Il Celestino non protagonista

Non ha aspettato il 13 dicembre e neanche il ballottaggio: se per “viltade” o per strategia lo capiremo forse tra un paio di anni, quando si riaprirà il bussolotto delle candidature alla Regione. Fatto è che Andrea Gerosolimo ha fatto ieri “il gran rifiuto”, che a saperlo, oggi, nell’evento di BrancaSulmona alle crociate da noi organizzato il 30 settembre scorso, a lui non sarebbero servite neanche le calzamaglie per stare in tema con la serata.

Un Celestino dei nostri tempi, insomma, sacrificatosi all’altare del voto per la pacificazione e la perdonanza della città.

Vengono quasi i brividi.

Eppure non c’è nulla di spirituale e ascetico in questa decisione, piuttosto l’ennesimo atto di arroganza nei confronti di una città e delle istituzioni. Come se la campagna elettorale fosse fatta solo di competizione e non rappresentasse, invece, un momento di proficuo e costruttivo confronto di idee della e per la città.

Le letture e interpretazioni del suo gesto in queste ore hanno riempito social e linee telefoniche: c’è chi la ritiene una resa, chi un cedimento psicologico, chi una strategia per evitare l’umiliazione, chi addirittura un tranello con sorpresa finale.

Non lo sappiamo cos’è, ma sappiamo cosa questo potrebbe produrre: la delegittimazione del voto e quindi anche del suo avversario. “Il sindaco di pochi” e “per grazia ricevuta” – già le immaginiamo le arringhe dai banchi dell’opposizione (non le sue, ovviamente) nei confronti di Gianfranco Di Piero.

Di certo non è un buon servizio alla città, che da oggi può contare anche un altro bizzarro primato: quello dove con la democrazia ci si confronta solo se si è sicuri di vincere.

Ma se il gesto ha lasciati interdetti, ancor più lo sono le motivazioni: scandalizzato, il civico sempre a cavallo tra destra e sinistra, della collaborazione tra centrodestra e centrosinistra per arginare il suo modello politico o ancora il mantra degli “odiatori seriali” che non si sa bene chi siano o cosa avrebbero detto di tanto odioso nell’ultimo mese. Che a dirla tutta le offese e gli insulti li abbiamo sentiti solo dal palco del parco fluviale in occasione del suo comizio di chiusura.

Che non ci vuole poi tanto a distinguere la critica e l’attacco politico da quella volgare ironia da bar che denigra l’avversario per come è vestito o per la sua patente di guida.

Viene il dubbio che Gerosolimo, in forte svantaggio al primo turno, avrebbe dovuto al contrario – per recuperare consensi – affrontare un ballottaggio cercando di riempire di contenuti il suo progetto, confrontandosi ad armi pari con il suo diretto avversario. Altro che girone dantesco.

Ora ai sulmonesi il compito di non farsi classificare tra gli ignavi e di dimostrare di avere ancora ben a mente e a cuore i principi, i diritti e i doveri della democrazia che, comunque vada, ha la sua rappresentazione più diretta nell’espressione del voto.

15 Commenti su "Il Celestino non protagonista"

  1. Ma che articolo è? Trasuda solo di mere considerazioni personali di chi è accecato da odio e malizia. La prossima volta mettici la faccia alle elezioni, non solo la penna…

    • Da cittadino e da elettore sono indignato dal comportamento assunto dal politico in oggetto. C’è il ballottaggio, si vada avanti! Comunque, stiamo a qui a puntare il dito sull’articolo ma una cosa è certa, le urne hanno lanciato un messaggio chiaro e diretto. Poi se si vogliono tenere chiusi gli occhi e far finta di non capire è un altro paio di maniche. Tornando a bomba, oggi più di ieri bisogna riandare in massa a votare per lo smacco finale. Il vento è cambiato a Sulmona

    • Sono due ruoli be distinti, c’è chi fa il giornalista ed usa la penna e chi il politicante e scappa

      • DOVREBBERO essere due ruoli ben distinti. L’attività politica della testata (sempre e solo contro Gerosolimo ovviamente!) e i suoi committenti sono noti a tutta Sulmona. P.s. fare opposizione non significa scappare, ma partecipare alla vita pubblica e alla democrazia… Altro P.s. sulla figuraccia della destra e dei grillini (e su tante altre criticità non legate a Gerosolimo) si è mai espresso il giornalista di turno?

        • gentilmente se ci indica quali sono i nostri committenti, in modo che io possa reclamare diritti salariali. Grazie. Faccio solo notare che se un articolo di analisi politica la facciamo noi, allora è un attentato alla democrazia e al giornalismo, se la fanno altri è cronaca. In quanto alle altre sue perplessità la invito a leggere più attentamente questo giornale

    • La cosa più divertente di voi vassalli del feudatario è che usate anche gli stessi logori termini, come “trasudare”, “odio”, “malizia” (questo un po’ più nuovo devo dire). I giornalisti penso debbano fare i giornalisti e non per questo presentarsi alle elezioni. Voi siete davvero patetici

    • per sconcertata | 9 Ottobre 2021 at 10:19 | Rispondi

      io invece sono contento che qualcuno abbia avuto le palle di dissentire da chi ha sempre trattato la città in questo modo. Chi scrive e si guadagna il pane facendo informazione la faccia ce la mette ogni giorno. e se i lettori seguono il Germe è un consenso al pari di un voto politico. quindi dovresti essere sconcertata da chi presenta 122 persone e poi viene punito così. chi semina vento raccoglie tempesta. e cmq tutti a votare.

  2. I prodromi ci sono stati quando il candidato dei civici ha rifiutato l’invito alla trasmissione Brancasulmona alle Crociate.

