Strade scuola, piedibus e “Zone 30”: la rivoluzione della mobilità parte dai banchi

Mezz’ora di attività fisica al giorno durante le ore di lezione (oltre cioè le ore di motoria), con le cosiddette “pause attive”, e ancora l’attivazione del piedibus e dei marked playground, dove il quotidiano diventa gioco e movimento con un po’ di vernice nei cortili e nei corridoi. Allenare ad allenarsi, al movimento: è questo lo scopo del progetto che la scuola primaria Masciangioli avvierà tra poco più di un mese, insieme ad altre cinque scuole abruzzesi (a Chieti, Teramo, Avezzano, Città Sant’Angelo e Mosciano) e che oltre all’Abruzzo (capofila con l’Università dell’Aquila) vede coinvolte anche Lombardia, Emilia Romagna e Marche. Si chiama Whaps (whole active health promoting schools) e non è solo un gioco, ma un’iniziativa sperimentale per la prevenzione delle malattie.

Perché l’abitudine ad andare a piedi, a muoversi, è diventata merce rara anche tra i bambini, con tutte le conseguenze sulla salute e i problemi dell’obesità infantile.

Tre le azioni principali: le pause attive, che mirano a coinvolgere almeno la metà degli studenti durante le ore di lezione, con delle interruzioni dedicate all’attività fisica (per un totale di almeno mezz’ora al giorno); i marked playground che sono percorsi disegnati (forme geometriche, orme, immagini) che i ragazzi seguono camminando, correndo e saltando (una sorta di “campana” moderna), durante i loro quotidiani percorsi e il piedibus che sarà attivato grazie al coinvolgimento del Comune e delle famiglie e che prevede mandare i ragazzi a scuola camminando. Quest’ultima esperienza non nuova a dire il vero in Valle Peligna (precursore è stata Pratola Peligna), ma che inserisce il progetto Whaps, in realtà, nella politica di mobilità cittadina che l’assessore al ramo, Attilio D’Andrea, ha intenzione di rivoluzionare.

Su questa linea si muove infatti l’ipotesi di creare le strade scolastiche, ovvero la chiusura delle strade in prossimità delle scuole cittadine per incentivare la mobilità dolce e per evitare il caos, i pericoli e lo smog che ogni mattina si concentrano nei punti più sensibili, ovvero davanti alle scuole.

“Stiamo studiando l’ipotesi di chiudere innanzitutto proprio via Dalmazia dove si trovano le scuole Masciangioli-Capograssi – spiega D’Andrea – così come pensiamo ad una soluzione di chiusura in via Togliatti, un esperimento che nel 2013 fece Sbic con grande successo in estate e che potrebbe essere ripetuto durante tutto l’anno, in considerazione anche dell’ampio parcheggio che c’è in piazzale Di Bartolomeo. Tutte le progettazioni urbanistiche, in accordo con l’assessora Catia Di Nisio, si stanno muovendo in questa direzione e l’idea è quella di ampliare la cosiddetta ‘Zona 30’ (cioè il limite di 30 kmh per i mezzi, ndr) se non a tutta la città, almeno alle zone più frequentate. E’ una pratica che stanno attuando anche le grandi città come Bologna e noi vogliamo ispirarci a questi esempi virtuosi”.

11 Commenti su "Strade scuola, piedibus e “Zone 30”: la rivoluzione della mobilità parte dai banchi"

  1. il limite 30 km / ora esiste già in città

  2. Avendo bambini piccoli le trovo delle ottime iniziative!!

  3. … il pericolo lo creano soprattutto mamme e padri che accompagnano con le auto i loro figli… tutti di corsa con manovre spericolate, soste in doppia fila o di traverso, e se piove sembrano migliaia di cavallette impazzite… bene, molto bene, tutti a piedi utilizzando esclusivamente come parcheggio il piazzale Di Bartolomeo… ma dategli una pulita, una risistemata, e ridefinite meglio gli ingressi e le uscite…

    • Siii, bravo, molto intelligente, così il traffico che ora si forma lungo viale Togliatti si sposterebbe in via XXV Aprile con problemi di chi vi abita nei pressi.

  4. Va bene tutto ma imparate l’educazione soprattutto ai Genitori.

  5. Benissimo ❤️

  6. In foto otto adulti che usano il cellulare. Riflettiamo.

  7. Concetta Di Prospero | 17 Gennaio 2023 at 16:14 | Rispondi

    “Stiamo studiando l’ipotesi di chiudere innanzitutto proprio via Dalmazia dove si trovano le scuole Masciangioli-Capograssi – spiega D’Andrea – così come pensiamo ad una soluzione di chiusura in via Togliatti, un esperimento che nel 2013 fece Sbic con grande successo in estate e che potrebbe essere ripetuto durante tutto l’anno, in considerazione anche dell’ampio parcheggio che c’è in piazzale Di Bartolomeo. Tutte le progettazioni urbanistiche, in accordo con l’assessora Catia Di Nisio, si stanno muovendo in questa direzione e l’idea è quella di ampliare la cosiddetta ‘Zona 30’ (cioè il limite di 30 kmh per i mezzi, ndr) se non a tutta la città, almeno alle zone più frequentate. E’ una pratica che stanno attuando anche le grandi città come Bologna e noi vogliamo ispirarci a questi esempi virtuosi”

    IDEE PER PENSIONATI E RICCHI:
    NON ADATTE NÉ AD UNA CITTADINA CHE TUTTI QUESTI PROBLEMI DI TRAFFICO NON CE LI HA (LA GENTE A PIEDI E NON VI ANDREBBE IMPORTATA), NÉ SOPRATTUTTO A CONSENTIRE A FAMIGLIE E LAVORATORI DELLE SCUOLE DI RECARVISI AGEVOLMENTE E SENZA GRANDE DISPENDIO DI TEMPO. CHI PAGA LE MEZZE ORE QUOTIDIANE NECESSARIE PER ARRIVARE DAGLI “HOT SPOT ” AUTOMOBILISTICI AI LUOGHI DI STUDIO E/O LAVORO?
    I NONNI POI MAGARI ACCIACCATI DOVRANNO LASCIARE LE AUTO LONTANE DA UNA O PIÙ SCUOLE PER PORTARE SOTTO L’ACQUA O COL CALDO I NIPOTINI?
    IO LA VEDO MALE
    A MENO CHE NON SI COMINCI CON LE SOLITE DEROGHE E AUTORIZZAZIONI A CHI SI A CHI NO…
    GIÀ È COMPLICATO OGGI TROVARE parcheggi vicini e sicuri
    Figurarsi un domani.
    Ci vorranno parentes et docentes atleticamente ben messi e con tanto tempo da perdere
    👎👎👎👎
    Prof. Concetta Di Prospero

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