L’albero di cacao

Appena ieri il sindaco di Sulmona mostrava orgoglioso il calendario Neri, tra le più importanti aziende e Fondazioni al mondo nel settore della ghisa e del suo restauro: tra le dodici immagini selezionate per accompagnare il 2022, infatti, l’azienda romagnola ha scelto, per il mese di agosto, proprio la città peligna e in particolare le lampade in ghisa davanti a palazzo Annunziata che lo scorso anno restaurò e che solo grazie ad una sollevazione popolare sono state rimesse al loro posto questa estate. Sulmona nel calendario si accompagna con particolari di città come Londra, Dubai, Los Angeles, Milano, Matera. La foto utilizzata è stata scattata dallo stesso responsabile dell’azienda che ieri è venuto a Sulmona per consegnare una delle tremila copie del calendario che farà il giro del mondo e vale la pena stendere un velo pietoso sul racconto che dello scatto ha fatto al sindaco: un’immagine più che rubata, sudata; perché, ha detto l’autore, per scattarla alle quattro del mattino l’estate scorsa ha dovuto personalmente farsi prestare una ramazza dal bar in chiusura e ripulire la scalinata che era piena di bicchieri e bottiglie. Uno dei tanti scempi della domenica mattina, insomma.

Al netto delle transenne che fanno da sfondo, che “orgogliosamente” si portano i loro cinque anni e mezzo di vita, la foto restituisce tutta la bellezza di un’opera d’arte, che vide la luce per la prima volta il 24 dicembre del 1884 e di cui una mattina di agosto del 2019 il Comune si stava tranquillamente sbarazzando per sostituirla con dei fanali al led. L’operazione fu bloccata dalla denuncia della stampa (e di questa testata in particolare) e dei cittadini, ma non servì per evitare altri scempi simili diffusi nel centro storico e non solo.

Magari fatti in “buona fede”, come quello operato sulla statua di Giuseppe Capograssi nell’omonima piazza-giardinetto di fronte al tribunale. Anche qui il busto del giurista venne trattato con prodotti evidentemente non consoni che ne rovinarono la patina in bronzo. Anche in questo caso la sollevazione popolare e il generoso contributo degli amici canadesi misero una pezza che, però, ora, si è di nuovo “scucita”.

Il restauro fatto alla statua, infatti, è durato solo qualche mese: inaugurato l’8 agosto scorso in pompa magna, oggi il busto del giurista appare completamente rovinato dalle ossidazioni e dal calcare, complice anche, probabilmente, uno scriteriato sistema di irrigazione che ha innaffiato il monumento come fosse un albero di cacao.

Di esempi di degrado e di superficialità sui beni pubblici ce ne sono molti: a piazza XX settembre, ad esempio, un lampione, uno di quelli attenzionati dalla Fondazione Neri, è stato letteralmente decapitato, non si sa da chi e perché e non si sa dove sia finita la preziosa testa.

Non meno oltraggiosi della storia e dell’architettura della città, sono stati poi gli interventi cosiddetti di riqualificazione urbana: quintali di travertino a sostituire pietre della Maiella, vasi e panchine da lungomare romagnolo in pieno centro storico, cemento al posto dei sampietrini.

E d’altronde chi non coltiva la memoria, non può certo sperare di raccogliere cultura.

4 Commenti su "L’albero di cacao"

  1. Per fortuna c’è ancora chi denuncia questi scandali cittadini.

  2. Repetita iuvant un giorno di anni fa era 1956 arrivo un signore dal nome Carlo Menotti il quale voleva incontrare il Sindaco per proporre un certo Festival internazionale ..sapete cosa accadde ?.. il ramino al Gran caffè viene prima ditegli di tornare domani agosto 1956 il sig Menotti annuncia che Spoleto e la città scelta per il festival di Spoleto azzz

  3. Sandro De Panfilis | 14 Dicembre 2021 at 09:09 | Rispondi

    Grazie per la preziosa opera di vigile attenzione a problemi che altrimenti sarebbero del tutto ignorati….

  4. Casimiro il grande,600 anni fa’disse a loro venite,loro arrivarono e poi….. questa è una viceria, non era vero. Oggi si fa’la storia.

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