Il cenone indigesto

I numeri delle ultime ore lo avevano anticipato in qualche modo: il veglione di Capodanno quest’anno sarà instabile come il tappo di spumante della mezzanotte. Sì, perché con oltre 3.100 positivi in Abruzzo e quasi 100 tra Valle Peligna e Alto Sangro i veri botti rischiano di farli i ristoratori. Tra locali chiusi a causa della positività dello staff e chi, invece, vede annullare le prenotazioni ora dopo ora, il cenone potrebbe andare di traverso a molti. Che siano imprenditori della ristorazione o che siano i clienti stessi.

Ad aleggiare comunque è l’ansia che, insieme al Covid, tiene nella morsa i ristoratori. “Questi ultimi dieci giorni sono trascorsi lenti come se fossero un anno – ci spiega Gianluca Cianfaglione – Al momento c’è stata qualche disdetta, piccoli numeri, ma comunque viviamo con l’ansia. Ordiniamo merce ma non sappiamo se la utilizzeremo a causa delle possibili disdette. Lavoriamo come se fossimo dei disinnescatori di bombe. Abbiamo il filo blu in una mano e quello rosso nell’altra. Poi dobbiamo pensare, oltre alla nostra attività, alla sicurezza dei clienti e a quella nostra. Probabilmente la scelta di molti di non fare il cenone alla fine pagherà, perché obiettivamente non ci sono le condizioni per lavorare sereni”.

Alcuni, infatti, il cenone non l’hanno nemmeno proposto. O almeno all’interno delle proprie attività. C’è chi ha preferito bissare il successo del delivery dello scorso anno come spiega Isabella Cianferra. “Noi saremo aperti domani a pranzo, mentre per la cena abbiamo deciso da alcune settimane di optare per le consegne e di non organizzare il classico cenone nel nostro locale. Il delivery sta dando buoni risultati, e ce li diede anche lo scorso anno. La scelta, però, è stata anche dettata dall’aumento dei contagi e dalle chiusure in caso di positività. Da novembre, quindi, avevamo in mente di focalizzarci totalmente sul delivery per la notte del 31 dicembre”.

C’è poi chi non potrà alzare la saracinesca poiché sottoposto a sorveglianza attiva, oppure chi sta vedendo man mano annullare le prenotazioni a causa delle “positività dell’ultimo minuto”. Insomma, a distanza di due anni il Covid è ancora protagonista in negativo. I ristoranti rimangono aperti ma con guadagni dimezzati. Le persone preferiscono ritrovarsi a casa, magari provvedendo autonomamente ai tamponi acquistati in farmacia, o peggio senza preoccuparsi di possibili positività, dando il via libera al virus anche nel 2022.

Valerio Di Fonso

2 Commenti su "Il cenone indigesto"

  1. Figli e figliastri | 31 Dicembre 2021 at 09:01 | Rispondi

    Indigesto solo per le partite Iva !

  2. Rompiamo tutto | 31 Dicembre 2021 at 09:47 | Rispondi

    Indigesto per colpa del governo!

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