Sulmona: “città dell’arte e della monnezza”

La transizione verso la raccolta dell’immondizia porta a porta avvenuta ad inizio anno a Sulmona ha portato a galla un malcostume presente in Valle Peligna che era celato dai vecchi secchioni verdi presenti in città. In molti non pagando quella che oggi si chiama Tari (ex Tares, ex Tarsu) ovvero la tassa sui rifiuti, non possono ricevere i mastelli colorati della differenziata. Per anni la situazione è stata appunto colmata dai secchi indifferenziati sulmonesi dove non era difficile che finisse anche l’immondizia di qualche abitante del circondario, oggi però tutto ciò non è più possibile.

Sono nate così come funghi piccole discariche abusive, dove Cogesa cerca di intervenire come può, ma queste sono un po’ ovunque e sembrano continuare a spuntare. Non è difficile percorrendo le vie periferiche, imbattersi in sacchetti isolati o in veri e propri cumuli. Le zone più tempestate sono Zappannotte, il viale del cimitero o la strada che conduce alla Badia.

Il Comune di Pratola Peligna per arginare il fenomeno ha installato 20 videotrappole che hanno permesso di stanare gli inquinatori seriali colpendoli sul fatto, a Sulmona invece sembra essercisi dotati soltanto di tanta pazienza, nella speranza che prima o poi i trasgressori si stufino, ma si sa già che ciò difficilmente avverrà. Il fenomeno comincia a diventare di una certa importanza se si pensa che nell’ultima giornata ecologica di Legambiente “Puliamo il Mondo” a Pratola, sono state raccolte oltre 5 tonnellate di rifiuti.

Agli abbandonatori seriali si somma anche una certa incuria, lo avevamo denunciato questa estate con  video – Sulmona e Pratola – ed articoli. Incuria sulla quale le amministrazioni provano ad intervenire, è successo a Pratola con le ordinanze anti-degrado e le azioni sul verde pubblico, è successo a Sulmona con la pulizia del Parco Fluviale voluta dall’amministrazione col supporto del Cogesa, purtroppo rimasta una tantum facendo ritornare il parco nel solito stato di abbandono. A Sulmona infine l’amministrazione sta provando a risolvere l’annosa questione del verde pubblico affidandolo alla cura di volenterosi privati, che in cambio però non ottengono nulla.

La crociata al degrado dell’amministrazione sulmonese è solo cominciata e chissà se si avrà mai la tanto agognata “Gerusalemme Liberata”, intanto in pieno centro storico è via Dorrucci ad incarnare alla perfezione la sintesi dei due malesseri – immondizia e abbandono. Mentre la cattedrale di San Panfilo è corredata da suppellettili che fanno pensare che la dicitura sotto Sulmona sia prossima al cambiamento: “città dell’arte e della monnezza”.

Savino Monterisi

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