Spese di rappresentanza: conti in tasca agli amministratori

Deliberato dal Comune di Sulmona il nuovo regolamento sulle spese di rappresentanza.

In attesa del vaglio della commissione dove approderà domani, l’amministrazione comunale cittadina segue le indicazioni della Corte dei Conti che agli Enti Locali chiede di dotarsi di un documento finalizzato a definire e regolare quelle spese, non sempre di facile catalogazione, che a vario titolo accompagnano l’attività amministrativa.

A partire dalle cosiddette spese di “convivialità ed ospitalità per la consumazione di pasti e bevande” da domani ammesse solo per “incontri istituzionali aventi importanza e rilevanza esterna, sociale, politica, culturale e sportiva, idonei ad accrescere il prestigio dell’Ente” come riporta il regolamento. Esclusi pranzi e cene dove a tavola siano seduti solo dipendenti del Comune cittadino, mentre sono ammesse le spese di convivialità per occasioni in cui siano coinvolti soggetti esterni particolarmente qualificati; incontri “occasionati da manifestazioni ufficiali” e non rientranti nella normale attività dell’ente.

E se viene sete in occasione di sedute deliberanti di giunta e consiglio, l’acqua non rientrerà tra le spese di rappresentanza, ma dovrà essere ascritta tra le spese di funzionamento dell’Ente. Per non parlare della fame, il regolamento infatti espressamente esclude le spese “di generi alimentari per il ristoro degli amministratori anche se sostenute durante le sedute di giunta, il consiglio o nelle riunioni dei gruppi consiliari”.

Tra gli atti di onoranza sono ammessi solo quelli riguardanti “morti o partecipazioni a lutti di personalità di rilievo o significative per la comunità locale”. Mentre per telegrammi di condoglianze, necrologi, manifesti e corone funebri per dipendenti, ex dipendenti, amministratori e loro famiglie ognuno provvederà di tasca propria. Ammesse le spese “per ricorrenze di rilevanza nazionale o locale, di carattere civile o religioso” come pure quelle di ospitalità e cortesia in occasione di rapporti ufficiali. Da intendersi questi ultimi come quelli tra organi del Comune e di altre pubbliche amministrazioni, tra soggetti, personalità o delegazioni italiane o straniere in visita nel Comune e, viceversa, tra rappresentanti e delegazioni comunali in visita in Italia e all’estero.

Niente più nemmeno omaggi in favore di ex dipendenti o di ex amministratori come per esempio “doni in caso di pensionamento, rinfreschi o gadget natalizi”. Non sono spese di rappresentanza quelle sostenute per ospitalità e pasti a favore di soggetti legati al Comune da rapporti commerciali o professionali, come fornitori, affidatari di incarichi, consulenze o collaborazioni.

Un regolamento che mancava nel Comune di Sulmona i cui uffici hanno sempre gestito questo tipo di spese seguendo i principi fondamentali di buon andamento, trasparenza, imparzialità, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa di cui all’articolo 97 della Costituzione. Riuscendo negli anni a contenere le spese di rappresentanza entro un tetto massimo di circa 2 mila euro, come conferma l’amministrazione comunale. Un Comune non spendaccione quello di Sulmona che da domani potrà contare su uno strumento in più a vantaggio dell’economicità e del prestigio della città e dei suoi amministratori.

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