Il lunedì del turismo

I numeri sono stati buoni quest’anno, forse non come quelli della scorsa estate, anche se un paragone vero e proprio non si può fare con la pandemia e i cicli vaccinali di mezzo.

Sulmona conferma comunque il suo trend positivo nel turismo, che non è quello di massa, né nei numeri, né nella qualità. E che proprio per questo ha bisogno di riorganizzarsi e ripensare il suo modello di accoglienza.

Che non è dei più adatti, a dirla tutta: da qualche anno, ad esempio, quest’anno compreso, i tagli fatti dal Comune all’Ufficio informazioni turistiche (o meglio alla cooperativa di servizi che lo gestisce) costringe alla chiusura lo sportello nei tempi presunti, e solo presunti, morti.

Le porte dell’ex farmacia dell’Annunziata si sono chiuse così a fine settembre e riapriranno solo nei periodi “rossi”, cioè i festivi. E questo a dispetto dei dati che, al contrario, raccontano di flussi turistici ormai destagionalizzati, con i “mesi morti” – ovvero i “lunedì della stagione” – che non hanno nulla da invidiare a quelli “caldi”.

Il mese di settembre, ad esempio, è stato nel 2021 meglio di luglio e di giugno in quanto a turisti censiti: dei 18.950 registrati dall’Ufficio turistico da giungo a settembre, infatti, ben 4.725 hanno riguardato l’ultimo mese, rispetto agli 8.412 di agosto (che soprattutto per gli italiani resta il più vivace), ai 3.610 di luglio e ai 2.203 di giugno. Di questi quasi 5mila visitatori, oltre il 20% è straniero, rispetto a circa il 10% del mese di agosto.

Dai numeri si deduce anche la scarsa capacità di offerta di “vendersi”: meno del 10% infatti ha visitato un museo cittadino dove in quattro mesi gli ingressi sono stati solo 1.591 (1.109 quelli paganti) e dove nei periodi freddi è disagevole entrare vista la carenza di ambienti riscaldati.

“Il turista che viene qui si organizza spesso da solo o segue gruppi di turismo esperenziale organizzati – spiega un’addetta dell’Ufficio turistico – ad oggi è impossibile avere una mappa completa anche solo delle attività ricettive, che comunque continuano a lavorare tutto l’anno”.

La spinta più importante, sia in termini di numeri che di marketing, l’ha data però la Transiberiana d’Italia, insomma i treni storici e tematici che sono tornati a popolare la ferrovia Sulmona-Carpinone. Un vero e proprio motore turistico che Sulmona non è stata finora in grado di agganciare e coccolare come dovrebbe.

“Una delle lamentele più ricorrenti tra le centinaia di visitatori dei treni storici – continua l’addetta – è quella del lunedì. I viaggiatori spesso dormono a Sulmona la domenica dopo l’esperienza in treno e approfittano del lunedì per visitare la città. Solo che è tutto chiuso: ristoranti, pizzerie, musei”. Un deserto imbarazzante che sarebbe semplice evitare con un po’ di organizzazione (turnazioni) e buona volontà.

Perché il turismo non è una scienza esatta, né una formula matematica da conteggiare al casello autostradale, ma un meccanismo complesso che ha bisogno di elasticità, lungimiranza, modi e formazione degli operatori.

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