Potrebbe essere una specie di dress code, un po’ come giacca e cravatta o il tailleur, o se si preferisce un accessorio da matrimonio al pari della “busta” e dei confetti: un tampone prima del fatidico sì (per invitati e non), è infatti la proposta, meno romantica ma certo più efficace, che gli operatori del settore hanno avanzato al governo per implementare i protocolli di sicurezza e tornare, così, a celebrare e soprattutto festeggiare i matrimoni.
Se ne è fatta interprete la deputata abruzzese Stefania Pezzopane che ha presentato una interrogazione ai ministri Speranza e Giorgetti, al fine di riattivare un settore fermo da oltre un anno senza alcuna “pausa di lavoro”. Un giro d’affari da 65 miliardi di euro l’anno, che coinvolge ristoranti, artisti, fotografi, fiorai e tutti quanti girano intorno al business dei matrimoni, sposi compresi.
“C’e bisogno di un confronto serio per cominciare a fare una programmazione e tentare di far ripartire il settore, in sicurezza, già per questa estate – commenta la Pezzopane -. Nella fase nuova che si sta aprendo non passi in secondo piano il diritto di tante giovani coppie di unirsi in matrimonio. Così si faranno felici molte persone che hanno intenzione di sposarsi, le loro famiglie e si dà un contributo a rilanciare un settore importante. Naturalmente sempre in sicurezza, ma riaprendo qualche possibilità, si darà la sensazione che la vita riprende una sua nuova normalità”.
Mi sembra una buona idea….
E il lasso di tempo dall’esecuzione del tampone fino al giorno della cerimonia si sta in isolamento fiduciario?