    Insomma già da lì si è respirato un atteggiamento idiosincratico,
    una velata pretesa di superiorità (?!) ed un rifiuto della singolar tenzone.
    È parsa una scelta forte, ma errata. Si è letto qualcosa tra le righe: accettare l’invito significava anche entrare in un campo diverso, quello della cultura, dell’ironia e dell’autoironia; si sarebbero dovute interpretare domande forse troppo acute per qualcuno, interpretare insomma i registri comunicativi distinguendo il serio, il comico ed il verosimile.

    Allora, io proprio non ce lo vedevo il candidato dei civici che si mette alla gogna.
    Non metaforicamente.
    Altro che impegni già presi.

    La sua platea, benché rispettabile, è abituata ad un linguaggio e un diverso registro.

    Che poi la capacità oratoria non appartiene a tutti, il repertorio di parole, di frasi, i tempi della comunicazione, quelli richiedono una certa base che mi è sembrata essere assente.

    La cultura o si ha o non si ha, non si improvvisa.

    A scuola o si studia o non si studia, anche se pure li esistono tante scorciatoie.

    Al di là del noi, voi, loro, al di là del politichese stretto, nulla di nulla.
    Onestamente, da spettatore neutrale (e neanche votante per residenza) non mi sembra neanche di avere ascoltato tutte queste offese, persecuzioni, guerre personali ed attacchi all’uomo…
    Forse mi è sfuggito qualcosa, forse si scambia la dialettica politica in altro.

    Perché guai ad attaccare un potere diffuso, reato di lesa maestà.
    ***
    E veniamo al gesto di ieri.
    Altro autogol, per usare una metafora più comprensibile.
    Gettare la spugna, in anticipo. Come se mentre combatto a pugni con qualcuno, rendendomi conto della sua forza, dicessi: ok stop, match vinto.
    Ci sta, per carità, ci sta tutto a questo mondo, ma poi ci stanno anche le analisi e le interpretazioni.
    Che sono tante e di diverso tipo.
    Quello che volevo sottolineare invece è che il gesto di gettare la spugna, suona piuttosto come un affronto ai 112 candidati delle liste. Un affronto di tanti che si sono spesi, hanno litigato, hanno fatto carte false, hanno discusso, hanno rotto rapporto, hanno intessuto amicizie, hanno fatto promesse e ricevuto promesse, a coloro che si sono lasciati andare a chat e post in prima persona con attacchi difese e tifoserie.

    Ecco, una sindrome di abbandono, quasi un armiamoci e partite…

    Ma come, loro che si sono esposti, qualcuno per la prima volta, felici di esporre famiglie ed attività, rischiando il proprio, mettendosi in gioco ben sicuri di avere le spalle coperte dal loro candidato.
    Saranno rimasti male, molto male, traditi, abbandonati, coloro che erano talmente sicuri di vincere, che hanno ringraziato con post e messaggi, sicuri che si stesse aprendo la via per il governo della città. Ognuno col suo piccolo orticello da coltivare. Ognuno col suo piccolo interesse. Ognuno con la sua piccola grande promessa.
    Ed invece a tutti coloro che ancora imperversano su Facebook, è crollato il pavimento sotto i piedi, ed ancora non sanno cosa fare delle emozioni che stanno provando in questo momento: frustrazione? Rabbia? Delusioni? Spaesamento? Indecisione? Pentimento?
    Di tutte, un po.

    Ad maiora

  3. Gli Irriducibili Trasfughi del Centro Giovanile hanno apprezzato questa analisi di Andrea sopra richiamata..le Birre sono ancora in Congelatore ..si aspetta la legittima Vendetta

  4. Qualche considerazione…purtroppo Sulmona bellissima Cittadina non è stata mai valorizzata per quello che è, da nessuna classe politica ,
    questo lo vediamo in tutti i settori.
    Purtroppo questo lo si deve ai Sulmonesi che hanno una visione che non va oltre il loro naso , e l’arroganza di essere sempre superiori ad altri.
    Anche questa amministrazione durerà ..come un gatto in tangenziale

  5. Già comincio a respirare una nuova aria! Avanti con Di Piero, tutti in massa a votare per lo smacco finale da ricordare per decenni.

  6. Tutti a votare, tutti a votare… perché per andare a fare il bagno al mare non è più stagione… però attenzione a questi appelli che i Sulmontini potrebbero prenderlo come un affronto personale alla loro intelligenza e stavolta votare all’incontrario…

  7. “Che non ci vuole poi tanto a distinguere la critica e l’attacco politico da quella volgare ironia da bar che denigra l’avversario per come è vestito o per la sua patente di guida” un po’ come quando, a livello nazionale, si offendeva il leader dello schieramento opposto per la sua statura fisica

  8. Gerosolimo ha profondamente deluso chi ha creduto in lui. E poi come si fa ad abbandonare un treno in corsa. Uno che aspira a diventare leader di una comunità dovrebbe avere doti caratteriali che dovrebbero farlo emergere in particolare proprio di fronte alle difficoltà.
    Dovrebbe essere un combattente, fortemente determinato a raggiungere l’obiettivo. Invece è come se un Generale abbandonasse i suoi soldati nelle fasi più cruente e critiche della battaglia o come se una squadra di calcio per es. si ritirasse dalla competizione ai tempi supplementari perché in svantaggio. Ma che comportamento è. Sono francamente scelte che lasciano perplessi e amareggiati…

  9. Ma che cosa c’è di strano nell’invitare il proprio elettorato(e anche quello deluso dall’altro candidato..) a recarsi a VOTARE? Questo è il rispetto.

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