Carcere senza agenti, sindacati scrivono al Capo dipartimento Giovanni Russo

Le sigle sindacali della polizia penitenziaria si rivolgono al Capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, per porre fine alle criticità nelle quali versa l’istituto carcerario di Sulmona. La rivalutazione dell’organico è in cima alla lista delle richieste avanzate dai rappresentanti di SAPPe, Sinappe, UilPa, Osapp, Uspp, Cisl e Cgil. Un riconoscimento di maggiori carichi di lavoro, dovuti alla gestione dei detenuti del circuito di alta sicurezza, che le sigle sindacali rivendicano dieci anni. Nel 2013, infatti, con la chiusura della Casa di lavoro, il carcere peligno si è trasformato a totale vocazione Alta Sicurezza con collaboratori di prima fascia.

Ad oggi la carenza nei ruoli di agenti e assistenti, nella casa di reclusione in via Martiri del Lavoro, è superiore a 40 unità. A queste bisogna aggiungere 55 unità assenti a vario titolo, di cui circa 33 unità assenti in “stati d’ansia”. Lacune che portano l’organico a disposizione a sforare le 36 ore lavorative settimanali previste. Gli agenti operativi nel carcere sulmonese si trovano a vivere nel paradosso di essere impegnati oltre l’orario di lavoro, ma allo stesso tempo sono costretti a non sforare le 41 ore mensili di straordinario, come imposto dalla nota del Provveditore, Maurizio Veneziano.

Assenti anche gli investimenti utili per risolvere le criticità nella gestione quotidiana dei detenuti con i dovuti adeguamenti strutturali (docce e acqua calda in stanza o creazione di spazi per le attività). A ciò si aggiunge il mutismo degli uffici superiori circa gli investimenti necessari per la sistemazione definitiva della struttura.

“Ad oggi – scrivono le sigle sindacali – in ogni settore dell’istituto si lavora abbondantemente al di sotto dei livelli minimi di sicurezza con posti di servizio soppressi, posti di servizio accorpati, turni esclusivamente sul terzo quadrante che con spirito di abnegazione rimane anche oltre le 12 ore, riposi soppressi, personale richiamato dal congedo ordinario. La situazione è realmente difficile ed è per questo motivo che le chiediamo un intervento non rinviabile con un provvedimento di assegnazione consistente di personale di Polizia Penitenziaria e in tempi rapidi”.

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