Provincia dell’Aquila tra abbandono e povertà: analisi drammatica della Cgil

E’ un quadro allarmante, quasi un grido d’aiuto, quello presentato dalla CGIL sulla situazione socio-economica della Provincia dell’Aquila. Un territorio sempre più anziano, vuoto e povero. In estrema sintesi sono questi i fattori che contraddistinguono l’aquilano, una delle aree interne del centrosud maggiormente provate dallo spopolamento, naturale conseguenza dell’assenza dei servizi essenziali e di posti di lavoro.

Tra gennaio e aprile la nostra provincia ha visto una ulteriore contrazione dei residenti di 623 unità, tra saldo naturale e saldo migratorio. Un andamento che durante l’anno porterebbe alla perdita di oltre 1.500 residenti.

C’è poi il problema dell’assenza di posti di lavoro, con 8.457 nuclei familiari percettori di RdC/PdC, per un numero di persone coinvolte pari a 17.323, che in termini percentuali rappresentano il 6% dell’intera popolazione provinciale. “La difficoltà di accedere ad offerte di lavoro concrete rende più ampia la sofferenza delle famiglie e conferma l’esigenza di rafforzare gli strumenti di sostegno al reddito, in particolare laddove il mercato del lavoro non presenta una particolare dinamicità”. E’ questo il commento congiunto del Segretario Generale della CGIL Provincia dell’Aquila, Francesco Marrelli, e del Direttore del Patronato INCA CGIL Provincia dell’Aquila, Dario Angelucci.

Non se la passano molto meglio i pensionati, visto che la provincia fa registrare un importo medio delle pensioni pari a 1.062,28 euro, a fronte di una media regionale di 1.255,62 euro. Tra lavoro inesistente e pensioni ridotte al minimo c’è lo spauracchio della crisi energetica, che porterà gli aquilani a metter sempre più mano al proprio portafoglio.

“Nelle aree interne della regione Abruzzo l’aumento dei prezzi dell’energia e l’aumento delle materie prime sta determinando una forte preoccupazione per la stagione invernale – commenta la CGIL – Rischiamo che le persone con maggiori fragilità debbano rinunciare a scaldare la propria abitazione, dopo aver rinunciato a tanti altri beni di consumo. Non possiamo sottovalutare il portato di un’inflazione pari all’otto per cento in una realtà già sofferente per le ripetute crisi economiche che ha dovuto attraversare e che ha visto una riduzione del numero degli addetti, la precarizzazione del lavoro e il ricorso continuo agli ammortizzatori sociali”.

“Oggi occorre ricreare una rinnovata comunità di intenti capace di ricostruire un clima di fiducia nella
società – prosegue la sigla sindacale -. Alla politica spetta il compito di comporre i diversi interessi verso obiettivi comuni di sviluppo senza cedere alla tentazione di mettere al centro l’impresa ed il libero mercato. La partecipazione deve essere lo strumento per ricomporre gli strappi che si sono generati sino ad ora. Solo attraverso scelte condivise è possibile superare questa crisi sociale ed economica, rimettendo al centro le persone e non più il profitto o gli interessi di pochi a discapito di una intera collettività. La ricerca di idee, lo sviluppo di nuove competenze, un utilizzo ragionato delle risorse pubbliche, la valorizzazione ed il potenziamento del sistema pubblico dei servizi, la stabilità occupazionale, gli investimenti pubblici e privati derivanti anche dalle risorse del PNRR, la tutela e la conservazione ambientale, devono essere argomenti alla base di un grande confronto con le parti sociali che operano sul territorio. Il contrasto alla povertà assoluta e relativa deve essere al centro di ogni ragionamento di sviluppo territoriale. Le politiche passive e attive del lavoro devono marciare di pari passo e bisogna restituire un futuro alle giovani generazioni, bisogna saper scegliere i percorsi decisionali e non affidarsi all’analisi descrittiva del dato economico, come elemento esaustivo che giustifica il presente, lasciando al mercato il ruolo di regolatore del sistema sociale ed economico”.

2 Commenti su "Provincia dell’Aquila tra abbandono e povertà: analisi drammatica della Cgil"

  1. Ricostruzione del sistema di collegamento ferroviario e pedaggi ridotti almeno per residenti. Non servono elemosine..
    Ma gli scienziati dei nostri politici non ci arrivano.

  2. Marco Sciarra | 16 Luglio 2022 at 20:46 | Rispondi

    … ecco, nel finale la solita ricetta… chissà, forse è proprio per questo che siamo finiti in questa drammatica situazione.
    Come si riparte? Aumentando ulteriormente il debito pubblico… e sperperare i danari in mancette, bonus, superbonus e regalie varie?

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