Spicca il volo Ovidio: il grifone denutrito

Era stato individuato lo scorso mese di dicembre in condizioni di difficoltà lungo la strada Cicolana nel comune di Magliano de’ Marsi e, dopo un complesso recupero, subito ospitato nella Riserva Monte Velino.

É Ovidio, il giovane grifone recuperato e curato dal Reparto carabinieri Biodiversità di Castel di Sangro che, dopo le cure necessarie, il 19 febbraio è tornato a volare. Liberato dalle voliere di acclimatazione della Riserva Naturale Orientata Monte Velino gestita dallo stesso Reparto Biodiversità, il grifone “ha subito ripreso possesso del suo spazio vitale” spiegano i carabinieri.

Un successo per i militari che lo hanno soccorso e per il personale della ASL 1 che dopo le prime cure ha tenuto sotto controllo il rapace monitorandone lo stato di salute gravemente compromesso. Trovato in “evidente stato di denutrizione”, dopo alcune settimane Ovidio ha recuperato forza e abilità nel volo e all’esito di esami clinici effettuati in collaborazione con il Centro Recupero animali selvatici dei Reparto dei Carabinieri Biodiversità di Pescara e del personale veterinario del Parco Nazionale della Maiella, è tornato in libertà. In una delle colonie riproduttive della nostra regione, questo il luogo scelto per la liberazione dell’animale che inanellato e dotato di trasmettitore GPS, sarà seguito nei suoi spostamenti per “poter intervenire immediatamente in caso di necessità” continua il comunicato del Reparto.

“Un grande successo per la biodiversità – commenta il tenente colonnello Monica Sciarra – perché i grifoni sono necrofagi obbligati che non solo contribuiscono ad arricchire la diversità biologica ma con la loro azione di ripulitura rallentano e impediscono la diffusione di malattie”. “Spazzini delle montagne” così vengono definiti i grifoni, rapaci molto efficienti nello scoprire ampi territori e nel consumare velocemente le carogne svolgendo così un ruolo importante nell’accelerare i cicli della materia, come spiega la Sciarra al comando del Reparto Biodiversità impegnato, dall’ultimo decennio del secolo scorso, in un importante progetto.

Per la reintroduzione nell’Appennino abruzzese di questa specie di necrofagi attraverso azioni di tutela e monitoraggio, un obiettivo portato avanti grazie alla sinergia con il Reparto Carabinieri Biodiversità di L’Aquila e con l’associazione Rewilding Appennines.

“Se oggi possiamo raccontare il successo della liberazione di Ovidio – conclude il tenente colonnello Monica Sciarra – è grazie al lavoro di tutti coloro che si sono impegnati nella buona riuscita del progetto”.

1 Commento su "Spicca il volo Ovidio: il grifone denutrito"

  1. Per la sanità agli umani in alto Sangro?come siamo messi?

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