La testa dura di Rossano

La sua è stata una sfida, per vincere la quale non si è risparmiato: il giorno in ufficio, la notte pure, su un divano attrezzato in officina e la madre convinta che si era trasferito a vivere a Sulmona a casa del fratello. Il lavoro prima di tutto, che poi non era tanto il lavoro, ma la voglia di risollevare quell’azienda che il padre aveva fondato nel 1983 insieme ad altri due soci con cui non andavano più tanto d’accordo. Testa dura, da pacentrano, Rossano Pacella, che oggi, a 40 anni, dopo quattordici di ingegno, sudore e quel tanto di incoscienza che aiuta gli audaci, fa fatica a stare dietro ai suoi 72 dipendenti. Anzi 73, perché da qualche mese sulla sedia della reception c’è anche Cuore: un gatto nero abbandonato nel piazzale del capannone di cui Marina, che da 35 anni gestisce il personale, si è presa cura risollevandolo. Un po’ come ha fatto Rossano con l’azienda.

Le commesse negli ultimi quattro anni si sono impennate, tanto da portare il Ropac Group, a quasi quadruplicare le maestranze in due anni, moltiplicare gli uffici, gestire commesse di grandi gruppi in tutta Italia e anche all’estero: Germania, Grecia, Turchia. Un fatturato di 6 milioni di euro spalmato in una varietà di attività industriali e cinque stabilimenti: a Sulmona, Raiano, Manoppello, Bussi e, da ultimo, a Parma, dove l’ufficio l’ha dovuto aprire per forza per stare dietro ad una delle commesse più importanti che ha, quella del colosso Barilla, per la quale segue diversi stabilimenti progettando, realizzando e manutenendo i macchinari industriali.

Da lì, in fondo, era partita la Pql Meccanica fondata dal padre, inglobata ora nel Ropac Group: manutenzione di impianti industriali di fabbriche come la CocaCola di Corfinio e di altre aziende sul territorio, che hanno subito la crisi e il passo veloce dell’innovazione tecnologica a cui non sono riuscite a stare dietro.

“Era una piccola azienda con pochi dipendenti – racconta Rossano – e in questa officina io ci sono cresciuto. Per questo, già durante l’università, ho cominciato a prendere le redini dell’azienda”. Laureato in Ingegneria all’Aquila, dopo la triennale, con il solo fine di fare un po’ di esperienza di progettazione, si mette a collaborare a titolo gratuito con qualche azienda del territorio. “Per me era una gavetta, una sorta di formazione – spiega -: oggi i ragazzi chiedono prima quanto prendono di salario e poi che cosa devono fare”. Cominciano ad arrivare così i primi piccoli incarichi e Rossano Pacella apre la partita Iva, unendo teoria e partica: progettando in studio e assemblando nell’officina del padre le prime macchine: “Erano piccoli lavori – racconta – ci sbarcavo i soldi necessari per il giovedì universitario”.

Nel 2011, fatto anche il biennio, fonda quindi la Ropac e le redini della società del padre le afferra con le competenze e con coraggio, liquida i due soci e rivoluziona la mission e la politica aziendale.

“All’inizio è stata dura – continua – ero praticamente da solo o quasi: mi presentavo ai clienti e fingevo di telefonare in azienda ad un fantomatico ufficio tecnico per rispondere alle richieste del cliente. Poi andavo in un’altra stanza o in macchina e dal mio computer inviavo le risposte alle domande dei clienti, dalla mail ‘ufficio tecnico’ per dare la parvenza di azienda organizzata, mostrando quindi efficienza e organizzazione impeccabile. Un po’ di fumo, anche solo aggiungendo il nome Group alla società, bilanciava la mia giovane età agli occhi dei clienti”. Fumo dietro il quale, però, Rossano Pacella poi, tornato in officina, metteva tanta “carne”: “Ho passato giorni e notti a progettare e realizzare macchinari – ricorda – ho rinunciato a una fetta importante della mia giovinezza, la mia fidanzata, che poi è diventata mia moglie, non la vedevo quasi mai. Ma non mi pesava, perché pensavo a mio padre e al riscatto del suo lavoro, della sua storia, del suo orgoglio”.

Oggi il Ropac Group ha diversificato la sua offerta: a Sulmona c’è la parte meccanica del gruppo. Ovvero la progettazione e costruzione di macchine automatiche, isole robotizzate, innovazioni, realizzazione di particolari a disegno con torni, frese, centri di lavoro, saldatura di diversi particolari e materiali dall’acciaio inox all’alluminio. Si realizzano e riparano molti pistoni idraulici utilizzati molto nelle aziende agricole, ad esempio. A Sulmona c’è anche la sede del noleggio (con e senza autista) di piattaforme semoventi elettriche, semoventi a motore (carrellate) montate su furgoncini che possono guidarsi con patente B, sollevatori telescopici semoventi e, ancora il settore packaging per confezionare, stoccare e gestire conto terzi i magazzini di alcuni clienti, in primis della Beta Utensili. A Raiano ci si occupa esclusivamente di costruzione, montaggio e collaudo di sollevatori a pantografo a disegno su richieste dei clienti e strutture in acciaio (capannoni) di grandi dimensioni. All’interno del polo chimico di Bussi Sul Tirino, il reparto piping (tubature): costruzione, installazione e collaudo di piccoli impianti chimici e/o modifiche di quelli esistenti. Si lavorano qui tubazioni di PVC, polietilene, acciaio, ferro-teflon, serbatoi. A Manoppello c’è tutta la parte elettrica e software e, infine, a Parma una finestra a servizio dell’industria alimentare per supportare diverse aziende già clienti, a partire proprio da Barilla.

