Dimensionamento scolastico, Sulmona chiede il “tre politico”

Si va all’esame come lo studente che sa di non aver studiato tutto: consapevoli dei propri limiti e nella speranza che il prof sia indulgente. Perché a guardare i numeri, Sulmona dal prossimo anno scolastico potrebbe essere colpita dalla scure dei tagli della nuova riforma, perdendo cioè l’autonomia in una delle undici istituzioni scolastiche abruzzesi destinate alla “decapitazione”.

La nuova riforma, pubblicata il 15 settembre e basata sulla legge di Bilancio di dicembre scorso, infatti, prevede un ridimensionamento delle autonomie scolastiche, ovvero l’eliminazione del dirigente e del direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA) su criteri numerici molto rigidi.

Sostanzialmente potranno avere una propria autonomia solo le scuole che contano almeno 961 studenti iscritti, rispetto ai 600 necessari fino a quest’anno. Una scure che colpirà in particolare le aree con scarsa presenza demografica, in Abruzzo in particolare la provincia dell’Aquila, che saranno fortemente penalizzate. Ne parleremo approfonditamente nel numero del trimestrale che sarà in edicola tra qualche giorno e che arriva in concomitanza con la proposta che i Comuni hanno dovuto fare alla Provincia – con scadenza ieri – affinché poi la Regione elabori la mappa dei tagli, con una discrezionalità, in verità, molto limitata e una compensazione di appena il 2%.

Sulmona, come lo studente che non ha studiato, ha così elaborato la sua proposta, rivendicando il mantenimento dell’autonomia di tutti e tre gli Istituti comprensivi che ospita: il Capograssi-Mazzini, l’Ovidio-Radice e il Serafini-Di Stefano. Consapevole, però, che i numeri non ci sono, in particolar modo per il Serafini-Di Stefano che già oggi, con i suoi circa 500 alunni, è sottodimensionato.

La giustificazione porta la firma della giunta che chiede sostanzialmente di mantenere in deroga le tre dirigenze esistenti, in virtù delle difficoltà logistiche in cui versa l’edilizia scolastica cittadina che ha costretto finora a mettere già sotto lo stesso tetto più scuole, come l’infanzia, la primaria e le medie nell’edificio di via Volta: “Un istituto con sede centrale logisticamente distante e la presenza di tante sedi distribuite nel territorio – si legge nella delibera – comporterà prevedibili difficoltà nella costruzione degli orari del personale, nella gestione amministrativa e nella responsabilità relativa alla sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Per la giunta l’accorpamento della Serafini va evitato “a garanzia dell’efficacia del servizio scolastico offerto e dei servizi connessi (trasporto e mensa), per l’efficacia e l’efficienza della distribuzione territoriale dell’offerta formativa, per assicurare un presidio scolastico a servizio di un ampio bacino d’utenza, tenuto conto delle caratteristiche demografiche, orografiche e socio-economiche del territorio”.

L’esame sarà difficile da superare, non resta che sperare nel “tre politico”.

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