Estate sulmonese a contatto con la flora

Il verde pubblico è un po’ come il salotto di casa, quello dove mettono per prima piede gli ospiti. Se è disordinato, sporco, non si può fare che una cattiva impressione a chi viene a farci visita. A Sulmona il verde pubblico lascia a desiderare – guarda il video nella sezione de visu. Erbacce, frasche, alberi, proliferano, la sporcizia non manca mai – per quella però la colpa non è solo di chi amministra, la corresponsabilità dei cittadini è evidente ed in questo caso, purtroppo, maleducazione e mancanza di senso comune non scarseggiano mai.

Certo che girando per le vie del centro e non solo, la cosa che salta agli occhi è la schiera di erbacce che ricopre i monumenti più importanti dall’Acquedotto medievale, che fra qualche settimana sarà al centro dell’attenzione di migliaia di persone con la Giostra Cavalleresca, alla Fontana del Vecchio dove finzione e realtà si mescolano e poco sotto la ghirlanda che circonda lo stemma degli Aragonesi è cresciuta una piantina che trasforma la visione in uno scenario di realtà aumentata. Poi c’è l’Annunziata, dove nelle insenature dei mattoni della pavimentazione c’è tanta biodiversità da far invidia ad un laureando in biologia. In una piccola porzione di questa variegata offerta floristica campeggiano persino dei graziosi fiorellini gialli che, se fossimo in uno di quei cupi documentari post-apocalittici che descrivono come sarebbe la Terra se l’uomo scomparisse e la natura si riprendesse ciò che gli spetta, darebbero senza dubbio un tocco di colore.

Parlare della Fontana Iapasseri invece rimane desolante, perché questa non trova collocazione nella vita cittadina da almeno mezzo secolo. Poi ci sono le transenne, le case pericolanti, i ponteggi ab aeterno, lo sporco dello smog sui muri di corso Ovidio e delle vie più trafficate del centro e gli angoli verdi della città dove cura del verde equivale quando va bene allo sfalcio dell’erba, con quest’ultima tagliata che talvolta resta sul prato, perché si sa che fra qualche mese sarà humus.

Insomma il turista che mette piede nel nostro salotto non deve avere proprio una bellissima impressione di casa nostra, ma questa è la città che viviamo e al momento così si presenta.

Savino Monterisi

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