“La collaborazione con Barilla è nata in modo singolare – racconta – nel 2012 mi trovai ad Ascoli a fare due lavori con buoni risultati, il primo un ribaltatore di casse per Nastrine ed un secondo il packaging dei Ringo Thin. In quest’ultimo si doveva, in breve tempo e con una soluzione a basso costo, ribaltare i pacchetti in uscita di 360°; erano state convocate diverse ditte ed io riuscii con 2 semplici rulletti a risolvere il problema. Nella vita bisogna trovarsi al momento giusto al posto giusto ma bisogna cercarsi le situazioni, non bisogna fermarsi di fronte alle piccole difficoltà”.

L’inventiva certo non manca a Rossano: “Un altro settore sul quale mi ero avventurato, ma che ho dovuto rallentare perché non riesco a starci dietro, è quello veterinario – racconta – una volta andai ad una fiera, una delle tante a cui vado, e vidi che c’erano delle gabbie per animali in acciaio inox che erano particolarmente ricercate. Così tornato a Sulmona ne costruii una e la misi, quasi per gioco, sulla piattaforma Subito.it. Venduta in pochi minuti, nonostante fosse molto grezza, perché non aveva gli angoli arrotondati ed altri accorgimenti richiesti dal settore, come gli scarichi per i bisogni che feci realizzare all’acquirente via telefono. E’ un settore, quello veterinario, ad esempio, che ha grandi possibilità di lavoro: oltre le gabbie, abbiamo realizzato e realizziamo diversi prodotti a catalogo tutte di alta finitura come lettini da ambulatorio, tavoli, bilance, sollevatori. Tutti con livelli alti di finiture che ci ha permesso di prenderci una buona fetta di mercato. Però ho abbandonato, o meglio rallentato, il settore, perché mi servirebbe un altro reparto, più maestranze, ma soprattutto perché la nostra mission sono le automazioni industriali.

Questo settore però con tutte le difficoltà del caso ci ha permesso di superare la crisi, periodo nel quale gli investimenti delle industrie si erano bloccati”.

Le maestranze, d’altronde, anche nel suo settore sono merce rara: “Siamo alla continua ricerca di personale – spiega Pacella – prendiamo tanti studenti, soprattutto dall’Iti di Pratola, per gli stage, nella speranza che possano restare. Ma non tutti sono in grado: la scuola insegna poco e i ragazzi spesso non hanno voglia di imparare. Eppure basta un po’ di predisposizione e molta umiltà. Ho grande rispetto dei miei collaboratori, se non fosse per loro non potrei gestire questa mole di lavoro: ci sono responsabili fidati su ogni stabilimento che oggi sono in grado di portare avanti il lavoro in autonomia”. I dipendenti sono tutti di Sulmona o della zona: “Preferisco pagargli le trasferte quando vanno nei diversi stabilimenti o in aziende per fare manutenzione – aggiunge Rossano – questo è il posto dove sono cresciuto e che voglio vedere crescere, anche se stare qui mi costa di più per il trasporto e l’approvvigionamento delle merci. A volte molti materiali li paghiamo due volte rispetto ai nostri competitors: per alcuni lavori da installare ad esempio a Pescara, paghiamo il trasporto per farli arrivare da Pescara a Sulmona per lavorarli e poi ripaghiamo il trasporto per andare ad installarli. A volte durante il montaggio ci manca una vite e/o un cuscinetto e per andare a prenderli, abbiamo oltre al costo del componente, che è uguale a quello dei nostri competitors, anche i costi di carburante ed autostrada. Però io è qui che voglio lavorare”. Testa dura Rossano, da pacentrano.

7 Commenti su "La testa dura di Rossano"

  1. Assumete personale?

  2. Bravo Rossano. Fai onore a te stesso ed al nostro territorio che a persone visionarie come te, deve molto.
    Ad maiora semper!

  3. Complimenti vivissimi, e che il futuro possa essere sempre più roseo. Tutto meritato.

  4. Guido Angelilli | 6 Aprile 2024 at 06:56 | Rispondi

    Bravo Rossano, siamo fieri di te: testa, cuore e fatica!

  5. francesco.valentiniv1935 | 10 Aprile 2024 at 22:20 | Rispondi

    Fa enorme piacere che ci siano persone che riescono a portare a livelli impensabili Aziende familiari nate dal nulla pervla intraprendenza di padri:e’ il caso di Rossano Pacella affermatosi in un campo molto complessoma con tanto futuro.Evidentemente a Sulmona il.nome Rossano assicura,con i sacrifici naturalmente,conquiste commerciali di ampio respiro:per un Rossano in ascesa,uno in discesa: ha chiuso in questo inizio anno a Sulmona la sua attivita’ l’officina ciclistica tenuta in piedi egregiamente dai fratelli Rossano e Luciano:un Laboratorio di competenza e signorilita’ in cui non esistevano problemi insolubili.Da qui il sorgere di una amicizia e rispetto reciproco che dureranno negli anni:grazie per quello che avete saputo fare.

    • Ciao Francesco.
      Grazie davvero x la fiducia e la stima, ampiamente ricambiate, che ci hai dato in questo lungo cammino durato tanti anni.
      Luciano

  6. Gent.mo Francesco. Siamo noi a ringraziarti per la stima e
    la fiducia dimostrata. Sono gli apprezzamenti come il tuo che per quasi quarantaquattro anni, ci hanno dato la forza di andare avanti, molti dei quali, come te, sono diventati anche ottimi amici.
    Colgo l’occasione per il più sentito “in bocca al lupo” all’ omonimo “testa dura” Rossano Pacella.
    Rossano (ex Tutto Bici)

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