile anche per noi che operiamo sul territorio. Dobbiamo fare tutti uno sforzo per unire le forze: altre aree lo fanno, noi, invece, spesso tendiamo a dividerci o a rinchiuderci ognuno nel proprio orticello. Fare squadra, invece, ritengo sia fondamentale e in questo, il ruolo all’interno della BCC potrebbe essere utile per mettere insieme i pezzi produttivi della Valle Peligna. Ma quella del network deve essere un’esigenza che deve partire innanzitutto dagli imprenditori”.

Il futuro è quello della sostenibilità, ribadisce Riccardo, e questo è quanto mai attinente al suo campo di azione: “Siamo attivi nelle energie rinnovabili e stiamo lavorando sulle comunità energetiche – continua – il percorso però è lungo, perché non abbiamo l’infrastruttura adeguata, perché la rete non è calibrata per il doppio senso di scambio, ma è costruita sulla direzione della sola fornitura. Abbiamo individuato otto siti per grandi impianti fotovoltaici, ma cinque ci sono stati bocciati dal GSE perché la rete non ha capacità di acquisizione. Forse nel 2028 la rete verrà potenziata e ci dobbiamo far trovare pronti”.

Consapevole, però, che la transizione energetica passa innanzitutto dalla cultura e dalle abitudini: “Con il fotovoltaico ad esempio – continua Santacroce – dobbiamo invertire le abitudini di consumo: lavatrici e lavastoviglie di giorno anziché di notte, le fasce di risparmio saranno quelle diurne e non più quelle notturne. Questo è un processo lungo e articolato, ma che sicuramente può essere agevolato con la tecnologia, proprio per questo stiamo lavorando anche sulla domotica, con la finalità di offrire una serie di strumenti che ci permettano di programmare da remoto le nostre attività quotidiane”.

Basta una connessione ad internet, in fondo, e per questo la prima nata, la Qonexo, che oggi ha un fatturato di 100mila euro, è destinata a crescere e a recitare un ruolo importante nel pacchetto dell’offerta aziendale.

Quando la tavola sarà apparecchiata da Riccardo.

7 Commenti su "Giovane energia"

  1. Il GSE non ammette all’incentivo se si esaurisce il plafond stanziato. Ma ciò non toglie di poter realizzare impianti e vendere energia direttamente sul mercato senza ricevere incentivi dal GSE stesso.

  2. Gianluca Lavalle | 10 Maggio 2024 at 07:18 | Rispondi

    Bravissimi: gran bella realtà, con articolazione inusuale in zona, di cui non si può che gioire augurando una crescita sempre costante.

  3. Certificati verdi GO | 10 Maggio 2024 at 09:33 | Rispondi

    Sullo spingere il consumo di giorno ha senso se si ha un fotovoltaico senza storage, altrimenti si può fare tranquillamente di sera attingendo energia dalle batterie. Che poi non serve manco tutta questa energia considerando che una lavatrice ciclo medio 40 gradi consumo neanche 1 kwh. Idem una lavastoviglie. Quindi bastano solamente 3kwh di accumulo per utilizzare questi due elettrodomestici senza starsi ad impazzire e scomodare la signora maria con la domotica

  4. io penso pero che i consiglieri BCC dovrebbero essere professionisti ….e non imprenditori .
    Si potrebbero creare conflitti di interessi e mal di pancia diffusi .

  5. Vincent cogesar | 14 Maggio 2024 at 18:42 | Rispondi

    A pan ‘uaragnet so tutt’ bravi…

  6. Per essere consiglieri della BCC bisogna essere soci e poi candidarsi. Non si può scegliere la professione dei soci e dei candidati consiglieri

  7. Il fatturato di questi piccoli o grandi gestori dell’energia deriva dallo “ sfilamento “ dei danari dalle tasche degli utenti consumatori, a loro tutti gli incentivi possibili e immaginabili scaricati poi sulle bollette bimestrali del popolo bue.
    Basta leggere gli importi mensili sulla bolletta alla voce “ Commercializzazione e vendita – parte fissa“, moltiplicarli per il numero dei clienti per vedere quanto guadagno mensile, solo loro, generano per il gestore.
    Tetti solari con accumulo incentivati per tutte le famiglie, basta scempi ambientali di grandi impianti fotovoltaici/ eolici, solo per grandi gruppi “ prenditoriali” .

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