Sulmona, perde imprese. Ronci:” Rilanciare le Aree urbane funzionali”

L’economista sulmonese Aldo Ronci approfondisce i dati relativi allo stato di salute delle imprese nell’economia abruzzese ed evidenzia come Sulmona sia fra le prime 5 città per perdita di imprese. Tra i comuni abruzzesi la maglia nera per perdita di imprese è assegnata a Lanciano con 198 unità in meno, seguono Celano con -114, Giulianova con -109, Teramo con -108 e Sulmona con -101.

La perdita di 3.000 imprese in Abruzzo dal 2014 al 2019, che in valori percentuali è stata pari a due volte e mezzo quella italiana, è da ascrivere in larga misura al settore dell’artigianato ed è determinata soprattutto dall’andamento di tre attività economiche: le costruzioni che, in valori percentuali, flettono in misura doppia rispetto al valore medio nazionale; le attività di alloggio e ristorazione che, in valori percentuali, crescono la metà di quello italiano;  l’agricoltura che nella sola provincia di Chieti decresce di ben 1.091 unità, decrescita molto alta dovuta sia al numero elevato di imprese agricole presenti in questa provincia (32% contro il 14% nazionale ) che alla flessione percentuale altissima che supera del 50% quella nazionale.

La flessione sarebbe stata comunque molto più pesante se la provincia di Pescara non avesse registrato un incremento di 634 unità influenzata: dalle attività di alloggio e ristorazione, dalle attività tecniche, dai servizi alle imprese e dalle attività immobiliari che, in valori percentuali, crescono tutte più del doppio rispetto ai valori regionali; dal commercio che, in controtendenza sia al dato nazionale che a quello delle altre tre province, riesce a crescere.

Nel report si evidenzia che il fenomeno del forte calo delle imprese caratterizza non solo i comuni montani ma anche 52 comuni non montani che sono ubicati nella fascia costiera. I dati numerici al riguardo denunciano un fenomeno nuovo che, quindi, va approfondito, soprattutto se si tiene conto del fatto che, tale calo, procede in parallelo con lo spopolamento che ha anch’esso interessato, nello stesso periodo, i comuni non montani siti nella fascia costiera.

Alla luce dei dati esposti e delle considerazioni emerse, spiega Ronci, se si vogliono evitare provvedimenti occasionali legati alla funesta logica particolaristica praticata da decenni senza risultati apprezzabili, non resta che adottare una metodologia programmatoria che elabori un progetto, un progetto che attivi uno sviluppo Regionale armonico e che faccia sì che tutti gli interventi e le risorse siano coerenti con quel progetto. Allo stato si ha l’opportunità da parte della Regione di adottare lo strumento dell’Agenda Urbana che, meglio di qualsiasi altro, potrebbe avviare uno percorso di sviluppo armonico ed equilibrato di tutto il territorio Abruzzese.

L’Agenda Urbana in Italia, a oggi, a livello delle singole regioni, è declinata in forma molto libera e diversificata e la Regione Abruzzo nel POR FESR 20014-2020 (Piano Operativo Regionale) ha individuato come sistema urbano cui destinare queste risorse le sole quattro città Capoluogo Chieti, l’Aquila, Pescara e Teramo, che non sembra rispondere alle esigenze di uno sviluppo armonico ed equilibrato del complesso sistema socio economico di tutto il territorio abruzzese. Merita attenzione la proposta di realizzazione dell’Agenda Urbana Abruzzese che, secondo uno studio del Dipartimento di Architettura dell’Università “G. D’Annunzio” coordinato dal professore Roberto Mascarucci, prevede la suddivisione del territorio regionale in 7 Aree Urbane Funzionali che fanno riferimento alle Città Medie di Pescara-Chieti, Teramo, L’Aquila, Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto.

5 Commenti su "Sulmona, perde imprese. Ronci:” Rilanciare le Aree urbane funzionali”"

  1. Complimenti all’Economista Ronci sempre preciso e dettagliato nelle sue analisi riguardo tutte le tematiche che affronta…..una voce da ascoltare e mettere in pratica per i consigli che suggerisce…….complimenti di nuovo

  2. Più che i numeri (che senz’altro sono pesanti) andrebbe considerato la percentuale persa sul totale.
    Non sono minimamente equiparabili numericamente (ma temo anche qualitativamente) le chiusure in città quali Lanciano e Celano con i numeri di Sulmona, con un’economia totalmente asfittica.

  3. bene,un grazie e’ dobbligo,da decenni il Sig. Ronci,con numeri/dati/evidenze inconfutabili denuncia l’incompetenza,l’incapacita’,l’inutilita’ dei vari chiacchieroni della politica,destra,sinistra,centro,estremi tutti campioni di inconcludenza,lo Specialista nei tanti reports indica/suggerisce anche le soluzioni,le vie d’uscita,le giuste strategie…tutto inascoltato,quindi politici e loro indicati ,tutti da pedate bene assestate,o no?

  4. qua si parla sempre di rifiuti, una città dell’immondizia. si pensa solo ad aumentare le discariche…..in altri posti si parla di innovazione e ricerca. qui si spera di diventare la pattumiera d’Abruzzo!!!!!!!

  5. E le poche attività artigianali che a fatica restano a galla, non solo non vengono aiutate ma vengono anche tartassate. Non c’è alcun piano di aiuto per le medie e piccole aziende. Si vive sul si salvi chi può.

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