Le spese folli di Cogesa: 120mila euro per i telefoni. Il Pd: “Ripartito il concorsificio”

Se la Corte dei Conti leggendo i numeri e le assunzioni ha segnalato come Cogesa sia una società sovradimensionata rispetto alle altre partecipate in Italia, chissà cosa diranno i giudici contabili quando avranno modo di leggere le bollette telefoniche della società.

Un uso spropositato di acquisti di telefoni e pagamenti di canoni che, ha fatto i conti il Pd locale, ha fatto spendere ai contribuenti negli ultimi due anni circa 120mila euro. Che a vedere i dati nel dettaglio bisogna pensare che anche l’ultimo degli operatori ecologici ha in tasca un iPhone di ultima generazione.

Nel 2019 il Cogesa ha speso 45mila euro per “spese cellulare” e oltre 23mila euro per “spese telefoniche”: totale 63mila euro. Che neanche fosse un call center.

Non un’eccezione, però, almeno nella gestione degli ultimi anni, perché anche nel 2018 la società che si occupa di rifiuti non ha lesinato in quanto a telecomunicazioni: 37mila euro per “spese cellulare” e 15mila per “spese telefoniche”.

“La domanda sorge spontanea e la rivolgiamo al nuovo Cda: di quali e quanti cellulari si è dotato il Cogesa, per dover registrare spese così alte? A chi erano e sono in uso le relative utenze?

 Cosa vuol dire ‘spese cellulare’ distinte da ‘spese telefoniche’? – chiede il Pd – Tanti sono i dubbi sulla condotta in questione sia da un punto di vista strettamente economico che della razionalità della scelta effettuata: perché acquistarli e non optare per un comodato d’uso gratuito in cambio dei relativi contratti con la rete d’interesse? Giova qui rilevare come ancora una volta questi enti sovraccomunali siano stati strumento di ‘spesa facile’ per chi, in maniera spregiudicata, li ha gestiti fino al punto di produrre deficit di amministrazione corposi che ricadono sulle spalle degli ignari cittadini”.

Si chiede il Pd se anche la nuova governance voglia continuare sulla stessa linea, anche perché, dice il Pd, “la nuova  gestione (che d’altronde è frutto di accordi operati dagli stessi soggetti con l’aggiunta aquilana del sindaco Biondi), allorché in prossimità delle ormai imminenti amministrative si rispolvera il ‘concorsificio’ al Cogesa – scrivono i Dem – mettendo in piedi il solito teatrino dei noti personaggi degli incontri/colloqui -su cui ci riserviamo di porre al Presidente altri interrogativi- con una tempistica perfetta in ordine alle ormai imminenti consultazioni elettorali: contratti a tempo determinato da giugno a settembre”.

“Ci auguriamo che ad ottobre – periodo presumibile della rielezione della Amministrazione Comunale – ci sia una serena presa di coscienza di cosa abbiano rappresentato per questa città l’Amministrazione uscente targata dall’ex assessore 35 delibere in cinque anni per interposta persona Casini – conclude il Pd -, e una ferma presa di distanza da chi ha rappresentato metodi e pratiche che nulla hanno a che fare con l’interesse generale della collettività”.

3 Commenti su "Le spese folli di Cogesa: 120mila euro per i telefoni. Il Pd: “Ripartito il concorsificio”"

  1. Phon=asciugacapelli Phone=telefono. Capita…

  2. bene,in tutto il Mondo i telefoni aziendali sono esclusivamente per gli scopi/benefici dei buoni risultati dell’impresa,soprattutto per la produttivita’e redditivita’,primariamente per i dipendenti,nessuno escluso,manager inclusi…nella nostra italietta i telefonini sono “irranggiungibili” per l’attivita’ lavorativa,addirittura spenti quando si e’ in “missione”,in pratica non per l’uso aziendale,forse utili alle diarie e rimborso spese,il paese dell’incontrario,o no?

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